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Ipertiroidismo e morte cardiaca improvvisa: qual è la correlazione?

Tania Catalano | Biologa

Ultimo aggiornamento – 29 Maggio, 2017

Morte cardiaca improvvisa

La morte cardiaca improvvisa è più diffusa di quanto si possa immaginare: questa avviene quando si verifica un malfunzionamento dei normali impulsi elettrici del cuore che, a sua volta, cessa di battere.

Secondo uno studio effettuato del 2012, più della metà delle morti cardiovascolari sono causate da morte cardiaca improvvisa e, in molti casi, senza evidenti sintomi di malattie cardiache pregresse. Alcuni ricercatori suggeriscono che, in diversi casi, i livelli elevati dell’ormone tiroideo sono stati correlati alla morte cardiaca improvvisa. Vediamo insieme di cosa si tratta.

Identificare i fattori di rischio per prevenire la morte cardiaca improvvisa

Secondo nuove ricerche dell’American Heart Association’s Journal Circulation, sembrerebbe che il rischio di morte cardiaca improvvisa sia significativamente maggiore nei pazienti affetti da ipertiroidismo, ovvero quei soggetti con elevati livelli di ormoni tiroidei. Questi risultati suggeriscono che i livelli degli ormoni della tiroide potrebbero aiutare a identificare i pazienti a rischio di morte cardiaca improvvisa.

Gli ormoni tiroidei circolano nel torrente ematico e svolgono un ruolo cruciale nella regolazione di quasi tutti gli organi del corpo, cuore compreso. Anche se il legame tra livelli anormali di ormoni tiroidei e malattie cardiovascolari è ormai un dato di fatto, quale sia il rapporto tra questi ormoni e la morte cardiaca improvvisa non è ancora del tutto chiaro.

Attualmente, non abbiamo parametri certi che ci permettano di prevedere la morte cardiaca improvvisa nella popolazione generale” – ha dichiarato Layal Chaker, dottorando e ricercatore in endocrinologia e epidemiologia presso l’Erasmus University Medical Center di Rotterdam nei Paesi Bassi – “Quindi identificare fattori di rischio aggiuntivi è fondamentale. I nostri risultati indicano che i livelli di ormoni tiroidei possono essere utili per valutare il rischio e poter prevenire la morte cardiaca improvvisa”.

In particolare, sono stati testati 10.318 pazienti con problemi alla tiroide. L’età media dei partecipanti era di 65 anni, più della metà erano donne e quasi tutti caucasici. I ricercatori hanno studiato l’associazione tra livelli di ormoni tiroidei nei campioni di sangue e alcune morti cardiache improvvise.

Durante un follow-up medio di nove anni è stato provato che i partecipanti con livelli di ormoni tiroidei superiori alla norma avrebbero avuto una probabilità superiore di 2,5 volte di morire di infarto, rispetto ai pazienti con livelli inferiori degli stessi ormoni.

E’ stato dunque stimato un rischio di morte cardiaca improvvisa quattro volte maggiore nei pazienti con livelli di tiroxina più elevati rispetto a quelli con livelli più bassi (4% contro 1%).

Infarto: i sintomi e le cause

Tutti sanno che un forte dolore al petto e al braccio destro possono essere sintomi di un infarto. La sintomatologia che designa un attacco cardiaco può però essere molto varia e la tempestività dei soccorsi può salvare la vita di una persona. Per questo è importante riconoscere in tempo i sintomi di arresto cardiaco improvviso, che includono:

  • Stanchezza
  • Svenimenti
  • Vertigini
  • Dolore al torace
  • Mancanza di respiro
  • Debolezza
  • Palpitazioni
  • Vomito
  • Perdita di conoscenza

Attenzione! L’arresto cardiaco improvviso si verifica spesso senza alcun avvertimento. Invece, la causa di un arresto cardiaco improvviso è di solito un’anomalia nel ritmo cardiaco (aritmia), il risultato di un danno al sistema elettrico del cuore.

Il cuore ha un proprio stimolatore elettrico – un gruppo specializzato di cellule chiamato “nodo sinusale” – situato nella camera superiore destra (atrio destro). Questo nodo genera impulsi elettrici che fluiscono in modo ordinato attraverso il cuore per sincronizzare la frequenza cardiaca e coordinare il pompaggio di sangue dal cuore al resto del corpo.

Una disfunzione di questo sistema di conduzione elettrica può causare tachicardia (il cuore batte troppo forte), bradicardia (battito troppo lento) o aritmia (battito irregolare). Spesso queste interruzioni nel ritmo sono momentanee e innocue. Ma alcuni tipi di aritmia possono essere gravi e portare ad un improvviso arresto della funzione cardiaca.

Tuttavia, la causa più comune di arresto cardiaco è un’aritmia detta fibrillazione ventricolare, ovvero un’aritmia cardiaca molto veloce che fa contrarre il muscolo cardiaco in maniera non coordinata a livello ventricolare.

Quando il cuore si ferma smette di pompare sangue, interrompendo l’apporto al cervello e causando innumerevoli danni. La morte o il danno cerebrale permanente possono verificarsi nel giro di quattro o sei minuti.

Il tempo, in questo caso, è fondamentale: chiunque si trovasse in presenza di persone in una situazione simile dovrebbe chiamare i soccorsi immediatamente e, nel frattempo, esercitare delle compressioni toraciche. Potreste salvare una vita!

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Tania Catalano | Biologa
Scritto da Tania Catalano | Biologa

Sono laureata in Scienze Biologiche e sto per conseguire la laurea Magistrale in Biologia Sanitaria e Cellulare Molecolare. Nei lavori di stage presso diversi laboratori di analisi biochimico cliniche ho approfondito la diagnostica clinica e immunologica. Mi occupo di giornalismo medico scientifico e approfondisco spesso la relazione tra nutrizione e patologie cronico-degenerative.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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Tania Catalano | Biologa
Tania Catalano | Biologa
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