No, le vaccinazioni somministrate ai bambini non indeboliscono né sovraccaricano il sistema immunitario, sebbene questa tesi sia molto in voga tra la popolazione no-vax.
Il motivo è piuttosto semplice: chi sostiene che il sistema immunitario di un neonato sia fragile si sbaglia di grosso. Il neonato ha sviluppato la capacità di rispondere ad antigeni (ossia tutte le sostanze capaci di indurre una risposta immunitaria) prima ancora della nascita.
Sviluppandosi alla 14esima settimana di gestazione, quando ancora il feto è protetto dall’utero materno, le cellule B e T – fondamentali per la risposta immunitaria – divengono infatti una barriera formidabile contro quella moltitudine di virus, funghi e batteri che i più piccoli si trovano a fronteggiare già in sala parto. Se così non fosse, i bimbi non sopravviverebbero. A dirlo, è l’Istituto Superiore di Sanità, l’organo tecnico-scientifico del Servizio Sanitario Nazionale italiano, posto sotto la vigilanza del Ministero della Salute.
I vaccini non influiscono negativamente sul sistema immunitario
Attenzione, poi, alle contraddizioni che questa tesi porta con sé. Da una parte, i no-vax sostengono che le comuni infezioni (dalla pertosse al morbillo) siano salutari, in quanto capaci di rafforzare il sistema immunitario. Di contro, però, si schierano contro le vaccinazioni perché, a loro dire, vanno a indebolire l’azione delle cellule B e T.
Non solo. È innegabile come la malattia impegni le nostre barriere difensive molto più della corrispondente vaccinazione. Come spiegare, altrimenti, i diversi effetti collaterali provocati dall’una e dall’altra? Il morbillo, solo a titolo di esempio, si manifesta con febbre, congiuntivite ed esantema, fino a sfociare in polmonite o encefalite. Il vaccino, invece, decorre perlopiù senza sintomi o con lievi episodi febbrili.
Ricordiamoci, poi, che il nostro sistema immunitario non “vede” le malattie. I linfociti riconoscono degli antigeni, cioè pezzetti di patogeni. Se il nostro sistema immunitario riconosce come nemici alcuni antigeni, produrrà una risposta specifica contro ciascun antigene. Sommando tutti i 15 vaccini somministrati nel primo anno di vita, possiamo contare circa 130 antigeni (proteici o polisaccaridici). Ad esempio, possiamo proteggerci dalla malattia della pertosse con i soli 3 antigeni presenti nel vaccino. La dose della pertosse, solo per citarne una, contiene tre antigeni. Quanti, invece, la Bordetella pertussis, ovvero l’agente eziologico responsabile di questa? Più di 2000.
Insomma, i vaccini rappresentano una parte davvero esigua degli antigeni che il bambino respira quotidianamente. Anche il carico antigenico, quindi, è un falso problema.
L’ennesima conferma arriva da uno studio
Per sfatare questo mito è sempre bene fare riferimento alla ricerca scientifica. Tra i tanti, vi è uno studio che prende in considerazione i dati raccolti da centinaia di bambini per comprendere se il sistema immunitario sia o meno influenzato dalla presenza di vaccini. Infatti, se questi fossero realmente in grado di indebolirlo o sovraccaricarlo, dovremmo osservare un aumento di episodi infettivi.
Sono dunque passati all’attenta osservazione dei ricercatori i dati di 944 soggetti con età compresa tra i 2 e i 4 anni sottoposti e non ai vaccini, con l’obiettivo di verificare quale fosse l’incidenza di eventuali altre infezioni.
Le evidenze sono risultate molto chiare. Non vi è alcuna differenza tra bambini immunizzati tramite vaccino e non, quando si fa riferimento alla comparsa di infezioni non coperte dai vaccini.
Cosa aggiungere? L’indebolimento del sistema immunitario risulta una tesi senza alcun fondamento scientifico.