Hiv: un bacio è pericoloso? Quando fare il test e come si manifesta? Facciamo chiarezza

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

HIV: come si trasmette e cura

In collaborazione con LILA – Lega italiana per la lotta contro l’AIDS. 


Intervista al dr. Norberto Ceserani, Medico Specialista in Malattie Infettive ASST Bergamo Ovest, referente scientifico LILA.


Parliamo di HIV e di AIDS, un argomento ancora troppo poco discusso, da quanto emerge secondo le più recenti indagini. Nel 2018, infatti, l’Istituto Superiore di Sanità ha sottolineato come i soggetti colpiti dal virus fossero i giovani di età compresa tra i 25 e i 29 anni, a causa di rapporti sessuali non protetti. La cosa più grave è che si stima che circa 15 mila persone contagiate non sanno di avere il virus, non sottoponendosi al test.

Più del 50% delle diagnosi avviene, dunque, a condizioni avanzate, quando i sintomi iniziano a farsi evidenti.

In occasione della Giornata mondiale contro l’AIDS, abbiamo intervistato il dr. Norberto Ceserani, infettivologo, con la collaborazione della LILA – Lega italiana per la lotta contro l’AIDS.

Partiamo dall’inizio: come si trasmette l’HIV?

La trasmissione e, dunque, il contagio dell’HIV avviene in 3 modi:

  1. per via sessuale (rapporti penetrativi non protetti dal condom, rapporti orali non protetti  per chi li pratica);
  2. per via parenterale (contatto sangue-sangue);
  3. per via verticale (trasmissione perinatale durante gravidanza/parto).

Sfatiamo un timore: potrebbe bastare un bacio?

No, in nessun caso il bacio può trasmettere il virus!

L’HIV provoca dei sintomi?

In funzione dello stadio dell’infezione, che può passare del tutto inosservata o presentarsi con sintomi iniziali molto aspecifici. 

Possono aversi dei sintomi poco dopo il contatto con il virus (infezione acuta), poi di solito vi è un lungo periodo in cui l’infezione decorre asintomatica, quindi si manifestano sintomi in presenza di una significativa immunodepressione (malattia conclamata).

HIV: si può trattare?

Sì, oggi esistono numerosi farmaci che sono in grado di cronicizzare l’infezione, bloccando la replicazione del virus. È ancora problematica la realizzazione di un vaccino efficace. 

Quali novità ci sono nelle terapie?

Le terapie disponibili, se assunte sempre e correttamente, permettono uno stato di salute soddisfacente e il raggiungimento di uno stato di non-infettività. I campi in via di sviluppo sono quelli di strategie terapeutiche integrate con l’obiettivo di arrivare alla eradicazione completa del virus, ovvero alla guarigione clinica.

Infine, in quali casi è consigliato fare il test?

Quando si è avuta una significativa esposizione al rischio di acquisire il virus, sia per via sessuale che parenterale, ad esempio: rapporti non protetti con partner di cui non si conosce lo stato sierologico, utilizzo promiscuo di strumentario per via parenterale, esposizione professionale, al momento della gravidanza. 

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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