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Fibrillazione atriale: come curarla con la cardiochirurgia

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

fibrillazione atriale: i rischi per il cuore

La fibrillazione atriale è un tipo di aritmia che può causare danni. Le aritmie sono disfunzioni cardiache in cui il cuore non batte normalmente. La cardiochirurgia può essere un approccio terapeutico risolutivo.

Che cos’è la fibrillazione atriale?

La fibrillazione atriale è una tipologia di aritmia cardiaca che inizia nelle camere superiori del cuore (gli atri) e li induce a tremare (fibrillazione), invece di battere normalmente.

Questo significa che il cuore non pompa il sangue adeguatamente in tutto il corpo. La fibrillazione atriale può essere un evento isolato, può essere parossistica (sporadica) o persistente.

Nella fibrillazione atriale la contrazione delle pareti degli atri non è sincrona, perché l’impulso del battito cardiaco segue una linea patologica non originandosi nella giusta sede (cioè a partire dal nodo seno-atriale). Gli atri pulsano aritmicamente. La complicanza più grave della fibrillazione atriale è l’ictus tromboembolico, ovvero un coagulo che si forma a livello dell’atrio sinistro, dovuto al ristagno di sangue.

I trombi formati vanno in circolo e possono occludere un’arteria provocando:

  • Ictus (occlusione delle arterie cerebrali)
  • Infarto intestinale (occlusione delle arterie a livello dell’intestino)
  • Infarto renale (occlusione delle arterie renali

Quali sono le cause di fibrillazione atriale?

A causare la fibrillazione atriale possono essere tutte le condizioni che provocano dilatazione degli atri, come l’insufficienza mitralica, l’ipertensione arteriosa e la cardiopatia ischemica.

Tra le cause più comuni di fibrillazione atriale ci sono:

  • alta pressione sanguigna a lungo termine
  • malattia coronarica (arterie bloccate)
  • cardiopatia valvolare (problemi con le valvole cardiache)
  • ipertiroidismo

La fibrillazione atriale può anche essere associata a trauma toracico, interventi chirurgici, eccessivo utilizzo di alcol o di caffeina. Alcuni farmaci o malattie (come la polmonite) possono scatenare la fibrillazione atriale. A volte non vi è alcuna causa nota.

Quali sono i sintomi della fibrillazione atriale?

La fibrillazione atriale può causare sintomi quali:

  • Battito cardiaco “svolazzante”
  • Battito irregolare
  • Debolezza
  • Stanchezza
  • Vertigini
  • Dolore toracico
  • Difficoltà respiratorie

Come viene diagnosticata la fibrillazione atriale?

Se il medico sospetta una fibrillazione atriale, può richiedere alcuni test tra cui:

  • Elettrocardiogramma (ECG)
  • ECG con Holter
  • Loop recorder (monitor cardiaco impiantabile sotto cute)
  • Esami del sangue: per controllare il livello degli elettroliti (potassio, calcio, magnesio ecc.)
  • Esami di funzionalità tiroidea (TSH, FT3, FT4)
  • Ecocardiogramma
  • ECG da sforzo e scintigrafia miocardica
  • Studio elettrofisiologico
  • Tilt test

Come viene trattata la fibrillazione atriale?

È importante diagnosticare e trattare la fibrillazione atriale, perché può causare coaguli di sangue che possono bloccare il flusso di sangue in organi vitali. La fibrillazione atriale non trattata raddoppia il rischio di decessi legati al cuore ed è associata a un aumento del rischio di 5 volte per l’ictus.

I pazienti affetti da fibrillazione atriale devono assumere per tutta la vita una categoria di farmaci antiaritmici associati ad anticoagulanti.

Fibrillazione atriale e cardiochirurgia

La fibrillazione atriale è curabile e le nuove frontiere della chirurgia minimamente invasiva permettono di abbattere rischi e tempi di recupero. Quando la fibrillazione atriale non regredisce con l’assunzione dei farmaci antiaritmici, può essere eseguita una cardioversione elettrica che permette di “re-sincronizzare” il cuore, eliminando l’aritmia.

Quando sia i farmaci che la cardioversione elettrica non sono efficaci e l’aritmia si ripresenta, si può optare per terapie, come l’ablazione dell’aritmia, cioè l’interruzione del circuito elettrico che determina la fibrillazione atriale.

La tecnica più utilizzata è l’ablazione trans-catetere, che consiste nell’inserire dei cateteri ablatori attraverso la vena femorale fino ad arrivare al cuore.

L’ablazione del nodo atrio-ventricolare e l’impianto di un pacemaker permanente eliminano l’irregolare contrazione ventricolare associata alla patologia.

 

 

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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