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Perchè un uomo di 34 anni vive in una realtà tutta sua?

Buongiorno, vorrei chiedere un parere a degli specialisti per quanto riguarda l’atteggiamento di una persona a me cara. Ho acquisito parentela con lui 6 anni fa, essendo la fidanzata e attuale moglie di suo fratello, la mia conoscenza dei fatti si limita a qualche anno fa. Ha, da quando lo conosco, serie difficoltà nella concentrazione e nella memoria, se per esempio si affronta un tema, é molto probabile che dopo 2 minuti intervenga nel bel mezzo del discorso facendo domande che sono state affrontate proprio un minuto prima, dando l’impressione di non stare attento oppure interviene nel discorso scostandosi molto dal tema che si sta affrontando, quasi non c'entrandolo o collegandosi a questo tema, ma sono “nella sua mente”. Mi permetto magari erroneamente di usare questa espressione perché magari nella sua testa c’è un filo logico nella cosa, che però a tutti gli interlocutori non è per niente chiaro. Molto spesso capita soprattutto, nelle uscite di gruppo, che intervenga nei discorsi con delle affermazioni che veramente spiazzano, portando gli altri interlocutori presenti a non capire il nesso. Altri problemi che insorgono sono una memoria distorta degli eventi successo in passato, deformando completamente i fatti avvenuti oppure ricordandosi cose che non sono mai accadute (trascorriamo spesso del tempo insieme, quindi siamo in grado di paragonare i fatti accaduti con la sua versione dei fatti). Nonostante abbia 34 anni, la persona in questione ha difficoltà a costruire rapporti con persone esterne alla famiglia, non hai mai avuto una fidanzata (sembra eterosessuale e se guarda una bella donna, la apprezza anche, ma non si é mai preoccupato di trovarne una, dà proprio l’impressione di non essere per niente una sua esigenza, l'idea magari di sviluppare una vita di coppia, una famiglia in futuro o cose di questo genere). Vive da solo, ma quando si deve occupare di bollette o faccende quotidiane, sembra veramente fuori dal mondo e non riesce a svolgere i suoi compiti o molto spesso li fa in maniera sbagliata. La storia termina nel più delle volte contattandoci e poi sbrigando insieme queste cose, abbiamo l'impressione che non “ci arrivi” (mi perdoni le espressioni sicuramente non corrette ). Soffre di insonnia, dorme pochissimo e so che alla nascita non ha pianto subito, a detta dei suoi, e che da piccolo non voleva mangiare praticamente mai, era lentissimo e la mamma impiegava ore per dargli piano piano qualche piccolo boccone di cibo che veniva deglutito molto lentamente, come se mancasse l‘appetito. Ora è una buona forchetta, ma io mi chiedo veramente se, e se fosse, cosa potrebbe avere questo giovane uomo? Non sembra autonoma al 100%, guida e ha un lavoro, ma da quello che lui racconta, ha delle discussioni sul lavoro e, non essendo noi presenti sul lavoro o lui una persona che magari si racconta completamente o si sfoga, non saprei nemmeno io come vedere la cosa. Chiedo consigli, come potrebbe procedere, magari al livello diagnostico? Ringrazio molto per eventuali riposte e consigli. Cordiali saluti.

Risposta

È evidente che attento non è, potrebbe essere ego riferito e perciò tutto concentrato su quello che vuole dire, tanto da non ascoltare prima gli altri.
Quello che racconti non è sufficiente per fare una diagnosi vera e propria né per dare un parere più preciso. Con questo, voglio dire che non si può escludere una patologia più seria, ci vogliono più dati oggettivi.
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Risposta a cura di
Dr.ssa Luciana Udina Psicologo
Dr.ssa Luciana Udina
psicologo
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