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Endometriosi: i sintomi del disturbo

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

endometriosi: i sintomi

Dr. Gianfranco Blaas, specialista in ginecologia. 


L’endometriosi è una patologia ginecologica caratterizzata dalla presenza di tessuto endometriale all’esterno della cavità uterina: può interessare le tube e le ovaie (questo è il caso più comune), ma anche organi vicini, come vescica, intestino, ureteri, con complicazioni derivanti dalla alterata funzione di questi organi.

Così ci risponde il dr. Gianfranco Blaas, a cui abbiamo chiesto di spiegarci come riconoscere questo disturbo.

A che età può comparire l’endometriosi?

Compare per lo più nell’età fertile della donna, essendo una patologia ormono-dipendente, ma vi sono casi in cui è insorta in fase precocissima. Ancora sono varie le teorie che portano alla endometriosi: da quella genetica, alla via retrograda del flusso mestruale. Dato che anche istologicamente e con la istochimica le cellule endometriosiche non sono perfettamente eguali a quelle endometriali normali, probabilmente l’origine è in parte genetica e in parte acquisita.

Quali sono i fattori di rischi dell’endometriosi?

I fattori di rischio sono:

  • non aver mai partorito;
  • avere una o più parenti (madre, zia o sorella) con endometriosi;
  • avere cicli mestruali che durano meno di 27 giorni con un sanguinamento che dura solitamente più di otto giorni;
  • qualsiasi condizione medica che impedisce il normale passaggio del flusso mestruale;
  • una storia personale di infezioni pelviche.

La peggiore evenienza legata alla endometriosi è che, per la maggior parte delle volte, è diagnosticata tardivamente, quando i sintomi riferiti si fanno più gravi, perché legati a un peggioramento della situazione clinica.

Quali sono i sintomi dell’endometriosi?

I sintomi dell’endometriosi possono comparire separatamente o associati; i principali sono:

  • dismenorrea
  • dolore pelvico cronico
  • dispareunia profonda
  • dolore lombare
  • disuria (bruciore a urinare)
  • disturbi della defecazione
  • irregolarità mestruale
  • sterilità (soprattutto legata alla presenza di endometriosi occludente o comprimente in organi extrauterini, come tube, ovaie).

Come si diagnostica?

Dicevamo, la diagnosi è spesso tardiva e si avvale di questi mezzi:

  • anamnesi (raccolta accurata di come e quando sono comparsi i sintomi);
  • valutazione del dolore pelvico (sono state create scale di valutazione del dolore, ma, come tutte le tecniche che si avvalgono di valutazioni soggettive, non sono esattamente riproducibili);
  • esame obiettivo ginecologico: la palpazione diretta di masse dolenti nello scavo pelvico deve sempre indurre a pensare a possibile “endometrioma” o endometriosi circoscritta;
  • indagini strumentali e di laboratorio, come ecografia pelvica, anche con sonda addominale, dosaggio del ca-125, clisma opaco e/o rettocolonscopia, urografia endovenosa e/o ecografia renale, cistoscopia, laparoscopia (esame invasivo, quindi da prendere in considerazione solo dopo l’intero iter diagnostico).

Come si cura l’endometriosi?

La terapia deve essere innanzitutto medica, con lo scopo di ridurre il dolore, diminuire la diffusione del tessuto endometriosico: dato che il processo endometriosico è sostenuto dagli estrogeni, il primo gradino sarebbe il blocco dell’ovulazione, con cui si producono gli estrogeni endogeni.

Con la maggior parte delle pillole estroprogestiniche si ottiene questo blocco, ma, nel contempo, si somministrano estrogeni “esogeni” e quindi l’effetto è relativo. Migliori risultati con pillole o altri meccanismi (tipo IUD o Barrette sottocutanee), che liberano progesterone in continuazione.

Lo stesso risultato si può ottenere attualmente con pillole a base di solo progesterone, o che hanno un progestinico di “ultima” generazione, il Dienogest, che blocca l’ovulazione senza somministrazione di estrogeni.

Volendo andare su risultati più evidenti, si tenta di indurre una pseudo-menopausa, utilizzando sostanze che entrano in competizione con gli ormoni che dall’ipofisi vanno a bloccare la attività ovarica (Analoghi del GnRH), ma gli effetti collaterali di queata pseudo menopausa sono spesso pesanti.

L’ulteriore via di cura, oltre che di diagnosi, è quella chirurgica, soprattutto per via laparoscopica, che permette una visione migliore degli organi interessati e una precisione di intervento migliore: confermo che è uno strumento invasivo e che deve essere usato da mani esperte, soprattutto quando si ricorre a energia tipo Laser, per non causare danni peggiori del male.

L’endometriosi si propaga a livello microscopico e quindi una terapia chirurgica non può essere considerata definitivamente curativa.

Altresì, soprattutto in donna giovane, una terapia medica che miri a inibire l’ovulazione non può essere presa in considerazione per sempre. L’unica guarigione sicura la si otterrà con la vecchiaia, ma abbiamo certamente armi per tenere sotto controllo la situazione.

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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