A cura del dr. Riccardo Gobbi – Otorinolaringoiatra – Esperto Otorino EOS-DRS in disturbi respiratori nel Sonno – Dirigente Medico ORL Dipartimento Testa e Collo AUSL ROMAGNA – U.O Otorinolaringoiatria e Chirurgia Orale – Ospedale Morgagni-Pierantoni, Forlì.
Spesso, si confondono i disturbi del sonno con lo stato di insonnia, ossia la totale mancanza di sonno e l’impossibilità di dormire durante la notte. Ma ciò è inesatto. Infatti, i disturbi del sonno comprendono non solo l’insonnia, ma anche il russare, le ipersonnie, il sonnambulismo e la molto più comune OSAS, ossia la sindrome delle apnee notturne.
Vediamo in cosa consiste questo disturbo e perché è importare prestare attenzione alla posizione quando si dorme.
La sindrome delle apnee ostruttive del sonno
La OSAS, cioè la sindrome delle apnee nel sonno consiste in episodi ricorrenti di ostruzione totale o parziale delle vie respiratorie durante la fase del sonno. Tale ostruzione ha la durata che varia da 10 secondi fino a più di un minuto.
Queste ostruzioni non solo possono alterare la qualità del sonno, ma possono anche incidere negativamente sulla qualità della vita di una persona.
Si stima, infatti, che le apnee nel sonno colpiscano il 20% della popolazione adulta in Italia, uomini e donne, e che sia responsabile di migliaia di infortuni sul lavoro e persino di morte. Inoltre, sembra che il 70% delle persone che soffre di OSAS non sia identificato come tale e che pertanto non riceva i giusti trattamenti.
I fattori di rischio che aumentano le alterazioni del sonno sono:
- Obesità
- Abuso di tabacco e alcol
- Ostruzione anatomica delle vie respiratorie
Le conseguenze dell’OSAS non trattata
In caso di mancata diagnosi e di mancato trattamento della sindrome delle apnee del sonno, il paziente può sviluppare:
- Ipertensione
- Aritmia cardiaca
- Disturbi dell’umore, come depressione
- Insonnia
- Emicrania
- Diabete
Una delle conseguenze più gravi e tristemente più comuni della OSAS è l’eccessiva sonnolenza diurna, nota anche con la sigla inglese EDS (Excessive Daytime Sleepiness). Questo disturbo causa ogni anno migliaia di incidenti stradali e lavorativi, proprio perché la mancanza di sonno comporta non solo sonnolenza e colpi di sonno, ma anche mancanza di concentrazione.
La posizione giusta per dormire
Secondo diverse ricerche, un paziente su due affetto da OSA soffre di OSA posizionale, laddove la posizione in cui si dorme incide negativamente sulla qualità del sonno, causando maggiori interruzioni nella respirazione.
La posizione più scorretta sembrerebbe proprio quella supina, quindi a “pancia in su”. Infatti, molti pazienti lamentano persino un aumento del russamento mentre si dorme sulla schiena. Il modo più corretto per evitare un’ostruzione delle vie respiratore consiste nel mettersi su un fianco o persino a “pancia in giù”.
Terapia posizionale, come fare per evitare di dormire supini?
Innanzitutto, la prima cosa da fare quando si soffre di apnee ostruttiva nel sonno è proprio quella di valutare lo stato del proprio materasso e del cuscino. Se entrambi sono particolarmente datati e duri, è il caso di cambiarli a favore delle ultime innovazioni, come i materassi e i cuscini in memory-foam o comunque senza le vecchie molle, tipiche dei letti più datati.
Una volta migliorata la propria postazione del sonno, è necessario cambiare posizione per dormire. Molte ricerche hanno, infatti, confermato che dormire su un fianco permetterebbe la riduzione delle interruzioni del respiro. Come in molti sanno, quando il proprio partner russa rumorosamente, è sufficiente fargli cambiare posizione affinché smetta. La terapia posizionale sfrutta proprio tale principio, adottando tuttavia delle tecniche che permettono di assumere la giusta posizione durante la notte.
In linea di massima, tale terapia prevede l’ausilio di oggetti esterni per riuscire a mantenere la posizione sul fianco, come:
- Dispositivi tecnologici che favoriscono la posizione più corretta, monitorando la posizione nel sonno e dando impercettibili vibrazioni quando si dorme in posizione supina (Sleep positional trainers);
- Posizionare un cuscino lateralmente lungo la schiena per prevenire il rotolamento;
- Evitare consumo di alcol, tabacco e cibi pesanti prima di andare a dormire per favorire il sonno.
A chi è consigliata la terapia posizionale?
Tale terapia è consigliata solo ai soggetti non gravi e comunque non sostituisce l’uso della CPAP, ossia della Pressione Positiva Continua delle vie aeree. Questo ausilio consiste in una macchina di ventilazione notturna dotata di una maschera naso-buccale da indossare durante il sonno e che permette la respirazione, inibendo gli episodi di ostruzione e pertanto una mancata ossigenazione.
Prima di ricorrere alla C PAP o alla terapia posizionale, è necessario sottoporsi a diversi esami per l’igiene del sonno, se si notano problemi di stanchezza e sonnolenza diurna (polisonnografia).
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