Ce ne parla il dottor Andrea Barbieri, otorinolaringoiatra all’Ospedale San Martino di Genova.
Il naso è una struttura molto complessa, dove possono avere sede patologie di gravità di tipo diverso. È il caso dei polipi nasali, delle neoformazioni che possono essere tenute sotto controllo attraverso una terapia medica o, nei casi più difficili, asportate tramite la chirurgia endoscopica.
Ce ne parla il dottor Andrea Barbieri, otorinolaringoiatra presso l’Ospedale San Martino di Genova e presso varie strutture private in città.
Il naso: come è fatto?
Il naso è una struttura molto complessa, anatomicamente divisa in due cavità attraverso il setto nasale. Il setto nasale ha una componente cartilaginea, una componente posteriore ossea e sulla parete laterale presenta delle strutture che si chiamano turbinati nasali: è qui, fra turbinato medio e turbinato inferiore, che avviene il 70% del passaggio dell’aria durante la respirazione.
Perché l’aria passa dal naso e non dalla bocca?
L’aria deve passare dal naso perché qui subisce un trattamento importante. La funzione nasale è quella di filtrare l’aria, di riscaldarla e di umidificarla, per cui se l’aria passasse dalla bocca, anziché dal naso, mancherebbero queste importanti funzioni.
I pazienti potrebbero dunque avvertire dei disturbi, come la fastidiosa sensazione di secchezza nasale. Questa zona va valutata con attenzione, perché le patologie possono essere causa di ostruzioni respiratorie.
Quali sono le più comuni cause di ostruzione respiratoria nasale?
Sono moltissime. Dalle banali cause di tipo infiammatorio, allergico o vasomotorio, che prevedono un trattamento spesso esclusivamente di tipo medico, a cause legate a malformazioni del setto nasale che possono essere di tipo congenito o di tipo acquisito, conseguenti a traumi di vario tipo o a microtraumi subiti in età pediatrica, che hanno impedito la corretta crescita del setto nasale.
A determinare le ostruzioni respiratorie nasali sono anche le neoformazioni nasali, come i polipi nasali.
Polipi nasali: cosa sono?
Si tratta di formazioni tumorali benigne molto frequenti che interessano, in particolare, soggetti intolleranti all’aspirina o pazienti asmatici o allergici.
Esistono diverse varianti di polipi nasali:
- le poliposi bilaterali di tipo massivo, che creano grande ostruzione respiratoria e sintomi molto fastidiosi, come cefalea, riduzione dell’olfatto, prurito nasale, continuo gocciolamento di secrezioni che dal naso scendono nelle vie respiratorie inferiori, determinando anche sindromi rinobronchiali (come la tosse);
- le poliposi monolaterali, i cosiddetti polipi antrocoanali, che hanno tipicamente insorgenza dalla zona del seno mascellare, un antro del naso.
Qual è il trattamento più corretto?
Il primo approccio contro la poliposi nasale è quello medico: la terapia deve essere ripetuta nel tempo e si basa su cicli di spray nasale cortisonico o su un trattamento cortisonico sistemico, cioè per compresse o per iniezioni, associato anche a trattamenti di tipo antistaminico o a irrigazioni nasali con soluzione fisiologica.
In questo modo, si riesce a controllare la patologia anche per anni.
Quando si rende necessario un intervento di tipo chirurgico?
Se il trattamento medico non porta benefici, si passa a quello chirurgico. Oggi si utilizza la video-endoscopia, cioè un sistema di chirurgia endoscopica con monitor, che permette di arrivare in tutte le parti del naso e di agire con estrema precisione sulle “cellette ossee”, all’interno delle quali si formano le proliferazioni polipoidi.
La chirurgia endoscopica permette di conservare tutte le strutture del naso importanti, ma allo stesso tempo di essere radicali nella chirurgia, eliminando totalmente, o quasi, la patologia polipoide.
Dopo l’asportazione chirurgica del polipo nasale ci si può considerare guariti?
L’intervento chirurgico non è sufficiente a risolvere la patologia polipoide dato che si ha a che fare con una patologia cronica: i polipi nasali sono delle formazioni che possono riformarsi nel tempo, per questo è necessario seguire una terapia medica a cicli anche nel post operatorio.
Quindi, il paziente operato dovrà seguire dei cicli di terapia nasale topica steroidea (quindi spray nasale cortisonico), che andrà ripetuta per due mesi con intervalli di quattro mesi nel corso degli anni.
Le altre patologie del naso
Oltre ai polipi nasali, è possibile rilevare la presenza di formazioni molto aggressive a benignità intermedia o formazioni di tipo maligno.
Le formazioni a benignità intermedia sono i cosiddetti papillomi invertiti, delle patologie che vanno trattate chirurgicamente come se fossero dei tumori maligni per diversi motivi: hanno la tendenza ad essere molto aggressivi, a recidivare molto nel tempo e hanno la potenzialità di trasformarsi in carcinomi nell’arco degli anni.
Il papilloma invertito va dunque trattato aggressivamente con una demolizione della componente ossea della cavità nasale alla quale il papilloma è adeso. Fra le patologie del naso ci sono anche i carcinomi nasali, che presentano sintomi iniziali che rischiano di fare pensare ad una banale poliposi. Ma se il paziente nel tempo nota la presenza di una secrezione nasale sanguinolenta o mista a secrezioni sieromucose o con cattivo odore è necessario un controllo approfondito.