La discriminazione di genere e l'odio basato sull'identità di genere sono fenomeni complessi e interconnessi che influenzano profondamente la vita di individui e comunità.
Tra le manifestazioni più gravi di tali pregiudizi troviamo la misoginia, la transfobia e, in particolare, la transmisoginia: comprendere le definizioni, le dinamiche e le intersezioni tra questi concetti è fondamentale per promuovere una società più equa e inclusiva.
Vediamo di seguito un approfondimento in merito.
Cos'è la misoginia?
La misoginia è l'odio, il disprezzo o il pregiudizio nei confronti delle donne e si manifesta attraverso discriminazioni, violenza di genere e stereotipi che limitano le opportunità delle donne nella società.
Come confermato da studi sociologici, psicologici, accademici e di genere, la misoginia non si limita alle azioni individuali ma si riflette anche in strutture sociali e istituzionali, influenzando la cultura, la politica e l'economia.
Essa può assumere diverse forme, tra cui:
- sessismo e discriminazione sul lavoro;
- violenza di genere;
- doppio standard sociale;
- stereotipi di genere.
Questo sistema si perpetua attraverso:
- stereotipi di genere dannosi: attribuzione di caratteristiche negative o limitanti alle donne, come l'irrazionalità, l'emotività eccessiva o l'incompetenza intellettuale;
- discriminazione: trattamento ineguale basato sul genere in vari ambiti, come il lavoro, l'istruzione, la politica e la vita sociale;
- oggettivazione sessuale: riduzione delle donne a meri oggetti sessuali, negando la loro autonomia e umanità;
- violenza di genere: atti di violenza fisica, sessuale, psicologica ed economica perpetrati contro le donne a causa del loro genere;
- linguaggio e rappresentazioni mediatiche: utilizzo di un linguaggio denigratorio e rappresentazioni stereotipate che sminuiscono e umiliano le donne.
La misoginia non è un fenomeno isolato, ma è profondamente intrecciata con altre forme di oppressione, come il razzismo, il classismo e l'omofobia, influenzando in modo diverso le donne a seconda della loro posizione sociale.
Transfobia: definizione e significato
La transfobia è definita come l'irrazionale avversione, paura, rabbia o disagio nei confronti delle persone trans e non binarie.
Si tratta di un’avversione che si basa su pregiudizi, stereotipi errati e mancanza di comprensione riguardo alle identità di genere.
Questo fenomeno si manifesta in vari modi, tra cui:
- discriminazione sul posto di lavoro;
- aggressioni fisiche e verbali;
- esclusione sociale e marginalizzazione;
- difficoltà nell'accesso ai servizi sanitari.
Inoltre, si traduce in una serie di comportamenti e atteggiamenti discriminatori e ostili, tra cui:
- misgendering: riferirsi a una persona trans utilizzando pronomi o appellativi che non corrispondono alla sua identità di genere;
- deadnaming: utilizzare il nome di nascita di una persona transessuale dopo che ha effettuato la transizione e ha scelto un nuovo nome;
- esclusione e marginalizzazione: escludere le persone trans da spazi pubblici, servizi, opportunità di lavoro e contesti sociali;
- stereotipizzazione e oggettivazione: ridurre le persone trans a caricature o oggettivarle sessualmente;
- microaggressioni: commenti o azioni sottili ma dannose che comunicano ostilità o invalidano l'identità di genere di una persona trans;
- violenza e molestie: atti di violenza fisica, verbale e psicologica motivati dall'odio verso le persone trans;
- negazione dell'identità di genere: rifiutare che una persona percepisca la sua identità di genere come diversa dal suo sesso biologico.
Da uno studio del 2024 emerge che, solo in Europa, una media del 60% delle persone transgender ha riferito di aver subito discriminazioni a causa della propria identità di genere nel corso dell'anno; inoltre, il 34% ha dichiarato di aver subito aggressioni fisiche o sessuali nel quinquennio precedente.
La letteratura scientifica, visti i dati, evidenzia un legame tra tali episodi di discriminazione e vittimizzazione e la prevalenza di depressione e ideazione suicidaria tra gli individui transgender.
Cos'è la transmisoginia?
La transmisoginia è una forma specifica di discriminazione che colpisce le donne trans, combinando elementi di misoginia e transfobia.
Coniato dalla scrittrice e attivista Julia Serano, studiosa di gender studies e autrice di un testo manifesto del 2007, Whipping Girl: A Transsexual Woman on Sexism and the Scapegoating of Femininity, il termine evidenzia come le donne trans siano soggette a una doppiadiscriminazione:
- da una parte, subiscono la transfobia, ovvero il rifiuto e la stigmatizzazione per la loro identità di genere;
- dall'altra, sono vittime di misoginia, poiché la società svaluta e discrimina tutto ciò che è associato al femminile.
Si tratta di una discriminazione sociale che affonda le sue radici in sistemi di potere patriarcali (in grado di favorire la figura maschile) e cisgender-normativi (in grado di favorire il binarismo e gli individui caratterizzati da congruenza di genere), sistemi che impongono rigide categorie di genere e svalutano tutto ciò che non rientra in queste norme.
Il fenomeno si manifesta in vari contesti:
- media e cultura popolare: rappresentazioni stereotipate e dannose che ritraggono le donne trans come ingannevoli, sessualizzate o vittime;
- discorsi politici e sociali: utilizzo di retorica transfobica e misogina per negare i diritti e l'esistenza delle donne transgender;
- interazioni quotidiane: microaggressioni, commenti inappropriati e atteggiamenti di esclusione;
- violenza e crimini d'odio: atti di violenza motivati dall'odio, spesso caratterizzati da brutalità e disumanizzazione.
Conseguenze della transmisoginia
La transmisoginia non è semplicemente la somma di transfobia e misoginia, ma crea dinamiche oppressive distinte.
Le donne trans sono spesso soggette a:
- iper-sessualizzazione e feticizzazione: essere viste primariamente come oggetti sessuali a causa della loro identità transgender e del genere femminile;
- invalidazione della loro femminilità: essere costantemente messe in discussione sulla validità della loro identità di genere, con commenti che insinuano che "non sono vere donne";
- stereotipi specifici: essere associate a stereotipi negativi che combinano la misoginia (es., essere viste come manipolatrici o instabili emotivamente) con la transfobia (es. essere percepite come ingannevoli o "uomini travestiti");
- violenza e discriminazione accentuate: le donne trans affrontano tassi di violenza più elevati rispetto ad altri gruppi LGBTQ+;
- esclusione nei movimenti femministi: alcune correnti del femminismo escludono le donne transgender, negando la loro identità di genere;
- particolari forme di discriminazione: subire discriminazioni specifiche in ambiti come la sanità (mancanza di cure adeguate alle loro esigenze), il lavoro (difficoltà nell'ottenere impiego e progressione di carriera) e il sistema legale (mancanza di riconoscimento e protezione).
L'impatto sociale della transfobia e della transmisoginia
Le conseguenze della transfobia e della transmisoginia sono profonde e influenzano la vita delle persone trans in diversi ambiti:
Effetti sulla salute mentale e fisica
Numerosi studi hanno dimostrato che le persone trans, a causa della discriminazione e dell'esclusione sociale, presentano:
- tassi più elevati di depressione e ansia;
- maggiore rischio di suicidio;
- barriere nell'accesso a cure mediche adeguate.
Infatti, secondo un rapporto del 2016, il National Transgender Discrimination Survey, oltre il 41% delle 6.450 persone transgender intervistate ha tentato il suicidio almeno una volta nella vita, un dato significativamente superiore alla popolazione generale.
Discriminazione nel mondo del lavoro
Le persone trans, in particolare le donne trans, affrontano discriminazioni sul lavoro, tra cui:
- difficoltà nell'ottenere un impiego;
- mobbing e molestie sul posto di lavoro;
- licenziamenti ingiusti dovuti all'identità di genere.
Si tratta di barriere economiche che contribuiscono all'aumento della povertà e dell'esclusione sociale.
Rappresentazione nei media e nella cultura
I media svolgono un ruolo fondamentale nel perpetuare o contrastare la transfobia e la transmisoginia; storicamente e attualmente, purtroppo, le rappresentazioni delle persone transgender sono state distorte, rafforzando stereotipi dannosi.
Come contrastare la transfobia e la transmisoginia
Contrastare la transfobia e la transmisoginia richiede un impegno sociale e culturale su più livelli:
Educazione e sensibilizzazione
Occorre promuovere l'educazione sull'identità di genere sin dai primi anni scolastici per ridurre i pregiudizi e favorire una maggiore inclusione; è, inoltre, necessario dare voce e supporto alle donne transgender e riconoscere la valenza delle loro esperienze.
Creazione di spazi inclusivi e sicuri
È necessario incentivare ambienti in cui tutte le persone, indipendentemente dal loro genere, si sentano rispettate e valorizzate.
Leggi e protezioni giuridiche
Nazioni con legislazioni antidiscriminatorie più avanzate e inclusive, come Malta, Canda, Svezia, Paesi Bassi e Portogallo, hanno portato a un miglioramento nella qualità della vita delle persone trans.
Un esempio, invece, di mancato riconoscimento dei diritti fondamentali è quello della sentenza del 16 aprile 2025 della Corte Suprema britannica, la quale ha tracciato un confine netto nell'applicazione della legge sull'uguaglianza (Equality Act): il vocabolo "donna" nel suo significato giuridico designa univocamente chi è venuta al mondo con un sesso femminile biologico.
Il verdetto, siglato all'unanimità da cinque togati, come ha puntualizzato il giudice Patrick Hodge, sancisce che i concetti di "donna" e "sesso" all'interno della normativa antidiscriminatoria si ancorano alla realtà biologica femminile.
Questa interpretazione restrittiva esclude, di fatto, le donne trans dal perimetro legale della definizione di "donna" ai fini dell'Equality Act; persino l'ottenimento di un certificato legale di riconoscimento del genere femminile ottenuto prima delle legge non sovverte questa categorizzazione.
La vicenda trae origine da una legge varata nel 2018 dal parlamento scozzese, mirante a garantire una presenza femminile del 50% nei board degli enti pubblici, includendo in tale definizione anche le donne transgender.
Partendo da ciò, la sentenza della Corte Suprema ha invalidato questa lettura inclusiva, statuendo che solo l'identità biologica femminile alla nascita conferisce lo status legale di "donna".
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Dunque, impegnarsi a riconoscere dei diritti fondamentali, come l'accesso facilitato a documenti conformi alla propria identità di genere, in particolare dopo la transizione (anche all'università, con la carriera alias) e la protezione contro le discriminazioni sul lavoro, è un punto-chiave essenziale.
Supporto psicologico e sanitario
Andrebbe garantito l'accesso a servizi sanitari inclusivi; la comunità medico-scientifica, inoltre, necessita di ulteriore formazione sull’argomento, così da tutelare il benessere psicologico delle persone transgender nel momento in cui si trovano in un contesto di cura che risulta ancora troppo ostile.
Per combattere tali forme di discriminazione è necessario un approccio trasversale che comprenda formazione, leggi, supporto psicologico e una rappresentazione mediatica più inclusiva; solo attraverso un impegno costante e consapevole sarà possibile smantellare i sistemi di oppressione e costruire un futuro in cui tutte le persone possano vivere liberamente e autenticamente.