icon/back Indietro Esplora per argomento

Femminilizzazione maschile: una condizione preoccupante?

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

femminilizzazione dell'uomo: le cause

Dr. Mario Vasta, specialista in endocrinologia.


Ultimamente, si sente sempre più parlare di femminilizzazione maschile, ovvero una mancata “androgenizzazione” del maschio. Ma è davvero una condizione reale? Lo abbiamo chiesto al dr. Mario Vasta, endocrinologo.

Quali sono le cause della femminilizzazione maschile?

Femminilizzazione del maschio” è un termine a effetto, ma relativamente improprio, utilizzato di recente in una trasmissione TV e ripreso da varie testate giornalistiche e discussioni sui social.

Sarebbe più appropriato parlare di ridotta “androgenizzazione” del maschio moderno. Per esser precisi, dal punto di vista medico parliamo di sesso (genere) maschile quando sono presenti testicoli e di sesso (genere) femminile quando sono presenti le ovaie.

Quello che in realtà si sta verificando è una modificazione (in senso femminile) dell’aspetto fisico del maschio (fenotipo), legato a una relativa riduzione dell’ormone maschile per eccellenza: il testosterone. Bisogna precisare che l’evoluzione dell’embrione in senso maschile è pilotata da una piccola area del cromosoma Y (detta SRY), che determina una catena di eventi complessi che portano alla completa “mascolinizzazione” del soggetto geneticamente maschio (con cromosoma Y).

Se qualcosa si inceppa o non funziona a dovere l’embrione (poi feto) si evolve comunque in senso femminile. Il testicolo del feto produce già testosterone necessario per il suo sviluppo, ma è anche estremamente sensibile alla presenza di estrogeni o di sostanze chimiche che possono simulare, bloccare, ridurre o potenziare i loro effetti: i cosiddetti interferenti endocrini (Endocrine disruptors).

Queste sostanze sono numerose (ftalati, bisfenolo A, ecc.) e diffusamente rilevabili in sostanze di comune uso, dalle bottiglie di plastica alle pellicole con cui proteggiamo i cibi. La contaminazione con queste sostanze, prima della nascita (è stata dimostrata analizzando le donne in gravidanza) e poi nella vita può contribuire a questo preoccupante fenomeno, che comporta anche una riduzione della fertilità del maschio.

Quali sono le cause della femminilizzazione?

Molte altre però possono esser le cause, anche facilmente eliminabili; una tra queste molto diffusa e il sovrappeso e l’obesità. Pochi sanno che l’ovaio produce i suoi estrogeni a partire dal testosterone (proprio lui), attraverso un enzima chiamato “aromatasi”.

Le cellule adipose sono attive produttrici di aromatasi e quindi, anche nel maschio, trasformano gli androgeni in estrogeni, essendo responsabili di un relativo ipogonadismo nel maschio obeso.

Quali saranno le conseguenze a lungo termine?

Andremo incontro a una ipofertilità maschile e a una minore caratterizzazione della differenza di genere e forse della aggressività maschile legata al testosterone.

Si può prevenire o curare questo processo di femminilizzazione maschile?

Una maggiore attenzione degli Organismi di Governo ai problemi legati all’inquinamento in genere è fondamentale. Nel nostro piccolo quotidiano, potremmo limitare al massimo l’uso di queste sostanze, in genere motivato più dalla nostra pigrizia che non da una reale necessità: bicchieri di plastica e non di vetro da lavare, rivestimenti antiaderenti per non dover grattare… La prevenzione dell’obesità è un altro aspetto da considerare.

Condividi
Redazione
Scritto da Redazione

La redazione di Pazienti.it crea contenuti volti a intercettare e approfondire tutte le tematiche riguardanti la salute e il benessere psificofisico umano e animale. Realizza news e articoli di attualità, interviste agli esperti, suggerimenti e spunti accuratamente redatti e raccolti all'interno di categorie specifiche, per chi vuole ricercare e prendersi cura del proprio benessere.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Redazione
Redazione
in Voce agli specialisti

1779 articoli pubblicati

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Contenuti correlati
icon/chat