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Dagli USA un nuovo farmaco contro il colesterolo

Marco Cicirello | Blogger

Ultimo aggiornamento – 06 Agosto, 2015

Dagli USA arriva una buona notizia che farà contente tutte quelle persone che soffrono di colesterolo: la Food and Drug Administration ha dato il via libera alla vendita di un super farmaco capace di contrastare efficacemente il colesterolo cattivo causa di infarto e ictus.

Il prodotto, nato dai laboratori Sanofi e Rigeneron, è destinato a chi ha gravi problemi di colesterolo, sfruttando il principio attivo alirocumab capace di ridurre del 40-50% la probabilità di sviluppare malattie. Pochi giorni prima dell’approvazione americana, il sì è stato dato anche dall’Ema, l’Agenzia Europea dei Farmaci.

Gli effetti del farmaco

Nel nostro programma di studi clinici – ha spiegato George D. Yancopoulos, Chief Scientific Officer di Regeneron e presidente dei Regeneron Laboratories – alirocumab ha ridotto in modo significativo il colesterolo cattivo in pazienti con elevate necessità cliniche non ancora soddisfatte, compresi quelli a rischio cardiovascolare alto o molto alto e quelli con una forma ereditaria di colesterolemia elevata chiamata ipercolesterolemia familiare. In questi studi, i pazienti hanno ricevuto alirocumab come singola iniezione sottocutanea una volta ogni due settimane, sia al dosaggio di 75 mg sia quello di 150 mg, fornendo opzioni di dosaggio flessibili che possono essere adattate alle individuali esigenze di riduzione del colesterolo“.

Come funziona?

Questo tipo di farmaco è contraddistinto da un’etichetta ben precisa, PCSK9, che accomuna anche altri medicinali. Essi, infatti, agiscono sull’enzima epatico PCSK9 che aiuta il fegato a eliminare i grassi del colesterolo.

Il farmaco deve essere iniettato ogni due settimane e agisce grazie all’azione di anticorpi monoclonali. Deve essere utilizzato in combinazione con le statine e accompagnato da una dieta adeguata su chi ha gravi forme ereditarie di colesterolo o ha già avuto problemi cardiovascolari come infarti e ictus.

La corsa delle case farmaceutiche

Tre sono i colossi farmaceutici che hanno messo in commercio farmaci a base di PCSK9: oltre a rocumab della Sanofi e all’evolucumab della Amgen, c’è anche il bococizumab della Pfizer. Nei prossimi mesi i primi due potrebbero essere disponibili in Europa.
Le sostanze presenti nei primi due farmaci sono riuscite ad abbassare il colesterolo cattivo del 40-65%: l’assunzione varia da una volta ogni due settimane, fino a una volta al mese, in base alle esigenze del paziente.

Le sperimentazioni in laboratorio assicurano che sono farmaci del tutto sicuri e infatti i pazienti non hanno lamentato i tipici effetti collaterali dei farmaci a base di statine, cioè debolezza e dolori muscolari.
Un problema potrebbe essere il prezzo alto di queste cure: rocumab e evolucumab costano dagli 8000 ai 12000 dollari l’anno, molto di più rispetto alle terapie tradizionali.

Attenzione alla dieta

L’efficacia del farmaco non deve far diminuire l’attenzione nei confronti del cibo. Si sa, infatti, che un’alimentazione sbagliata può essere causa dell’aumento del colesterolo. Ѐ necessario, quindi, fare sempre attenzione a ciò che portiamo a tavola, evitando i cibi sbagliati e variando spesso quelli buoni. Anche gli steroli vegetali, grassi ritenuti in grado di abbassare lievemente il colesterolo cattivo, potrebbero invece aumentare il rischio di contrarre malattie cardiovascolari. Lo ha scoperto una ricerca dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e del Policlinico Gemelli di Roma: in attesa di ulteriori conferme, è sempre meglio mangiare bene e curarci ogni giorno anche con quello che portiamo a tavola.

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Scritto da Marco Cicirello | Blogger

La scrittura è la mia personale visione del mondo. Penso che tutto ciò che riguarda gli uomini riguardi anche me e, grazie a Pazienti, posso parlare ogni giorno della cosa più importante della vita: la salute, sia quella fisica che quella mentale.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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