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Ernia inguinale: il trattamento chirurgico

Redazione

Ultimo aggiornamento – 02 Aprile, 2021

ernia inguinale: i trattamenti

Dr. Francesco Ferrara, specialista in chirurgia generale.


L’ernia inguinale è caratterizzata da un’anomala protrusione di un sacco attraverso gli strati muscolari dell’addome a livello dell’inguine, che si trova poco al di sopra della radice della coscia. Le ernie inguinali rappresentano uno dei problemi chirurgici di più frequente riscontro.

Il sintomo più comune è dato dalla presenza di una massa a livello inguinale o scrotale associata a un lieve fastidio o dolore, che può aumentare sotto sforzo. In alcuni casi, possono manifestarsi altri sintomi come sensazione di formicolio o intorpidimento alla gamba, bruciore o senso di pesantezza.

Il dr. Francesco Ferrara, specialista in chirurgia generale, ci spiega cosa è bene aspettarsi dall’intervento.

Quali sono le cause più comuni di un’ernia inguinale?

Le cause di ernia inguinale si dividono in congenite, cioè presenti sin dalla nascita, ed acquisite, cioè comparse successivamente. Le cause congenite sono alla base della maggior parte di ernie inguinali. La causa congenita principale è data da un difetto di sviluppo pre-natale del canale inguinale, un condotto che mette in comunicazione l’addome con il testicolo nell’uomo.

La nascita prematura e lo scarso peso alla nascita sono importanti fattori di rischio accertati. Altre cause congenite, rare, sono rappresentate da deformità pelviche o vescicali o da anomalie del collagene. La principale causa acquisita è, invece, data dal logorio da stress quotidiano, con sforzi anomali ed eccessivi a livello addominale.

Anche sforzarsi per urinare o defecare, tossire e sollevare pesi sono cause acquisite documentate, che provocano traumatismi ed indebolimento del pavimento inguinale. Altri fattori di rischio che aumentano la probabilità di sviluppare un’ernia sono il tabagismo, la malnutrizione e la carenza vitaminica.

Cosa prevede l’intervento e in quali casi ci si opera?

L’intervento chirurgico di riparazione di ernia inguinale è attualmente l’unica cura in grado di porre rimedio a questo problema. Normalmente, si tratta di un intervento in elezione, cioè pianificato, ma talvolta deve essere eseguito in urgenza, nei casi di ernia incarcerata non riducibile o strozzata.

L’intervento prevede la riduzione del contenuto del sacco all’interno dell’addome, la riparazione dell’orifizio attraverso cui è fuoriuscito e il posizionamento di una rete protesica non riassorbibile o parzialmente riassorbibile, a garantire la corretta chiusura dell’orifizio erniario nel corso del tempo.

È necessario operarsi in tutti i casi in cui si manifestano i sintomi di ernia inguinale descritti sopra o quando questi sintomi diventano particolarmente invalidanti o fastidiosi. L’intervento programmato permette di prevenire le possibili complicanze di un’ernia non curata, come lo strozzamento, che invece necessita d’obbligo dell’intervento chirurgico in urgenza. Sintomi comuni di ernia strozzata sono la presenza di una massa inguinale non riducibile, fortemente dolente, calda e/o arrossata, talvolta associata a dolore addominale ingravescente, febbre, vomito e difficoltà ad evacuare. In questi casi bisogna immediatamente presentarsi presso un Pronto Soccorso.

L’intervento può essere condotto per via tradizionale (aperto), con una incisione di circa 7-8 cm a livello inguinale, o per via mininvasiva laparoscopica, attraverso tre piccole incisioni di 1 cm ciascuna sull’addome. Quest’ultima è particolarmente indicata nei soggetti giovani, negli sportivi, nei casi di ernia inguinale bilaterale o nelle recidive, cioè nei casi in cui l’ernia si ripresenta nonostante sia già stata sottoposta a riparazione chirurgica.

Cosa aspettarsi dopo l’intervento?

Dopo l’intervento, sia tradizionale che mininvasivo, bisogna in ogni caso evitare per un certo periodo gli sforzi addominali, in modo tale da permettere una corretta guarigione delle cicatrici esterne e, soprattutto, interne.

Immediatamente dopo l’intervento può presentarsi un dolore a livello della cicatrice chirurgica o a livello dello scroto negli uomini, che può associarsi anche alla comparsa di un ematoma o gonfiore per alcuni giorni. La tecnica mininvasiva presenta il vantaggio di un più rapido recupero post-operatorio, con minor dolore e precoce ripresa delle attività fisiche quotidiane o sportive.

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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