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Lamentarsi fa male (a chi ci ascolta)

Ezia Campise | Blogger

Ultimo aggiornamento – 05 Novembre, 2012

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Lamentarsi crea dipendenza. Ed è dannoso per chi ascolta.

Sfogarsi genera indubbiamente sollievo perché si lascia la propria parte istintiva libera di esprimersi, ma coloro i quali sono esposti alle lamentele altrui non ne traggono benefici.

Ad affermarlo è un libro che sta riscuotendo un discreto successo oltreoceano, Three Simple Steps: A Map to Success in Business and Life, di Travor Blake, che punta tutto sull’effetto empatico del lamentarsi.

I neuroni sono incredibilmente reattivi agli stimoli esterni, ed una conversazione incentrata su rimandi negativi, in cui chi si lamenta non recepisce soluzioni o diversi punti di vista, non può stimolare una reazione dei neuroni positiva in chi ascolta.

Infatti, il soggetto che assorbe questi stimoli avrà una reazione fisiologica localizzata nell’ippocampo: la tendenza alla diminuzione dell’attività idroelettrica in questa zona, preposta alla soluzione dei problemi,  sarà sensibile.

Allontanarsi da queste situazioni è una soluzione suggerita dal buonsenso prima che dall’autore, ed è auspicabile che chi è esposto ad un volume di lamentele importante da parte dei propri cari non si limiti soltanto ad ignorare il problema, ma ad indagarne le cause: spesso chi passa molto tempo a recriminare gli errori altrui può voler inconsciamente attirare l’attenzione su un proprio disagio maggiore, meccanismo tipico della depressione.

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Ezia Campise | Blogger
Scritto da Ezia Campise | Blogger

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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