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Malattia di Crohn: cosa aspettarsi, invecchiando

Redazione

Ultimo aggiornamento – 31 Gennaio, 2022

Crohn e Complicazioni con il passare degli anni

19 maggio 2019: 5 milioni di persone in tutto il mondo celebreranno la Giornata Mondiale delle Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino. Parliamo di patologie gravi che segnano e condizionano la vita dei pazienti colpiti: la Malattia di Crohn e la Rettocolite Ulcerosa.

Partirà, dunque, una importante campagna di sensibilizzazione, promossa dalla Federazione Europea per Crohn e Colite Ulcerosa (European Federation of Crohn´s and Ulcerative Colitis), Amici Italia Onlus e ad altre associazioni IBD: “Migliorare la qualità di vita per i pazienti affetti da MICI”, acquisendo sempre più consapevolezza sulle malattie infiammatorie dell’intestino. Si tingeranno di luci viola i principali monumenti delle città, per dar colore e attenzione alla causa.

Sabato 18 maggio, inoltre, a partire dalle 9.30 presso la Sala plenaria “Spazio 3” dell’Hotel NH Venezia Laguna Palace – Mestre, si terrà un convegno, “Le malattie infiammatorie croniche intestinali: La parola ai pazienti“, promosso da Amici Onlus, durante il quale si affronteranno le principali tematiche sulle MICI. All’evento, Amici Onlus presenterà il progetto di collaborazione con Pazienti.it, che vedrà la partecipazione di illustri Specialisti, che si metteranno a disposizione dei pazienti per effettuare videoconsulti e promuovere così la cultura della prevenzione e dell’attenzione costante alla salute.

Ma entriamo ora nel dettaglio, cercando di capire insieme cosa è la malattia di Crohn e come affrontarla.

Malattia di Crohn: cosa aspettarsi?

Quando parliamo di malattia di Crohn, facciamo riferimento a un disturbo autoimmune che colpisce l’intestino, provocando infiammazioni, a volte anche gravi.

La malattia può manifestarsi in forma lieve, media o avanzata, con sintomi che tendono, man mano, a peggiorare. Parliamo di disturbi che possono condizionare in negativo la quotidianità, con:

  • eccessiva flatulenza;
  • mal di pancia;
  • diarrea;
  • nausea e disturbi alla digestione;
  • senso di affaticamento e debolezza.

Importante, dunque, è non tardare con la diagnosi, per evitare che la patologia possa interferire troppo con lo svolgimento delle normali attività quotidiane.

Chi soffre di questo disturbo, infatti, fa ben presto i conti con la cronicità della malattia, rischiando in alcuni casi di vivere con sconforto questa consapevolezza e di seguire in maniera scorretta la terapia farmacologica prescritta e necessaria.

Fortunatamente, la terapia garantisce un ritorno alla normalità, andando a limitare la riacutizzazione dei sintomi e dei disturbi fisici.

L’impatto psicologico col passare degli anni…

Col tempo, però, soprattutto per chi è stato necessario sottoporsi a un intervento chirurgico per l’asportazione delle parti dell’intestino interessate dall’infiammazione, dalle fistole e dagli ascessi, possono insorgere blocchi intestinali e complicazioni, anche apparentemente lontane dal disturbo iniziale, come l’osteoporosi.

Non sono isolati, dunque, episodi di depressione, di malinconia o di ansia, che però è possibile contrastare con il supporto della psicoterapia e con la vicinanza dei familiari e delle associazioni di pazienti.

Convivere con il Crohn

Ovviamente, per chi convive con il Crohn è bene modificare il proprio stile di vita e tentare di limitare i fattori di rischio che possono far sì che si ripresentino i fastidi.

Dunque, il consiglio degli specialisti è quello di evitare latte e latticini – non sempre semplici da digerire –, bere molta acqua, mangiare meno e più spesso, senza eccedere con le fibre, in modo da non sovraccaricare il lavoro dell’apparato gastrointestinale.

Non meno importante è smettere di fumare e fare attività fisica.

Malattia di Crohn, attenzione non solo all’intestino!

Per alcuni pazienti, la malattia di Crohn può tradursi in conseguenze per la salute che non coinvolgono solo l’intestino. Possono, infatti, essere coinvolti anche:

  • i reni, con la presenza di calcoli, formatisi a seguito dell’infiammazione dell’ileo terminale e del malassorbimento dei grassi che, legandosi al calcio, trattengono maggiormente l’ossalato.
  • la cistifellea, sempre con calcoli a causa di un cattivo assorbimento degli acidi biliari dall’ileo terminale;
  • il fegato, con alterazioni del tessuto epatico;
  • le ossa, con il manifestarsi di spondilite anchilosante, sacroileite, dolore lombare – che risultano colpire maggiormente i pazienti con Crohn.

Se compare da bambini, poi, la malattia può incidere negativamente sullo sviluppo sessuale e sulla crescita più in generale.

Inoltre, in gravidanza, il disturbo può rappresentare un vero e proprio rischio di parto prematuro o aborto, quando i sintomi insorgono durante la gestazione.

Un consiglio sempre valido

In ogni caso, il consiglio è sempre quello di affidarsi al proprio specialista in gastroenterologia e prestare la massima attenzione a disturbi correlati.

Adottare uno stile di vita sano e affrontare con positività la malattia è di certo il modo migliore per convivere serenamente con il Crohn, che non deve mai avere la meglio su umore e sorriso!

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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