La spirale è un piccolo dispositivo, a forma di T, che viene inserito nell’utero e svolge funzione:
L’IUD è un metodo di contraccezione a lunga durata: una volta inserito viene sostituito dopo diverso tempo. Esistono due tipologie di spirale:
Una volta inserita, la spirale è subito funzionante. È opportuno ricordare che la spirale non protegge dalle malattie sessualmente trasmissibili.
La spirale viene inserita dopo la visita ginecologica, in qualsiasi momento, anche se è preferibile farlo durante il flusso mestruale poiché il collo dell’utero è maggiormente dilatato. Il dispositivo viene inserito attraverso la cervice uterina, talvolta può essere doloroso o provocare crampi successivamente. Per tale ragione, è possibile utilizzare un antidolorifico o un anestetico locale. La pratica richiede 15-20 minuti, e controlli dopo tre e sei settimane.
Nel caso di parto, la spirale può esser inserita dalle quattro alle sei settimane successive. Alcuni dispositivi possono essere inseriti anche prima, dopo qualche giorno dal parto. Non vi sono controindicazioni per l’allattamento.
Poiché esistono spirali di diverse dimensioni e con diverse caratteristiche, il ginecologo consiglierà la scelta migliore per ciascuna paziente. Per funzionare correttamente, la spirale deve essere adeguatamente inserita e non spostarsi (qualsiasi spostamento determina l’inefficacia del dispositivo).
Inoltre, se durante la procedure di inserimento la paziente ha dolore e sente “toccare in fondo alla pancia” e deve usare antidolorifici è probabile che la spirale potrà causare dolore e crampi nei giorni e settimane successive per cui è controindicato inserirla. Se provoca dolore o mestruazioni troppo abbondanti che sono mal tollerate dalla paziente vuol dire che altera la normale vita sessuale e quindi va rimossa.
Anche per la rimozione, non si può procedere autonomamente, ma occorre rivolgersi al medico. Occorre ricordare che, nei giorni precedenti la rimozione della spirale, in caso di rapporti sessuali è bene utilizzare il preservativo, poiché gli spermatozoi sono in grado di sopravvivere per alcuni giorni nell’apparato riproduttivo femminile e, nel momento in cui il dispositivo viene rimosso, la contraccezione non avviene. La fertilità è normalmente ripristinata dopo la rimozione della spirale.
La spirale di rame rilascia ioni rame che impediscono agli spermatozoi di sopravvivere e di muoversi, in modo che anche quelli sopravvissuti non possano entrare nelle tube e fecondare l’ovocita. Inoltre, l’endometrio uterino si modifica rendendosi inospitale per l’impianto di un eventuale embrione.
La spirale ormonale, invece, rilascia piccole quantità di progesterone, rendendo l’endometrio non idoneo all’annidamento dell’ovulo fecondato.
Con l’inserimento della spirale possono presentarsi alcuni problemi, quali:
Le complicanze sono rare, e si manifestano nell’arco del primo anno di utilizzo. In casi rarissimi il dispositivo può provocare una perforazione dei tessuti, ed è necessario un intervento per rimuoverlo.
La spirale intrauterina può essere utilizzata da donne che cercano un sistema contraccettivo stabile, e per valutare se si è idonee è opportuno richiedere il parere del ginecologo, in quanto esistono alcune condizioni per le quali è sconsigliabile il suo utilizzo: