Non è solo questione di quante cellule immunitarie siano presenti nel tumore, ma soprattutto di dove si trovano e come interagiscono tra loro. È questo il nuovo fronte della ricerca contro il melanoma, il tumore della pelle più aggressivo e difficile da trattare nelle fasi avanzate.
Un nuovo studio italiano ha dimostrato che mappando la disposizione delle cellule all’interno del tumore è possibile prevedere in anticipo se un paziente risponderà o meno all’immunoterapia, la terapia che “insegna” al sistema immunitario a riconoscere e distruggere le cellule tumorali.
Il lavoro, chiamato Secombit, è stato presentato a Napoli durante il congresso internazionale Melanoma Bridge e apre la strada a una medicina sempre più predittiva e personalizzata.
Melanoma e immunoterapia: cosa ha scoperto lo studio
I ricercatori hanno analizzato 42 biopsie pre-trattamento di pazienti con melanoma avanzato utilizzando una tecnica avanzata chiamata immunofluorescenza multipla, che permette di individuare simultaneamente fino a 28 diversi marcatori cellulari in un singolo campione di tessuto.
Questo approccio ha consentito di osservare con estrema precisione:
- quali cellule immunitarie sono presenti;
- dove si collocano all’interno del tumore;
- come interagiscono tra loro;
- in che modo queste disposizioni influenzano la risposta alle terapie.
Il risultato è stato la creazione di una vera e propria mappa del microambiente tumorale, una fotografia dettagliata dell’ecosistema cellulare del melanoma.
Incrociando queste informazioni con gli esiti clinici dei pazienti, i ricercatori hanno individuato specifiche configurazioni cellulari associate a una risposta favorevole o sfavorevole all’immunoterapia.
Mappa per il melanoma: il ruolo dell’intelligenza artificiale
Per interpretare una quantità così complessa e ricca di dati, è stata messa in campo anche l’intelligenza artificiale.
Vediamo in che modo la tecnologia si é rivelata utile. Gli algoritmi sono stati addestrati a riconoscere schemi invisibili all’occhio umano, imparando a collegare la disposizione delle cellule con l’efficacia dei trattamenti.
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Secondo Paolo Ascierto, oncologo e direttore dell’Unità Melanoma dell’Istituto Pascale di Napoli, «l’intelligenza artificiale ha permesso di trasformare immagini biologiche in informazioni cliniche concrete, aiutando a prevedere quali pazienti risponderanno meglio alle diverse combinazioni terapeutiche».
In pratica, l’IA non sostituisce il medico, ma diventa uno strumento di supporto alle decisioni cliniche.
Immunoterapia: verso una medicina di precisione predittiva
L’immunoterapia non funziona allo stesso modo in tutti i pazienti. Alcuni rispondono in modo eccellente, altri tendono ad ottenere benefici limitati o sviluppano effetti collaterali senza vantaggi concreti e reali.
Il valore di questa nuova mappatura è da considerarsi enorme in ambito clinico perché permette di:
- indirizzare il paziente verso la terapia più adatta;
- evitare trattamenti inefficaci e tossici;
- anticipare la risposta prima di iniziare la cura;
- costruire strategie realmente personalizzate.
In prospettiva, questo significa meno tentativi “alla cieca” , inutilmente rischiosi, e più trattamenti basati sulle caratteristiche biologiche reali del tumore.
Lo studio Secombit incarna un passo decisivo verso quella che gli esperti definiscono medicina di precisione predittiva, in cui non si cura più solo la malattia, ma il modo specifico in cui quella malattia si manifesta in ogni individuo.
La comprensione del modo in cui il sistema immunitario dialoga con il tumore può segnare una differenza sostanziale tra una terapia inefficace e una in grado di salvare la vita del paziente.
Il melanoma rappresenta una delle forme tumorali in maggiore aumento negli ultimi decenni, soprattutto tra i giovani adulti. Pertanto, ogni progresso che consenta di intervenire in modo più mirato e precoce incarna un guadagno concreto in qualità delle cure e conseguente in speranza di vita.
E questa nuova mappa cellulare potrebbe presto diventare una bussola fondamentale nella lotta contro uno dei tumori più insidiosi della pelle.
Fonti:
Ansa -