Coronavirus, un virus subdolo, spesso asintomatico che, probabilmente secondo gli esperti, conta molti più contagi di quelli che si possono immaginare.
Tosse secca, febbre, olfatto e gusto alterati. Ma non solo. Anche il nulla, che porta centinaia di persone a essere un pericoloso veicolo per la trasmissione del virus, di città in città, di regione in regione. Ed ecco spiegato il senso del lockdown e della Fase due che, prima o poi, dovrà però fare spazio a un terzo periodo, di ritorno a una pseudo-normalità.
Come fare, quindi, in questa nuova fase che porterà a essere maggiormente consapevoli del numero dei contagi? Chi e come si potrà capire se si è contratto e superato il Covid19?
Saranno previsti, certamente, studi epidemiologici su campioni di popolazione, per definire una percentuale realistica dei contagiati e maturare l'idea di una possibile immunità di gregge.
Cosa prevedono i test sierologici?
Parliamo, dunque, di test sierologici, o meglio analisi del sangue, anche rapide di 10 minuti - con una semplice puntura del dito, per rendere possibile il rilevamento dell'infezione e, in particolare, degli anticorpi specifici per il Sars-CoV-2.
Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, ha sottolineato come questi esami serviranno a delineare il tasso di mortalità, dando una idea in prospettiva delle misure restrittive che dovranno essere ancora necessarie.
Come rilevare la presenza di anticorpi per il Coronavirus
Le analisi sierologiche testano la presenza di anticorpi IgM e IgG.
Nello specifico, le immunoglobuline IgM sono rilevabili subito dopo l'infezione, mentre le immunoglobuline IgG compaiono più tardi, con la guarigione e il passare dei mesi.
A tal proposito, un Documento Ministeriale sostiene che la guarigione “solitamente si accompagna alla comparsa di anticorpi specifici di tipo IgG per il Sars-CoV-2 prodotti dall’organismo”.
Esistono due tipi di test sierologici: di tipo rapido e di tipo quantitativo.
- I test rapidi, sfruttando una sola goccia di sangue, evidenziando se il paziente ha prodotto anticorpi.
- I test quantitativi, invece, prevedono un prelievo, misurando così in maniera dettagliata le quantità di anticorpi prodotti.
Sebbene quest'ultimi risultino più affidabili, va sottolineato che non esistono ancora test sierologici certi al 100% (rischio di falsi positivi o negativi).
Dove ci si può sottoporre ai test sierologici?
Inizialmente, i test sono stati riservati a chi ha già avuto il virus e agli operatori sanitari, in modo da coglierne la precisione.
Ad oggi, si può dire che si sia dato il via ufficiale alla "corsa" agli esami - consentiti anche in Lombardia - nei laboratori privati.
Il costo dei test sierologici? Tra i 30 e i 50 euro, una spesa contenuta per il bene della salute.
L'ideale, comunque, sarebbe sottoporsi al test e, se il risultato fosse positivo, a un tampone per valutare l'eventuale contagiosità del paziente. Ma, ahimè, non è ancora così ovunque: in Veneto e in Toscana, però, sì, per evitare che i contagi continuino a minacciare la popolazione, anche grazie alla collaborazione di alcune aziende.
In attesa di regole precise, intanto, il consiglio è sempre quello - in caso di positività al test - di informare il medico di famiglia e la Asl di riferimento.
Ciò che si scoprirà potrebbe aiutare a dipingere un nuovo quadro del Coronavirus in Italia e, soprattutto, dare una speranza concreta che la Pandemia possa avere i mesi contati.