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Ferite nei diabetici: i rimedi per favorire la cicatrizzazione

Tania Catalano | Biologa

Ultimo aggiornamento – 12 Dicembre, 2018

A tutti noi capita di tagliarci, per una semplice distrazione mentre cuciniamo o, perché no, per una caduta accidentale. Saranno sufficienti del disinfettante e un cerotto per dimenticarci subito della piccola ferita appena procurata.

Per chi è affetto da diabete, invece, le cose non sono così semplici. Una ferita, un taglio o un’abrasione cutanea richiedono infatti molta più cura e un monitoraggio costante.

I diabetici, infatti, guariscono più lentamente rispetto alle persone che non soffrono di tale patologia. Questo accade perché il diabete aumenta la probabilità di infezione dando complicanze più serie.

Cerchiamo di capirne di più, concentrandoci sul diabete e la cicatrizzazione delle ferite.

Diabete: perché la ferite non si rimarginano

Sono diversi i fattori che giocano un ruolo determinante, quando parliamo di diabete e ferite. Innanzitutto, il diabete indebolisce il sistema immunitario. Da ciò, ne consegue una guarigione più lenta delle ferite e dei traumi.

Quando il livello di glucosio nel sangue rimane alto, viene infatti alterato il funzionamento dei globuli bianchi, che risultano di conseguenza incapaci di combattere i batteri.

Non solo. Il diabete è anche la causa di una cattiva circolazione sanguigna. Con il suo rallentamento, i globuli rossi si muovono meno velocemente e faticano a fornire le sostanze nutritive necessarie a rimarginare la ferita. Di conseguenza, le ferite guariscono in tempi lunghi e, nelle peggiori delle ipotesi, potrebbero non guarire affatto.

Come se non bastasse, la neuropatia o i danni neurologici, alcuni tra i tanti effetti collaterali del diabete, possono anche peggiorare la situazione.

Come curare le ferite di un diabetico

Esistono alcuni piccoli suggerimenti che le persone affette da diabete possono seguire per curare e cicatrizzare le ferite. Per prima cosa. è importante pulire al meglio il taglio o l’abrasione e tenerla sotto controllo ogni giorno.

Una corretta pulizia, infatti, riduce il rischio di infezione. Il modo più semplice per farlo è utilizzare acqua corrente filtrata (oppure bollita e in seguito raffreddata) a pressione moderata – che contribuirà a rimuovere quanto più sporco, detriti e batteri possibile – e sapone delicato.

In seguito, è opportuno asciugare delicatamente l’area utilizzando un panno pulito, applicare una crema antisettica e coprire la ferita con una medicazione o una banda sterile.

È importante anche cambiare spesso la medicazione – almeno 2 o 3 volte al giorno – e controllarla continuamente.

In secondo luogo, è fondamentale gestire il livello di zucchero nel sangue, sempre per ridurre il rischio di infezione. Uno studio del 2013 pubblicato su Plastic and Reconstructive Surgery ha dimostrato che le persone sottoposte a chirurgia per le ferite da diabete avranno maggiori probabilità di guarire completamente se il livello di glucosio nel sangue rimane sotto controllo al momento dell’intervento.

Alcune sostanze possono aiutare l’organismo a guarire più in fretta. Tra questi, troviamo il miele, l’aloe vera, la curcuma, l’olio di cocco e l’olio di oliva.

  • Miele – Il miele stimola la rigenerazione dei tessuti, l’angiogenesi e la crescita dei fibroblasti. Inoltre, il suo effetto osmotico mantiene la ferita umida e pulita, mentre la sua azione antiinfiammatoria riduce il dolore e il gonfiore. Uno studio pubblicato nel Journal of Wound Care del 2008 ha analizzato la sicurezza e l’efficacia di un nuovo unguento al miele sulle ulcere del piede diabetico e lo ha trovato un trattamento locale promettente, sicuro e conservatore.
  • Aloe vera – L’aloe vera ha proprietà analgesiche, antinfiammatorie e lenitive. Inoltre, il suo gel è ricco di sostanze fitochimiche che possono alleviare il dolore, ridurre l’infiammazione, aumentare il contenuto di umidità nella pelle e favorire la guarigione.
  • Curcuma – La curcuma è un agente antisettico e un antibiotico naturale, modula il collagene e riduce le specie reattive dell’ossigeno. Uno studio pubblicato su Life Sciences nel 2014 ha evidenziato le proprietà curative della curcuma, fornendo anche prove della sua capacità di migliorare la formazione del tessuto di granulazione, la deposizione di collagene, il rimodellamento tissutale e la contrazione della ferita.
  • Olio di cocco – L’olio di cocco, secondo gli studi, è molto efficiente grazie alle sue straordinarie proprietà antibatteriche, antinfiammatorie, idratanti e curative. Può anche tener a bada le infezioni e prevenire le cicatrici e aiutare ad affrontare il dolore e il gonfiore associati a ferite e abrasioni.
  • Olio d’oliva – L’olio di oliva è ricco di acidi grassi omega-3 che riducono l’infiammazione, in modo da accelerare le fasi di guarigione della ferita, grazie ai suoi acidi monoinsaturi oleico e palmitoleico.

Infine, è importante seguire una dieta sana, che aiuti a mantenere il corretto livello di zucchero nel sangue. Sicuramente, potrebbero essere d’aiuto gli alimenti ad alto contenuto di proteine e basso contenuto di carboidrati e di calorie, ottimi per favorire la riparazione della pelle e degli altri tessuti danneggiati. Tra questi, i migliori sono i legumi e i latticini.

Anche i cibi ricchi di vitamine C ed E – come arance, pomodori, fragole, broccoli e peperoni rossi – sono fondamentali, poiché sono potenti antiossidanti che stimolano il sistema immunitario a combattere le infezioni e promuovono anche una rapida guarigione.

In generale, è sempre meglio mangiare cibi ricchi di fibre, come frutta, verdura, fagioli, cereali integrali e noci.

Infine, non è importante solo quello che si mangia, ma anche in quali quantità. È sempre meglio fare attenzione alle porzioni: è preferibile fare 5 o 6 piccoli pasti piuttosto che 2 o 3 pasti abbondanti.

Se soffrite di diabete, provate a seguire questi piccoli e semplici consigli. In questi casi, prestare attenzione è di vitale importanza.

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Tania Catalano | Biologa
Scritto da Tania Catalano | Biologa

Sono laureata in Scienze Biologiche e sto per conseguire la laurea Magistrale in Biologia Sanitaria e Cellulare Molecolare. Nei lavori di stage presso diversi laboratori di analisi biochimico cliniche ho approfondito la diagnostica clinica e immunologica. Mi occupo di giornalismo medico scientifico e approfondisco spesso la relazione tra nutrizione e patologie cronico-degenerative.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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Tania Catalano | Biologa
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