Polipi alla gola: cosa fare quando le corde vocali sono compromesse? La voce può tornare quella di prima?
Lo abbiamo chiesto a Sara Panizzolo, Logopedista UOC ORL e Chirurgia cervicofacciale, presso l’Azienda Ospedaliera Dei Colli-Monaldi di Napoli.
Che cosa sono i polipi e come si interviene?
I polipi sono una patologia di tipo otorino-laringoiatrico, che interessa le corde vocali. Da soli non guariscono: servono terapia logopedica e intervento chirurgico.
La buona prassi è quella di prevedere un intervento logopedico preparatorio – circa 4-5 sedute – in cui si impostano le basi per imparare a respirare correttamente e a rilassare la muscolatura interessata, perché la respirazione è alla base di una buona fonazione, ossia una buona voce.
I polipi infatti non sono un problema di linguaggio, ma di voce.
Nel trattamento pre-intervento si danno anche consigli di igiene vocale, che sono consigli di tipo comportamentale: niente fumo, non urlare, non parlare ad alta voce, ricordarsi di idratare le corde vocali; in presenza di reflusso, no alle bevande gassate, etc.
Si tratta di norme che servono a sostenere l’intervento del logopedista: ricordiamoci che l’intervento su un disturbo di voce è un intervento comportamentale. Se ti sono venuti polipi, è necessario che impari a parlare bene, ossia devi apprendere un corretto comportamento fonatorio.
E dopo l’intervento? Quando e come si inizia a lavorare con il logopedista?
Dopo una decina di giorni circa, sulle corde vocali ormai libere, si lavora sull’impostazione della voce, su quello che si chiama “accordo pneumofonico”: ossia la coordinazione tra respiro e voce.
In tutto, sono dieci sedute al massimo di attività che si focalizzano sul ripristino del movimento e della vibrazione delle corde vocali (mentre, come dicevamo poco fa, il trattamento fatto prima dell’operazione serve per impostare le basi della respirazione). E si può acquisire una voce anche migliore di prima.
C’è pericolo di recidive?
È possibile. Dipende dalla familiarità e dalla predisposizione. Ma se invece il disturbo di voce era dovuto esclusivamente a un’iperfunzione fonatoria – se si parlava troppo e male – in quel caso, se si riesce a generalizzare il buon comportamento fonatorio appreso con l’aiuto del logopedista, allora non si avranno recidive.
Cosa significa generalizzare il buon comportamento?
Imparare il comportamento corretto è una cosa, ma poi riuscire a generalizzarlo, a metterlo in pratica tutti i giorni, è un lavoro ulteriore. Per questo è consigliabile un follow up di tipo sia foniatrico che logopedico per verificare l’effettivo utilizzo del comportamento appresso.
Chi è soggetto prevalentemente ai disturbi di voce?
In genere i disturbi di voce (le disfonie), in cui rientrano anche noduli e prolassi, sono più frequenti nelle persone di sesso femminile, per cause di tipo ormonale, professionale (pensiamo a quante insegnanti donne ci sono) o anche emotivo.