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La diagnostica per immagini: per saperne di più

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

diagnostica per immagini: le novità

Grazie alla ricerca sulla tecnologia, nei poliambulatori e negli ospedali, la diagnosi è più mirata e utilizza degli strumenti molto più efficaci e poco invasivi.

Che cosa s’intende con diagnostica per immagini?

Non tutti sanno che i raggi X sono stati scoperti nel 1895, da un fisico tedesco. Wilhelm Rontgen scoprì casualmente, come tutte le più grandi innovazioni che sono state fatte nella medicina, l’esistenza dei raggi X, vincendo poi il Nobel nel 1901 e portando una grande rivoluzione nel mondo diagnostico.

Da allora, è passato oltre un secolo e la tecnologia si è ulteriormente specializzata nella diagnosi attraverso le immagini.

Un mix tra nuove scoperte e conoscenze informatiche ha portato alla creazione di strumenti che hanno lo scopo, oltre che di diagnosticare una malattia, anche di evitare inutili invasioni nel paziente, facendolo stare il più possibile a suo agio.

I principali esami diagnostici di cui si può usufruire attualmente sono:

  • Radiologia tradizionale
  • MOC
  • Radiologia digitalizzata
  • Ecodoppler
  • Ortopantomografia
  • Ecografia
  • Ecocardiografia
  • Teleradiografia del cranio
  • Risonanza magnetica (anche del cuore)
  • Diagnostica senologica

Grazie a questi nuovi metodi, sarà possibile individuare precocemente forme di neoplasie o di metastasi in tutto il corpo.

La TAC cardiaca, ad esempio, è un esame importante, che viene eseguito in breve tempo, scansionando in 250 millesimi di secondo il cuore in un unico volume.

Esiste, anche, la TAC multistrato, che è in grado di rilevare il livello di rischio di attacco cardiaco miocardico attraverso un test del Calcium Store, ovvero un test che misura la quantità di calcio contenuto nelle coronarie.

Per le diagnosi ortopediche e neurologiche, ci sono strutture dotate di tecnologie avanzate che, oltre a rilevare problemi alle articolazioni o alle capacità cognitive, sono in grado anche di controllare il decorso delle patologie cardiovascolari.

Uno degli esami più invasivi è la colonscopia. Ora, grazie alle nuove opportunità che si sono aperte nel settore della diagnostica, questo esame risulterà soltanto virtuale, nel senso che verrà effettuato un esame radiologico che controllerà l’intestino rapidamente, senza usare sonde endoscopiche invasive.

Oggi, inoltre, è anche possibile effettuare una risonanza magnetica fetale, la quale, attraverso un campo magnetico e delle radiofrequenze, diagnostica delle possibili malformazioni del feto, senza l’utilizzo delle radiazioni ionizzanti che verrebbero trasmesse attraverso la TAC.

Un’altra innovazione molto importante, soprattutto per le persone che soffrono di claustrofobia o anche per le persone in sovrappeso, è la creazione della risonanza magnetica aperta, che non occlude la vista e non dà la sensazione di soffocamento.

Ricordiamo che importantissima è da sempre la prevenzione, ben il 40% dei tumori viene preso per tempo grazie a una diagnostica preventiva. Se si pensa al tumore al seno, grazie alla prevenzione senologica, negli ultimi 20 anni il tasso di mortalità è calato del 38%. Non solo gli esami tradizionali quindi, ma anche la mammografia digitale in 3D e la biopsia mammaria mini-invasiva che utilizza la tecnica del VABB-Vacuum Assisted Breast Biopsy.

GVM

Ecografia: come si esegue?

L’ecografia è l’esame più semplice a cui ognuno di noi si è sottoposto almeno una volta nella vita.

Per prima cosa, l’operatore cercherà di fare delle semplici domande al paziente, andando a capire il motivo dell’esame. Dopodiché, il paziente sarà fatto sdraiare su un lettino e, in base alla zona da analizzare, si metterà in posizione supina o girato su un fianco.

Sulla parte interessata, sarà applicato un gel, che solitamente viene preriscaldato per non provocare un esagerato fastidio a contatto con la pelle già calda. L’operatore, pulita e disinfettata la sonda, la farà scorrere sulla cute del paziente. In alcuni casi, può venir chiesto di trattenere il respiro per alcuni secondi oppure di spostarsi e cambiare posizione, in modo da vedere l’organo in tutte le sue componenti.

In base alla zona da esaminare, la durata dell’esame può variare dai 30 minuti all’ora. Non sempre è comunicato immediatamente il risultato dell’analisi, ma a volte il paziente deve aspettare che arrivi il referto a casa, controfirmato dal medico.

Lo SDN ha la possibilità di mandare a domicilio un operatore, che eseguirà l’ecografia qualora che il paziente fosse inabilitato allo spostamento, per esempio in caso di immobilità fisica, febbre alta, vecchiaia.

TAC: come si esegue?

La TAC, ovvero la tomografia computerizzata, ha la grande capacità di analizzare le parti del corpo per diagnosticare in primis i tumori.

La tecnica diagnostica utilizzata è per immagini. Per ricostruire un’immagine tridimensionale dei tessuti che compongono l’organo, sono raccolti dei dati attraverso i fasci di raggi X dell’area da esaminare, dopodiché vengono rielaborati dal computer.

Fino a poco tempo fa, si parlava di TAC, in quanto l’esame si svolgeva in un modo diverso. TAC è l’acronimo di tomografia assiale computerizzata, il che vuol dire che l’esame veniva condotto soltanto lungo un asse, in modo da “tagliare a sezioni” il corpo attraverso delle linee parallele perpendicolari alla lunghezza di esso.

Attualmente, le immagini vengono acquisite attraverso una tecnica spirale che riporta delle immagini tridimensionali.

Qualsiasi parte del corpo umano può venir studiata attraverso questo esame; alle volte, è necessario un liquido di contrasto iniettato via endovenosa nel corpo del paziente. Questo nel caso in cui le fasi arteriosa e venosa abbiano la necessità di essere esaminate più correttamente.

In altri casi, il mezzo di contrasto può venir introdotto attraverso un’iniezione a un’articolazione oppure inserito attraverso il retto o per via orale.

L’esame non è consigliabile alle donne incinte, in quanto utilizza i raggi X. Anche se i soggetti sono molto giovani è meglio utilizzare la risonanza magnetica, che non espone i pazienti a radiazioni ionizzanti.

Capita che qualcuno si riveli allergico al liquido di contrasto, in questo caso il medico deciderà quale via intraprendere.

Se invece i soggetti soffrono di gravi patologie, come un mieloma, diabete, insufficienza epatica e insufficienza renale, l’iniezione si potrebbe rivelare difficile. In questi casi, prima di eseguire l’esame di tomografia, saranno fatte le analisi del sangue per capire la reale funzionalità degli organi, come per esempio ai reni.

Se dovrà venir iniettato il liquido di contrasto, sarà il caso che il paziente arrivi a digiuno di almeno 4 ore. Durante l’esame, togliere tutti gli accessori metallici.

La durata dell’esame non supera mai la mezz’ora.

Radiografia: come si esegue?

I raggi X hanno la proprietà di attraversare i diversi tessuti che compongono l’organismo. La radiografia sfrutta questa capacità e imprime le immagini risultanti su una lastra. In base alla diversa densità dei tessuti che i raggi X sono in grado di attraversare, si avranno anche diverse immagini sulla lastra. Nel caso delle ossa, le immagini risulteranno più chiare perché assorbono maggiormente i raggi, nel caso di organi, appariranno delle sfumature di grigio.

L’esame, come tutti gli esami, è eseguito in base alla zona che va esaminata. Dura pochissimi secondi, lo si fa o da seduti o in piedi. Ricordiamo comunque che i raggi X sono dannosi per la salute e non è il caso di abusare di queste tecniche.

Una radiografia si fa soprattutto nel caso in cui si sospettino delle lussazioni, delle rotture, anche in caso di patologie già in atto, per capire la loro evoluzione. È utile come metodo diagnostico, soprattutto perché e si possono confrontare due o più radiografie eseguite nel tempo. Se si vogliono esaminare i vasi sanguigni, sarà il caso di iniettare un liquido di contrasto che aumenterà la visibilità.

Imaging cardiaco: uno strumento valido per la salute del cuore

La diagnostica per immagini assume una sua particolare importanza quando si parla del cuore. Le tecniche di imaging cardiaco, infatti, negli ultimi anni si sono evolute e migliorate, specialmente in campo ecografico.

Parliamo di risultati straordinari ottenuti dagli ecocardiografi, capaci di fornire immagini tridimensionali e precise del cuore. In questo modo, è possibile cogliere ogni aspetto di questo organo vitale e valutare fenomeni apparentemente impercettibili.

Il futuro dell’ecocardiografia? Secondo gli esperti, la tridimensionalità in tempo reale consentirà agli specialisti di effettuare importanti diagnosi con tecniche non invasive.

Un’altra metodica non invasiva e indolore, che sfrutta campi magnetici e onde di radiofrequenza per produrre immagini nei tre piani dello spazio – sia statiche che in movimento – del cuore e dei grossi vasi è la risonanza magnetica cardiaca.

Questo tipo di esame è in grado di visualizzare le strutture anatomiche del cuore, sincronizzandosi con il battito cardiaco, e rappresenta uno strumento d’indagine importante nell’individuazione delle cardiomiopatie di origine genetica.

L’indagine può essere eseguita come completamento dell’ecocardiografia e come alternativa alla scintigrafia miocardica.

I rischi della diagnostica per immagini

Gli unici rischi che si possono correre durante l’esecuzione di una TC sono quelli riguardanti l’iniezione del liquido di contrasto, al quale qualche paziente potrebbe risultare allergico. I sintomi quindi potrebbero manifestarsi attraverso macchie rosse sulla pelle e prurito. In questo caso, è bene avvertire subito il medico.

Come precedentemente accennato, i raggi X sono piuttosto dannosi per il corpo, attenersi quindi alla sola prescrizione medica.

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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