In collaborazione con LILA – Lega italiana per la lotta contro l’AIDS.
Intervista al dr. Norberto Ceserani, Medico Specialista in Malattie Infettive ASST Bergamo Ovest, referente scientifico LILA.
Parliamo di HIV e di AIDS, un argomento ancora troppo poco discusso, da quanto emerge secondo le più recenti indagini. Nel 2018, infatti, l’Istituto Superiore di Sanità ha sottolineato come i soggetti colpiti dal virus fossero i giovani di età compresa tra i 25 e i 29 anni, a causa di rapporti sessuali non protetti. La cosa più grave è che si stima che circa 15 mila persone contagiate non sanno di avere il virus, non sottoponendosi al test.
Più del 50% delle diagnosi avviene, dunque, a condizioni avanzate, quando i sintomi iniziano a farsi evidenti.
In occasione della Giornata mondiale contro l’AIDS, abbiamo intervistato il dr. Norberto Ceserani, infettivologo, con la collaborazione della LILA – Lega italiana per la lotta contro l’AIDS.
Partiamo dall’inizio: come si trasmette l’HIV?
La trasmissione e, dunque, il contagio dell’HIV avviene in 3 modi:
- per via sessuale (rapporti penetrativi non protetti dal condom, rapporti orali non protetti per chi li pratica);
- per via parenterale (contatto sangue-sangue);
- per via verticale (trasmissione perinatale durante gravidanza/parto).
Sfatiamo un timore: potrebbe bastare un bacio?
No, in nessun caso il bacio può trasmettere il virus!
L’HIV provoca dei sintomi?
In funzione dello stadio dell’infezione, che può passare del tutto inosservata o presentarsi con sintomi iniziali molto aspecifici.
Possono aversi dei sintomi poco dopo il contatto con il virus (infezione acuta), poi di solito vi è un lungo periodo in cui l’infezione decorre asintomatica, quindi si manifestano sintomi in presenza di una significativa immunodepressione (malattia conclamata).
HIV: si può trattare?
Sì, oggi esistono numerosi farmaci che sono in grado di cronicizzare l’infezione, bloccando la replicazione del virus. È ancora problematica la realizzazione di un vaccino efficace.
Quali novità ci sono nelle terapie?
Le terapie disponibili, se assunte sempre e correttamente, permettono uno stato di salute soddisfacente e il raggiungimento di uno stato di non-infettività. I campi in via di sviluppo sono quelli di strategie terapeutiche integrate con l’obiettivo di arrivare alla eradicazione completa del virus, ovvero alla guarigione clinica.
Infine, in quali casi è consigliato fare il test?
Quando si è avuta una significativa esposizione al rischio di acquisire il virus, sia per via sessuale che parenterale, ad esempio: rapporti non protetti con partner di cui non si conosce lo stato sierologico, utilizzo promiscuo di strumentario per via parenterale, esposizione professionale, al momento della gravidanza.