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Come trattare un dolore alla gamba?

Buongiorno, ho 62 anni e sono in pensione dal 2008. A seguito di: "studio condotto mediante sezioni orientate nei piani sagittale ed assiale con sequenze ponderate in t1 e in t2 è stata riscontrata una lieve riduzione della fisiologica curva di lordosi lombare, con presenza di segni di spondilo-artrosi in sede margino-somatica ed a livello interapofisario a carico del rachide lombare. Nel tratto compreso tra l2 ed s1, i dischi intersomatici appaiono sfumatamente meno intensi in t2 in relazione ad un'iniziale riduzione del tenore idrico a livello l2-l3 si rileva la presenza di una piccola ernia discale in sede foraminale a sinistra, rivolta superiormente con risentimento disco-radicolare con il tratto intraforaminale dalla radice l2 di destra. In sede intra-rachidea il disco intersomatico l2-l3 non appare debordare in misura evidente dai limiti posteriori dei margini somatici. Il disco intersomatico l3-l4 presenta contorni regolari mentre il sacco durale è di dimensioni ridotte prevalentemente su base congenita e in parte per la pseudo-ipertrofia posteriore. A livello l4-l5 il disco intersomatico presenta un'ampia protrusione posteriore a larga base che determina una moderata impronta sulla superficie ventrale del sacco durale che per contro presenta diametri marcatamente ridotti a causa di una stenosi del canale rachideo sia su base congenita per brevità peduncolare, sia su base acquisita per la pseudo-ipertrofia osteo-ligamentosa posteriore; è altresì ipotizzabile un risentimento intrasacculale delle radici della cauda, soprattutto delle radici l5. A livello l5-s1 è presente un minimo debordo discale posteriore senza evidenti impronte sul sacco durale e senza immagini riferibili a conflitti disco-radicolari; il canale rachideo risulta di dimensioni ridotte su base prevalentemente congenita nella norma; il disco intersomatico l1-l2 e i dischi dorsali inferiori sono visibili con aspetto regolare del sacco durale e delle radici a riguardo; la regione del cono midollare ha un aspetto regolare". Attualmente accuso un forte dolore che, partendo dal bacino, arriva fino al piede solo nella gamba sinistra. Assumendo una compressa di antipiretico al giorno riesco ad alleviare il dolore; la mia preoccupazione risiede nella derivante stitichezza data dall'assunzione dei medicinali unita ad una già presente patologia emorroidaria. Può essere utile una terapia fisioterapica? Se sì, quante sedute sarebbero necessarie? In caso contrario, è necessario ricorrere ad intervento chirurgico? Sono consigliati ulteriori esami essendo il dolore presente successivamente all'interruzione della terapia con farmaci antipiretici? Grazie.

Risposta

Buonasera,
la tua è una situazione abbastanza comune nella popolazione di mezza età, non tutti hanno la stessa sintomatologia, ma i problemi del rachide sono ormai diffusi a causa di uno stile di vita "posturalmente" scorretto.

La fisioterapia può essere molto utile per aiutare il corpo e le sue strutture ad adattarsi alle variazioni che la colonna ha avuto e a contenere la sintomatologia dolorosa; nel tuo caso, non avendo la possibilità di valutare clinicamente la tua persona, consiglierei un trattamento generale di rieducazione posturale con tonificazione dei muscoli profondi dell'addome ed allungamento di tutte le catene muscolari posteriori, andrei a lavorare con elettroterapie antalgiche e di stimolazione lungo il decorso del ramo nervoso irritato e provvederei ad un'attenta terapia manuale sui tessuti molli e sul ramo nervoso.

Le consulenze specialistiche che mi sento di promuovere riguardano dapprima uno specialista in medicina del dolore o terapia antalgica in grado di lavorare sulla sintomatologia causa della decadenza dello stile di vita e, in seconda battuta, un neurochirurgo capace di valutare le varie possibilità chirurgiche qualora non si fosse arrivati a capo della situazione.

Cordialmente
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Risposta a cura di
Alessandro Russo Fisioterapista
Alessandro Russo
fisioterapista
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