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Long Covid ed effetti sul cervello: ecco le novità

Arianna Bordi | Editor

Ultimo aggiornamento – 06 Marzo, 2024

Dottoresse e ricercatrici discutono

Un recente studio pubblicato sul New England Journal of Medicine ha approfondito gli effetti, principalmente cognitivi, del Covid-19, concentrandosi sul lungo periodo di recupero noto come Long Covid.

Coinvolgendo migliaia di partecipanti, il lavoro scientifico ha analizzato i risultati delle valutazioni cognitive online su 141.583 persone, di cui 112.964 hanno completato il processo, negli ultimi cinque mesi del 2022.

Vediamo di seguito un approfondimento riguardo lo studio.

Effetto del Long Covid sul cervello: di cosa si tratta

I sintomi cognitivi successivi alla malattia da Covid-19 sono ben noti, ma rimaneva incerto se esistessero deficit cognitivi oggettivamente misurabili e quanto a lungo persistessero.

I partecipanti guariti da Covid-19 analizzati dallo studio appena citato, con sintomi risolti entro quattro settimane o almeno 12 settimane, hanno presentato "piccoli deficit simili nella cognizione globale rispetto al gruppo no-Covid-19".

I compiti di memoria, ragionamento e funzione esecutiva sono stati associati a deficit di maggior rilievo ed è emerso che spesso sono correlati a sintomi come memoria scarsa e una sensazione di nebbia cerebrale.

La differenza di circa -0,2 deviazioni standard (DS) nel punteggio cognitivo globale nei partecipanti con sintomi risolti, rispetto al gruppo senza Covid-19, è considerata piccola secondo le dimensioni dell'effetto di Cohen 24.

Il deficit corrisponderebbe a una diminuzione di -3 punti su una scala tipica di quoziente d'intelligenza (QI), in cui 1 DS equivale a 15 punti: i partecipanti con sintomi persistenti irrisolti presentavano una differenza media maggiore di circa -0,4 DS.

Il ricovero in terapia intensiva ha mostrato, inoltre, differenze cognitive più significative rispetto al gruppo senza Covid-19, con una diminuzione di -0,63 DS, equivalente a una differenza di -9 punti QI: la probabilità di ottenere un punteggio inferiore a -2 DS è risultata essere 3,6 volte più alta rispetto al gruppo senza Covid-19.

Sono stati rilevati deficit cognitivi di entità minore tra i partecipanti infettati durante gli ultimi periodi di varianti, in confronto a coloro che erano stati colpiti dal virus originale o dalla variante alfa. 

Numerose evidenze hanno indicato, infatti, che, nel corso dell'evolversi della pandemia, l'associazione tra Covid e deficit cognitivi si è attenuata.

Inoltre, i deficit cognitivi riscontrati nei partecipanti contagiati durante la prima ondata della pandemia da SARS-CoV-2, quando era il virus originale a essere maggiormente diffuso, si sono verificati nel momento in cui i servizi sanitari si trovavano in una situazione di emergenza e incertezza e in assenza di trattamenti dall’efficacia testata

La probabilità di ricoveri per Covid, in seguito, una volta ottenuti i mezzi necessari per contrastare il virus, è gradualmente diminuita nel tempo.

I partecipanti con sintomi persistenti irrisolti hanno mostrato deficit significativi in tutti i periodi di variante, mentre coloro con sintomatologia di breve durata (meno di 4 settimane) hanno presentato deficit solo nei primi periodi della pandemia.

È stato, però, evidenziato che i partecipanti con sintomi persistenti, ma risolti dopo la guarigione da Covid-19 presentavano deficit cognitivi globali simili a quelli con sintomi di breve durata: questo suggerisce che coloro con sintomi persistenti irrisolti potrebbero sperimentare un miglioramento cognitivo una volta che i sintomi saranno spariti

Bisogna precisare che, anche se in misura minore, dallo studio emerge che anche il Covid-19 di breve durata era associato a "piccoli deficit cognitivi dopo il recupero".

Sono stati, inoltre, riscontrati ulteriori benefici legati alla vaccinazione: l'analisi comparativa tra gruppi vaccinati e non vaccinati ha, infatti, rivelato un piccolo vantaggio cognitivo tra coloro che avevano ricevuto la somministrazione di più dosi.

Questo risultato, sebbene modesto, suggerisce un possibile impatto positivo delle vaccinazioni sulla salute cognitiva a lungo termine e un possibile ruolo protettivo delle immunizzazioni.

Non sono stati segnalati, inoltre, eventi avversi o complicazioni nel corso dello studio.

Conseguenze del Long Covid: a che punto siamo?

Grazie a questa approfondita indagine è emerso chiaramente che il contagio da Covid-19 è correlato a deficit cognitivi misurabili a lungo termine.

Le implicazioni cliniche di tali deficit rimangono, però, ancora incerte, sottolineando la necessità di ulteriori ricerche e approfondimenti per comprendere appieno gli effetti del Long Covid sulle funzioni cognitive.

Sebbene la relazione tra Covid e deficit cognitivi si sia attenuata nel corso della pandemia, infatti, il quadro complessivo sottolinea l'importanza di comprendere e monitorare gli effetti a lungo termine della malattia, nonché di promuovere strategie preventive e di gestione per mitigare tali impatti sulla salute cognitiva della popolazione.

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Arianna Bordi | Editor
Scritto da Arianna Bordi | Editor

Dopo la laurea in Letteratura e Lingue straniere, durante il mio percorso di laurea magistrale mi sono specializzata in Editoria e Comunicazione visiva e digitale. Ho frequentato corsi relativi al giornalismo, alla traduzione, alla scrittura per il web, al copywriting e all'editing di testi.

Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Arianna Bordi | Editor
Arianna Bordi | Editor
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