Come si cura un ependimoma?
Buongiorno,
a mio padre di 82 anni, dopo crisi epilettiche improvvise, è stata fatta una biopsia stereotassica frameless cerebrale il cui referto è stato ependimoma di 2° grado. Attualmente, è allettato perché non riesce a camminare, le crisi epilettiche sono scomparse dietro farmaci specifici e la tac con mdc cranio midollare ha evidenziato che il processo infiammatorio attorno all'ependimoma si è ridotto. I neurochirurghi non sembrano intenzionati a rimuoverlo poiché si trova in zona profonda; quindi adesso cosa si potrebbe fare? Riuscirà a camminare ed essere autonomo come prima?
Grazie
a mio padre di 82 anni, dopo crisi epilettiche improvvise, è stata fatta una biopsia stereotassica frameless cerebrale il cui referto è stato ependimoma di 2° grado. Attualmente, è allettato perché non riesce a camminare, le crisi epilettiche sono scomparse dietro farmaci specifici e la tac con mdc cranio midollare ha evidenziato che il processo infiammatorio attorno all'ependimoma si è ridotto. I neurochirurghi non sembrano intenzionati a rimuoverlo poiché si trova in zona profonda; quindi adesso cosa si potrebbe fare? Riuscirà a camminare ed essere autonomo come prima?
Grazie
Risposta
Buongiorno,
l'ependimoma è la neoplasia dell'ependima, tessuto che sta vicino ai ventricoli cerebrali.
La problematica è chirurgica, cioè di dare un vantaggio ad un paziente senza creare problemi neurologici e risolvendo le problematiche cliniche.
Se il papà a 82 anni ha scarse probabilità con un intervento soprattutto per le complicanze post operatorie, gli eventuali deficit da danno chirurgico e le complicanze anestesiologiche, quindi molto probabilmente sul piano della bilancia pesano più le complicanze che gli effettivi benefici dati da un intervento, se la comizialita è tenuta sotto controllo da terapia farmacologica penso che sia la scelta ideale.
Saluti
l'ependimoma è la neoplasia dell'ependima, tessuto che sta vicino ai ventricoli cerebrali.
La problematica è chirurgica, cioè di dare un vantaggio ad un paziente senza creare problemi neurologici e risolvendo le problematiche cliniche.
Se il papà a 82 anni ha scarse probabilità con un intervento soprattutto per le complicanze post operatorie, gli eventuali deficit da danno chirurgico e le complicanze anestesiologiche, quindi molto probabilmente sul piano della bilancia pesano più le complicanze che gli effettivi benefici dati da un intervento, se la comizialita è tenuta sotto controllo da terapia farmacologica penso che sia la scelta ideale.
Saluti
Dr. Carlo Valtulina
neurochirurgo
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