Una review pubblicata su Alcohol and Alcoholism, condotta da specialisti della Brown University School of Public Health e della Warren Alpert Medical School, ha messo in luce i profondi impatti del Dry January, un mese senza alcool, analizzando 16 studi e coinvolgendo oltre 150.000 partecipanti.
I ricercatori non solo hanno tracciato il profilo di chi partecipa e come ne viene influenzato, ma hanno anche evidenziato strategie per espandere il successo di questa iniziativa.
Scopriamo di più in merito.
I vantaggi di una breve pausa
I risultati sono incoraggianti: anche una sospensione temporanea dall'alcol può innescare un’ondata di miglioramenti significativi, sia fisici che psicologici.
Chi ha completato il mese intero ha, infatti, riscontrato:
- sonno e umore migliori;
- perdita di peso;
- miglioramenti nella funzionalità epatica e nella pressione sanguigna;
- maggiore energia e una capacità di concentrazione più nitida.
È interessante notare che anche chi ha solo ridotto il consumo, senza astenersi completamente, ha comunque registrato benefici in queste aree.
Non solo una pausa: una moderazione duratura
L'autrice principale, Megan Strowger, ricercatrice associata post-dottorato presso l'Università di Buffalo, ha spiegato che lo sforzo porta a una moderazione duratura.
"Si tratta di uno sforzo che porta a una moderazione duratura: la maggior parte dei partecipanti continua a bere meno alcol anziché aumentarne il consumo in seguito", ha affermato Strowger.
"Nel complesso partecipare al Dry January consente alle persone di fermarsi, riflettere e riconsiderare il proprio rapporto con l'alcol, incluso il modo in cui influisce sulla loro vita sociale, sulla salute mentale e sulla salute fisica."
Un fenomeno in crescita e un cambiamento sociale
Il Dry January, nato nel Regno Unito nel 2013, ha visto una crescita esponenziale: da appena 4000 iscritti ufficiali sul sito web della campagna nel 2003, oggi conta milioni di partecipanti a livello globale.
Una popolarità crescente che si inserisce in un contesto più ampio, dove la consapevolezza sui rischi dell'alcol è in aumento.
I ricercatori hanno delineato un profilo tipico del partecipante: tende a essere più giovane, di sesso femminile, con redditi più elevati e un titolo universitario.
Soprattutto, i partecipanti tendono a identificarsi come bevitori più assidui della media, un dato che i ricercatori considerano una "ottima notizia" poiché il programma sta intercettando un gruppo solitamente difficile da raggiungere con i tradizionali interventi.
Matthew K. Meisel, professore associato di scienze comportamentali e sociali, ha ribadito, inoltre, che anche i non-astemi traggono benefici significativi, in particolare per quanto riguarda la salute mentale.
Lo studio ha anche confermato che l'impegno paga: le persone che si sono registrate formalmente e hanno sfruttato gli strumenti della campagna (come l'app Try Dry, email o messaggi di coaching) hanno avuto molte più probabilità di completare il mese con successo e di mantenere un consumo ridotto in seguito.
Da sottolineare, per completezza, che un piccolo numero di partecipanti che non è riuscito a completare il mese ha riportato un consumo maggiore in seguito, un potenziale "effetto rebound"; nonostante ciò, però, il messaggio complessivo è positivo.
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Gli autori, in conclusione, raccomandano anche di ampliare la portata della campagna, utilizzando diversi influencer e adattando i messaggi per raggiungere un pubblico più vasto.
Fonti:
Alcohol and Alcoholism - A scoping review of Dry January: evidence and future directions