Avete mai sentito parlare di Helicobacter Pylori? Il nome è curioso quanto, ahimè, i suoi effetti sullo stomaco. Si tratta, infatti, di un batterio spiraliforme, in grado di invadere la mucosa che riveste lo stomaco e colonizzarla.
In alcuni casi, i soggetti colpiti non manifestano alcun segno; altre volte, invece, sono proprio mal di stomaco e reflusso gastroesofageo i segnali che devono farci preoccupare. Se trascurati, infatti, questi disturbi possono peggiorare, sino ad arrivare alla comparsa di vere e proprie ulcere al livello del duodeno – il primo tatto che costituisce l’intestino.
1982: l’Helicobacter Pylori esce allo scoperto
Dobbiamo fare un salto indietro nel tempo, nel 1982, anno in cui due medici australiani, il dr. Robin Warren e il dr. Barry Marshall riescono a isolare un nuovo batterio, l’Helicobacter Pylori, appunto.
Attribuiscono, sin da subito, a questo ospite indesiderato le cause dello sviluppo dell’ulcera gastrica e duodenale. Non tutti gli scienziati sono però d’accordo. Le perplessità hanno lunga vita ed è solo nel 1994 che oltreoceano, in America, il National Institute of Health (Nih) dichiara ufficialmente come vera l’intuizione dei due medici. Nel 1996, la Food and Drug Administration (Fda) approva il primo trattamento antibiotico specifico.
Ma il riconoscimento non si ferma qui: nel 2005, Marshall e Warren ricevono il meritato premio Nobel per la medicina, avendo contribuito con la loro scoperta alla cura della maggior parte delle malattie gastriche infettive.
Helicobacter Pylori: come si trasmette?
La domanda merita un’attenta risposta, proprio per evitare che il batterio dilaghi. Si trasmette da uomo a uomo, attraverso liquidi orali o sostanze oro-fecali e ad essere più colpiti sono i soggetti con un sistema immunitario debole. Certamente, il contatto con acqua e oggetti contaminati potrebbe rappresentare un pericolo, seppur non definitivamente conclamato.
Quali sono i sintomi?
Come già detto, il bruciore di stomaco – nella parte superiore, al mattino e lontano dai pasti, è uno dei sintomi del batterio e, quindi, dell’ulcera.
Al contrario di ciò che si è soliti pensare, più rari sono: nausea, vomito e inappetenza. L’ulcera può, poi, ovviamente, creare anemia.
Non solo: va detto che una delle più gravi complicazioni del batterio è il carcinoma allo stomaco (parliamo di un aumento del rischio di 2-6 volte).
Come si cura?
Ottenuta una diagnosi certa, la terapia prevista è antibiotica, per più di una settimana. Ovviamente, per contrastare i sintomi, si consigliano spesso farmaci antiacidi e fermenti lattici; anche la dieta deve essere più leggera, sana ed equilibrata.
Ma parliamo della diagnosi… a casa!
Già, la scienza in campo diagnostico fa passi da gigante e, oggi, il test per H. Pylori si può effettuare anche a casa. In che modo? Utilizzando dispositivi immunologici rapidi e altamente specifici, che prevedono il prelievo di una piccola goccia di sangue, da cui rilevare la presenza di anticorpi anti-Hp nell’organismo, in soli 10 minuti.
Il test si può eseguire sempre, quando si avvertono disordini gastrici di natura apparentemente inspiegabile.
Perché dunque rimandare? Se soffrite di disturbi allo stomaco, parlatene al vostro medico e scoprite come capirne di più, anche da soli e comodamente da casa!