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Rottura del tendine di Achille: intervento e tempi di recupero

Gloria Negri | Biologa e ricercatrice

Ultimo aggiornamento – 28 Marzo, 2022

Tendine d'Achille: Infiammazione

Il tendine d'Achille, in termini medici tendine del tricipite surale o tendine calcaneare, collega i muscoli del polpaccio al calcagno ed è responsabile di molti dei movimenti che avvengono a livello del piede e della gamba. 

Si tratta del tendine più lungo del corpo umano e quello sollecitato dalle forze maggiori. Il tendine di Achille è privo della guaina simil-sinoviale che, normalmente, avvolge le strutture tendinee del nostro corpo; nel suo caso è, invece, presente una sottile guaina che prende il nome di peritenonio. Il peritenonio non fornisce un supporto vascolare al tendine. Il sangue raggiunge il tendine tramite il muscolo del polpaccio per semplificare, da cui il tendine stesso deriva, o dal calcagno, l’osso su cui si inserisce.

Come capire se il tendine di Achille è rotto o infiammato

La rottura del tendine d'Achille è un grave infortunio ortopedico che consiste nella lacerazione della robusta e forte banda connettivo-fibrosa che unisce i muscoli del polpaccio (gastrocnemio e soleo) al calcagno (od osso calcaneare). Questo tipo di infortunio è tanto più doloroso quanto maggiormente è estesa la rottura, e viene descritto come un dolore improvviso e straziante.

La rottura del tendine d'Achille è tipica dei soggetti, sportivi e non, che negli anni hanno avuto molti episodi di tendinopatia dovuta a sovraccarico funzionale.

L’infiammazione che interessa il tendine d’Achille è detta tendinite d’Achille o tendinopatia achillea; essa è meno dolorosa della rottura del tendine, ma può arrecare altrettanti fastidi.

La tendinopatia può essere classificata in:

  • inserzionale, quando interessa la zona del tendine d’Achille che si inserisce sul calcagno;
  • non inserzionale, quando riguarda il corpo tendineo.

La tendinopatia inserzionale è più frequente negli sportivi di 30-40 anni o nelle persone non sportive che hanno superato i 60 anni di età, mentre quella inserzionale è quasi sempre legata all’attività sportiva: stress ripetuti, overuse, calzature sbagliate e terreni d’allenamento non adatti rappresentano le cause più frequenti di una patologia, che interessa in modo particolare chi pratica corsa e salto, basket, volley e calcio.


Leggi anche: Dolore al calcagno: sapresti individuare la causa?


I sintomi del tendine di Achille rotto

Quando si verifica la rottura del tendine, molte persone riferiscono di sentire un rumore di secco, simile a una frustata. Solitamente, la sintomatologia che accompagna questo infortunio comprende:

  • dolore, anche molto intenso, nella zona del tallone;
  • gonfiore intorno al tallone;
  • incapacità di piegare il piede infortunato verso il basso;
  • incapacità di alzarsi sulla punta del piede infortunato.

Rottura Tendine di Achille: in cosa consiste l'intervento

Il trattamento idoneo per trattare la rottura del tendine d'Achille dipende da molteplici fattori, tra cui la gravità della lesione, l'età del soggetto colpito dall'infortunio e il livello di attività fisica svolta abitualmente. In generale, nel caso di rottura completa, le persone più giovani e attive spesso vengono sottoposte a un intervento chirurgico, attraverso cui il tendine lacerato viene ricucito. In caso, invece, di rottura parziale, può essere utilizzato il gesso o il tutore comprensivo di sostegni per tenere il tallone sollevato, mantenendo quindi il piede in posizione equina, per favorire la rimarginazione del tendine lacerato.

La riabilitazione dopo la rottura del Tendine di Achille

Dopo qualsiasi trattamento, è necessario sottoporsi a un programma di fisioterapia per rinforzare i muscoli delle gambe e lo stesso tendine di Achille. Per tornare alla normale attività quotidiana e sportiva, solitamente sono necessari 4-6 mesi.

Tendine di Achille rotto: i tempi di recupero

Qualora ci sia sottoposti all’intervento chirurgico, occorre prevedere un periodo di immobilizzazione con il piede e la caviglia posizionati a 90° di circa 40 giorni. Trascorso tale periodo, sarà possibile un carico precoce alla rimozione del tutore. Il ritorno al passo, alla guida e alle normali attività è previsto a 2 mesi circa dall’intervento, mentre il ritorno alle attività sportive ad alto impatto di solito avviene tra i 7 e i 9 mesi dall’intervento. In generale, per tornare alla normale attività quotidiana e sportiva solitamente sono necessari 4-6 mesi.

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Gloria Negri | Biologa e ricercatrice
Scritto da Gloria Negri | Biologa e ricercatrice

Osservare un meccanismo biologico, formulare delle ipotesi per spiegarlo e allestire esperimenti per confermare la propria tesi per poi raccogliere i dati e, infine, pubblicarli per rendere la propria scoperta fruibile a tutti: questo è il compito di ogni scienziato… e quindi anche il mio! Sono biotecnologo con dottorato di ricerca in genetica molecolare con una profonda passione per la scrittura e per la divulgazione scientifica. Sono autore e co-autore di articoli scientifici pubblicati su riviste internazionali indicizzate, di abstract per congressi, di contributi per siti internet e di un libro.

a cura di Redazione Pazienti
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