Siete certi di sapere perché il corpo invecchia?

Tania Catalano | Biologa

Ultimo aggiornamento – 30 Aprile, 2019

Perché il corpo invecchia
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A nessuno piace invecchiare. Rughe, acciacchi ed energia calante non sono sempre facili da accettare. Eppure, tutto invecchia.

L’invecchiamento (purtroppo) è un processo fisiologico a cui nessuno può sottrarsi. Ma come funziona questo inarrestabile processo? Eccolo spiegato.

Perché si invecchia

Nel 2013, per scoprire quali fossero i meccanismi che determinano i decadimenti legati all’età, sulla rivista Cell è stato pubblicato un articolo titolato The Hallmarks of Aging, che riassumeva tutto ciò che accade nei nostri corpi quando invecchiamo, e catalogava quei processi in nove segni distintivi.

  1. Errori a carico del DNA – Il DNA contiene istruzioni genetiche per tutte le funzioni del corpo. Con l’invecchiamento, però, si verificano errori a carico del DNA. Quando il DNA viene replicato, infatti, il codice potrebbe non essere sempre copiato correttamente. Il codice genetico è un manuale di istruzioni di una cellula: così, se gli errori si accumulano, le istruzioni diventano poco chiare. Ciò può portare alla distruzione della cellula e, in alcuni casi, persino renderla cancerosa. Insomma, le cellule hanno degli efficientissimi meccanismi di riparazione del DNA che, tuttavia, con l’invecchiamento funzionano con minor efficienza. Come migliorare questo sistema? Scoprirlo potrebbe rappresentare una chiave di volta.
  2. Espressione genica – L’espressione genetica, ovvero quali geni devono essere espressi, è regolata da sistemi specifici. Tuttavia, con l’avanzare dell’età, le proteine legate al DNA diventano meno accurate, e i geni iniziano a essere espressi quando non dovrebbero esserlo o, per errore, potrebbero non essere più espressi.  Questo si traduce nella mancata produzione di alcune proteine o nella presenza di proteine dannose e inutili. Ad esempio, se un cambiamento involontario provoca il silenziamento di un gene che aiuta a sopprimere i tumori, le cellule potrebbero crescere incontrollatamente determinando la nascita di un cancro. Buone notizie, però. Gli scienziati hanno scoperto che il controllo di questi tipi di errori può migliorare alcuni effetti neurologici dell’invecchiamento nei topi, come il deterioramento della memoria.
  3. Telomeri che si accorciano – I telomeri sono cappucci protettivi alle estremità di ciascun cromosoma. Alcune ricerche suggeriscono che ogni volta che le cellule si dividono, le parti finali del cromosoma si accorciano. Quando i telomeri si riducono drasticamente fino a perdersi, i cromosomi diventano instabili e sorgono molti problemi tra cui la mancata o non corretta replicazione. I cromosomi non replicati correttamente possono rompersi, andando ad uccidere le cellule. Gli scienziati hanno però scoperto in che modo aumentare i livelli di telomerasi – un enzima che può estendere la lunghezza dei telomeri – nei topi, estendendo la durata della loro stessa vita dei topi.
  4. Le proteine diventano meno stabili (e meno precisi) – Nelle nostre cellule, le proteine vengono prodotte costantemente e controllano quasi ogni funzione all’interno della cellula. Ma le proteine devono essere riciclate regolarmente perché perdono la loro efficacia nel tempo. Invecchiando, i nostri corpi perdono la capacità di eliminare le vecchie proteine. Se i nostri corpi non riescono a eliminare le proteine inutilizzabili, possono accumularsi e diventare tossiche. L’accumulo di proteine è una delle principali caratteristiche della malattia di Alzheimer in cui le proteine imputate, note come aggregati di beta-amiloide, si accumulano nel cervello provocando la perdita di cellule nervose.
  5. Le cellule non muoiono quando dovrebbero – Quando le cellule subiscono stress, a volte smettono di dividersi e diventano resistenti alla morte. Si trasformano in qualcosa che gli scienziati chiamano “cellule zombie”, che possono infettare altre cellule nelle loro vicinanze e diffondere l’infiammazione in tutto il corpo. Queste cellule sono anche chiamate cellule senescenti: lo loro eliminazione sembrerebbe annullare gli effetti dell’invecchiamento. Allo stesso modo, quando le cellule senescenti sono state iniettate nei topi giovani, hanno avuto effetti debilitanti e infiammatori, essendo dannose per la salute in generale. Diversi farmaci (chiamati senolitici) sono ora in fase di sviluppo con l’obiettivo di ridurre le cellule senescenti negli anziani per trattare le malattie legate all’età.
  6. I mitocondri non funzionano bene – I mitocondri sono organuli deputati alla produzione di energia cellulare. Man mano che gli organismi e le loro cellule invecchiano, queste mini centrali diventano più inefficienti e disfunzionali, producendo una forma alterata di ossigeno che può causare danni al DNA e alle proteine. In uno studio pubblicato sulla rivista Nature, gli scienziati sono stati in grado di eliminare alcune rughe nei topi ripristinando la funzione dei loro mitocondri.
  7. Metabolismo “squilibrato” –  Le cellule devono adattarsi alla quantità di sostanze nutritive disponibili. Quindi, se il metabolismo cellulare non funziona correttamente, la cellula non ha più la capacità di elaborare i nutrienti, determinando c0sì diversi problemi. Con l’età, le cellule diventano meno accurate nel rilevare la quantità di glucosio o di grasso presente nel corpo, ed alcuni grassi e zuccheri non vengono elaborati correttamente. Le cellule che invecchiano accumulano una quantità eccessiva di grassi: questo perché le cellule non lo digeriscono correttamente. Questo può influenzare l’insulina che svolge un ruolo chiave nella comparsa o meno del diabete. Questo è il motivo per cui il diabete legato all’età è abbastanza comune: i corpi non possono più metabolizzare correttamente tutte le cose che mangiano.
  8. I tessuti smettono di essere riparati e rinnovati – Quasi tutti i tessuti si rinnovano in una certa misura, ma il tasso di rinnovamento diventa più lento con l’invecchiamento, che è parte del motivo per cui si accumula il danno tissutale. Le cellule staminali sono cellule che hanno la capacità di “diventare diversi tipi di cellule” nel nostro corpo. In molti tessuti agiscono come un sistema di riparazione interno, reintegrando le cellule danneggiate o morte. Con l’età, le cellule staminali si esauriscono e sono meno attive, il che significa che non possono dividersi altrettanto rapidamente. L’esaurimento delle cellule staminali significa che i tessuti che dovrebbero essere rinnovati in realtà non si rinnovano.
  9. Le cellule perdono la capacità di comunicare l’una con l’altra – Perché tutto funzioni, le cellule devono comunicare costantemente tra loro. Con l’invecchiamento la comunicazione diventa meno efficiente: alcune cellule diventano meno reattive, causando infiammazione, che va a bloccare ulteriormente la comunicazione tra cellule sane e funzionanti. Con le cellule incapaci di comunicare, il sistema immunitario non è in grado di eliminare efficacemente patogeni e cellule senescenti. L’invecchiamento modifica anche il livello della comunicazione intercellulare attraverso i sistemi endocrino e neuroendocrino. I messaggi inviati attraverso molecole ormonali che circolano attraverso questi sistemi, come l’insulina, tendono a perdersi.

L’obiettivo della ricerca è di trovare la relazione tra questi nove processi. Ma, secondo il dr. Manuel Serrano, uno degli autori dello studio, molti scienziati stanno lavorando per scoprirlo.

Quando gli scienziati comprenderanno le relazioni che legano questi processi, allora saranno in grado di creare trattamenti più efficaci al fine di manipolare il modo in cui invecchiamo e curiamo le malattie legate all’età.

Tania Catalano | Biologa
Scritto da Tania Catalano | Biologa

Sono laureata in Scienze Biologiche e sto per conseguire la laurea Magistrale in Biologia Sanitaria e Cellulare Molecolare. Nei lavori di stage presso diversi laboratori di analisi biochimico cliniche ho approfondito la diagnostica clinica e immunologica. Mi occupo di giornalismo medico scientifico e approfondisco spesso la relazione tra nutrizione e patologie cronico-degenerative.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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