Quando la fame cambia l’umore: cosa succede davvero tra corpo e cervello

Emanuela Spotorno |  Autrice e divulgatrice esperta in salute, benessere femminile e medicina preventiva
A cura di Emanuela Spotorno
Autrice e divulgatrice esperta in salute, benessere femminile e medicina preventiva

Data articolo – 18 Dicembre, 2025

donna mangia una fetta di pane con la marmellata

Irritabilità, nervosismo e calo del tono dell’umore quando si ha fame non sono solo sensazioni soggettive. Negli ultimi anni, diverse ricerche hanno evidenziato un legame stretto tra metabolismo energetico e benessere emotivo. 

Un nuovo studio tedesco, pubblicato su The Lancet, contribuisce a chiarire questo rapporto, mostrando come le variazioni del glucosio e, soprattutto, la percezione consapevole della fame possano influenzare direttamente l’umore.

Fame, metabolismo ed emozioni: un equilibrio delicato

È noto che la fame si associa frequentemente a irrequietezza, irritabilità, tristezza e rabbia, mentre la sazietà favorisce rilassamento, soddisfazione e calma. Questa relazione non è casuale, ma risponde a un meccanismo di regolazione essenziale per la sopravvivenza: segnalare al cervello la necessità di assumere energia. 

Al centro di questo processo si trova il glucosio, principale fonte energetica dell’organismo e del sistema nervoso. Quando i livelli di glucosio diminuiscono, il corpo attiva una risposta ormonale che include il rilascio di glucagone, la mobilitazione delle riserve epatiche e la riduzione della secrezione di insulina, con l’obiettivo di stimolare l’appetito e favorire l’assunzione di cibo. 

Al contrario, livelli più elevati di glucosio stimolano la secrezione di insulina, inducono sazietà e contribuiscono a ridurre tensione e desiderio di cibo. Ciò che finora restava poco chiaro era se queste variazioni metaboliche potessero influenzare l’umore in modo diretto o se l’effetto dipendesse dalla percezione soggettiva dello stato interno.

Lo studio pubblicato su The Lancet

Per approfondire questa relazione, i ricercatori delle Università di Tubinga e Bonn, insieme a diversi centri tedeschi specializzati in salute mentale e diabete, hanno condotto uno studio su 90 adulti sani (46 donne e 44 uomini). 

I partecipanti sono stati monitorati per quattro settimane attraverso sensori interstiziali del glucosio, affiancati da valutazioni quotidiane dell’umore e degli stati metabolici percepiti, come fame e sazietà.

I risultati hanno confermato che i soggetti che riferivano maggiore fame tendevano a riportare un umore più negativo e che le valutazioni soggettive rispecchiavano fedelmente le variazioni dei livelli di glucosio. 

Tuttavia, l’analisi dei dati ha evidenziato un aspetto cruciale: i cambiamenti dell’umore non dipendevano automaticamente dalle fluttuazioni glicemiche, ma dalla consapevolezza dello stato di fame.


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La percezione corporea come fattore chiave

Secondo lo studio, livelli più bassi di glucosio influenzavano l’umore solo quando i partecipanti erano consapevoli di avere fame. Secondo i ricercatori, infatti, il calo del glucosio non influisce automaticamente sull’umore: a fare la differenza è la capacità di riconoscere consapevolmente lo stato di fame, che permette di interpretare correttamente i segnali del corpo e di regolare più efficacemente la risposta emotiva.

In assenza di questa valutazione soggettiva, il dato biologico da solo non risultava sufficiente a spiegare le variazioni emotive. Inoltre, le persone con una maggiore accuratezza interocettiva, ovvero una migliore capacità di riconoscere e interpretare i segnali interni del corpo, mostravano minori oscillazioni dell’umore, anche in presenza di cambiamenti metabolici.

Questi risultati suggeriscono che le reazioni emotive legate alla fame non siano generate da segnali inconsci, ma da un’integrazione consapevole tra informazioni corporee e processi cognitivi. 

Un aspetto che rafforza le teorie psicologiche delle emozioni e offre una chiave di lettura utile per comprendere perché condizioni come obesità, resistenza all’insulina e diabete siano frequentemente associate a disturbi dell’umore.

La ricerca conferma che la fame può influenzare l’umore, ma non in modo automatico: è la percezione consapevole dello stato metabolico a fare la differenza, evidenziando il ruolo centrale del dialogo continuo tra corpo e mente nella regolazione del benessere emotivo.

Fonti

PubMed  - Glucose levels are associated with mood, but the association is mediated by ratings of metabolic state

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