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Gatto randagio, tutto quello che devi sapere

Ludovica Cesaroni

Ultimo aggiornamento – 26 Aprile, 2023

Scopriamo un focus sul gatto randagio

Circa 2,4 milioni di gatti vivono in strada e ogni anno i gatti abbandonati sono circa 50 mila, secondo i dati LAV – Lega anti-vivisezione). 

Il gatto randagio può aggregarsi ad altri gatti con lo stesso destino: da qui nasce la colonia felina, il gruppo dei randagi che si insedia in un territorio, solitamente dove possono trovare del cibo, presidiandolo. Oppure può essere un gatto che si è allontanato da casa o che è stato volontariamente abbandonato.

Può capitare di incontrarne uno sulla propria strada e non sapere cosa fare (se il gatto è visibilmente affamato o malandato), o a chi rivolgersi per richiedere assistenza.

Come aiutare un gatto randagio

Il gatto randagio per definizione vive in strada, senza un proprietario che se ne prenda cura. Questi gatti solitamente sono nati in libertà oppure sono stati abbandonati. 

In ogni città, nei quartieri, esiste una colonia felina, un presidio che permette di contribuire alla sussistenza dei gatti randagi. Ci si organizza solitamente tra volontari che provvedono al cibo e alle eventuali cure che dovessero servire. 

La legge italiana riconosce e protegge le colonie feline, ma vieta lo spostamento dei gatti dal territorio dove hanno scelto di vivere e dove le persone del quartiere e i volontari di associazioni se ne prendono cura.

Tuttavia la legge prevede anche che vengano rispettate le norme del decoro pubblico. È bene, dunque, osservare gli accorgimenti igienici per evitare l’accumulo di sporcizia in prossimità delle abitazioni. 

Per aiutare un gatto randagio che potrebbe essere fuggito di casa, ci si può attivare nella ricerca del proprietario. Solitamente, chi sta cercando un animale scomparso lo rende pubblico affiggendo dei volantini in alcuni punti più esposti, oppure lo segnala sui Social nel gruppo del quartiere.

Gatto randagio

In ogni caso, un gatto domestico potrebbe avere un collarino e potrebbe avere anche il microchip che ne dà una completa tracciabilità. Se viene smarrito o abbandonato, il microchip può essere letto da qualunque veterinario, e può aiutare a identificarlo e a ricondurlo dal proprietario.

In alternativa, quando si tratta di un gatto abbandonato o di un randagio bisognoso, lo si può adottare o cercarne l'adozione anche, nel caso, rivolgendosi alle associazioni che si prendono cura dei randagi

L'adozione dei randagi dovrebbe essere, però, preceduta da un periodo di addomesticamento del gatto, per abituarlo alla vita in casa. Non è detto, infatti, che un gatto randagio da tanto tempo apprezzi fin da subito il nuovo stile di vita e le comodità che non ha mai conosciuto. 

Cosa dare da mangiare al gatto randagio 

Se si tratta di un gatto piccolo, appena nato, è opportuno evitare di fornire il latte (il latte vaccino potrebbe causare diarrea che in un gatto neonato potrebbe essere fatale), per cui è opportuno rivolgersi subito alle associazioni che si occupano di cure e assistenza ai randagi. 

È bene chiedere aiuto, a meno che non si sappia come accudire un gattino in casa propria.

Se invece il gatto è adulto e, per esempio, si trova in una colonia felina e/o si aggira sempre nei pressi di casa, lo si può aiutare con il più classico cibo per gatti, preferibilmente cibo umido, che può essere un’ottima fonte di idratazione. 

In alternativa, si può dare della carne cucinata in casa, come pollo o tacchino, ma senza aggiungere sale o spezie.

Da evitare, invece, la carne cruda che potrebbe contenere batteri nocivi: il gatto in natura caccia prede crude (ovviamente), ma poiché non sappiamo nulla dello stato di salute del randagio è opportuno, per precauzione, evitare carni che potrebbero causare patologie infettive ad un gatto che (per quanto ne sappiamo) potrebbe essere ad esempio immunocompromesso.

Un’alimentazione a crudo può essere valutata solamente previo controllo veterinario della salute del gatto.

A chi rivolgersi per assistenza ai gatti randagi

Se ci sono segnali di abbandono, come appunto il collarino, ci si può rivolgere alle forze dell'ordine. L'abbandono di un animale, infatti, per la legge costituisce un vero e proprio reato.

In alternativa, e nel caso di randagismo, se il gatto ha bisogno di assistenza perché malandato, ci si può rivolgere ad alcuni organismi che si occupano di tutela e protezione degli animali:

  • Azienda Sanitaria Locale (ASL) – ogni ASL presenta un servizio veterinario che, tramite convenzioni, si occupa del ritiro dei gatti randagi (portandoli ad un gattile, solitamente).
  • Ente Nazionale Protezione Animali (ENPA) –  un'associazione italiana che si occupa della tutela e della difesa degli animali, compresi i gatti randagi. L'ENPA si occupa di soccorso, cura e riabilitazione dei gatti randagi, oltre a promuovere campagne di sensibilizzazione sull'importanza della sterilizzazione e dell'adozione responsabile.
  • LAV, Lega Anti Vivisezione, è un'associazione italiana che si occupa della protezione degli animali, compresi i gatti randagi. Anch'essa svolge attività di soccorso, cura e riabilitazione dei gatti randagi.
  • Associazioni locali: esistono molte associazioni locali che si occupano della protezione dei gatti randagi nella propria comunità.
  • Rifugi per animali/gattili: molti rifugi per animali accolgono i gatti randagi e si occupano della loro cura, riabilitazione e adozione.

Gatto randagio in casa

Se si vuole adottare un gatto randagio, dopo aver verificato che non sia smarrito e che qualcuno lo sta cercando, è necessario conoscere alcune premesse. 

Il gatto randagio potrebbe esserlo da sempre, quindi potrebbe non essere abituato alla vicinanza delle persone, se non per prendere il cibo che gli viene offerto. Se è un gatto di una colonia felina, potrebbe essere invece già più avvezzo alla presenza umana. Ma non è detto.

È importante capire come introdurlo in casa, dopo averlo fatto vedere dal veterinario, come integrarlo nel nuovo ambiente. 

Come prendere un gatto randagio?

Anche in questo caso il gatto potrebbe essere spaventato e non lasciarsi avvicinare o, addirittura, reagire con aggressività.

Diverso è il caso se si tratta di cuccioli, sarà molto più semplici prenderli, ma in questo caso è bene sapere, invece, come curare i gatti appena nati.

Si può agire in vari modi: se non c'è tempo e si teme che il gatto possa scappare, si può tentare di avvicinarlo lentamente, con molta calma, facendo attenzione a non fare movimenti bruschi.

Se il gatto è solito aggirarsi o stazionare sempre negli stessi posti, si può tornare con del cibo o con un gioco per tentare di attirarlo. Non appena si avvicina, preferibilmente indossando dei guanti protettivi da eventuali graffi e morsi, lo si può prendere con decisione, ma senza scatti, e metterlo nel trasportino. 

Prima di prendere qualsiasi iniziativa, sia nel caso di un randagio, sia nel caso di un gatto domestico smarrito o abbandonato, è importante portarlo subito da un veterinario per accertarsi delle sue condizioni di salute, di eventuali malattie o infezioni, ma anche per farsi consigliare su come comportarsi con un gatto randagio in appartamento, come addomesticarlo per farlo abituare alla lettiera, come nutrirlo al meglio in questa fase di riabilitazione.

Gatto randagio, malattie e rischi

È bene considerare anche che il gatto randagio potrebbe avere alcune malattie tipiche dei gatti che vivono in strada, esposti a molte malattie e problemi di salute a causa dei fattori ambientali, come il freddo, la pioggia, la mancanza di cibo e acqua pulita, e l'esposizione a parassiti e malattie trasmissibili da altri animali.

Ecco alcune delle malattie più comuni che possono colpire i gatti randagi:

  • toxoplasmosi, malattia parassitaria che viene ingerendo roditori e uccelli e che può trasmettersi alle persone. Non provoca effetti letali, ma può essere pericolosa per le donne in gravidanza, procurando loro un aborto
  • tigna, può trasmettersi dal gatto alle persone procurando la fuoriuscita di macchie rosse sulla pelle
  • malattie respiratorie: rinotracheite, calicivirosi e clamidiosi, che possono causare sintomi come starnuti, tosse, secrezioni nasali
  • malattie virali: leucemia felina (FeLV) e il virus dell'immunodeficienza felina (FIV), malattie possono compromettere il sistema immunitario del gatto e renderlo più suscettibile ad altre infezioni
  • parassiti interni come vermi intestinali e protozoi, che possono causare sintomi come diarrea, vomito e perdita di peso
  • parassiti esterni come pulci, zecche e acari che possono causare prurito, irritazione della pelle e infezioni
  • ferite e infezioni, a causa dei pericolo della vita in strada
  • malnutrizione, a causa della mancanza di cibo e acqua pulita, che può causare problemi di salute come la denutrizione, la disidratazione e la carenza di vitamine e minerali essenziali.

Occorre prestare particolare attenzione quando si hanno già altri gatti in casa, poiché il nuovo arrivato potrebbe trasmettere patologie di cui soffre agli altri gatti di casa.

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Ludovica Cesaroni
Scritto da Ludovica Cesaroni

Amo definirmi una creativa dalla forte impronta razionale. Scrivere, disegnare e creare con le mani sono le mie grandi passioni, ma il pungolo della curiosità mi ha sempre portato a interrogarmi sui grandi misteri della vita e a informarmi sui 'piccoli misteri' dell'uomo.

a cura di Dr. Valerio Guiggi
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