Quali sono gli esami da svolgere per verificare la fertilità maschile? Quali step prevede l'iter per accertare se sussista l'impossibilità o meno di concepire un figlio da parte del partner maschile?
Scopriamo di più sull'argomento e approfondiamo in cosa consistono i test di fertilità per l'uomo.
Esami per la fertilità maschile: quali sono e quando farli
L'infertilità maschile, ovvero la riduzione della capacità dell'uomo di essere generativo, è una problematica sempre più diffusa, anche in individui di giovane età. Tale situazione può essere sia permanente, ad esempio quando sussistono patologie incurabili, oppure temporanea.
Spesso l'infertilità è associata alla dispermia, ovvero una condizione in cui lo sperma si caratterizza per avere alcuni tratti distintivi (come la motilità degli spermatozoi o la concertazione degli stessi) che non permettono di arrivare alla fecondazione o la rendono molto difficoltosa.
Generalmente si definisce infertile una coppia che, dopo 12 mesi di rapporti sessuali non protetti, non riesce a concepire un figlio. Questo riferimento temporale scende a sei mesi nel caso in cui i partner abbiano più di 35 anni di età, o se siano presenti dei fattori di rischio che possono rendere più difficoltoso il concepimento.
Trascorso questo periodo di tempo, è consigliabile sottoporsi a una prima visita andrologica e in seguito approfondire la situazione con l'esecuzione delle analisi del sangue e con i primi test di infertilità maschile e femminile.
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Esistono numerosi test per la infertilità maschile, i quali possono essere effettuati per sondare le cause alla base delle difficoltà di concepimento; prima di intraprendere un percorso diagnostico, è consigliabile sottoporsi a una visita andrologica, durante la quale il medico ripercorrerà la storia del paziente cercando di capire se sussistano degli elementi in grado di gettare luce sulla presunta infertilità.
Nel corso della visita andrologica, verrà verificato lo stato dei genitali maschili, con una particolare attenzione nei confronti dei testicoli, per poi eventualmente procedere con l'esecuzione di ulteriori esami di approfondimento.
Lo spermiogramma come primo esame della fertilità maschile
Dopo la visita andrologica, il primo esame per la fertilità dell'uomo a cui sottoporsi è lo spermiogramma, ovvero l'analisi dello sperma.
Questo test permette di valutare approfonditamente il liquido seminale e di osservare diversi parametri, fra cui:
- l'aspetto dello sperma;
- il suo volume;
- il pH;
- la fluidità;
- il numero degli spermatozoi;
- la motilità degli spermatozoi.
Tra gli esami per l'infertilità maschile, lo spermiogramma rappresenta un tassello fondamentale per valutare la qualità del liquido seminale dell'uomo; questo test restituisce, infatti, importanti informazioni, fra cui la possibile assenza totale di spermatozoi (o la loro quantità molto ridotta), la poca mobilità degli stessi o la presenza di alterazioni nella loro forma.
Utilizzando lo stesso campione di sperma, è poi possibile effettuare la spermiocoltura, ovvero un'analisi che serve per verificare la possibile presenza di infezioni nel soggetto.
Fra queste le più comuni includono:
- la prostatite;
- l'uretrite;
- la candida;
- la clamidia;
- la presenza di cosiddetti "germi opportunisti", come Stafilococchi, Streptococchi, Batteri Gram negativi, etc;
- altri funghi.
Sia lo spermiogramma che la spermiocoltura possono essere ripetuti a distanza di 7 o 20 giorni, tuttavia è importante tenere presente che essi rappresentano solo il primo tassello di un percorso di analisi dell'infertilità maschile.
Il risultato fornito dallo spermiogramma, ad esempio, non è mai definitivo, in quanto è solamente un test condotto in vitro; esso non rappresenta il comportamento reale dello spermatozoo nell'apparato femminile, ma una proiezione dello stesso.
Altri test della fertilità maschile
In occasione di una prima visita per la fertilità dell'uomo, il medico proporrà spermiogramma ma poi, una volta eseguito questo test, si potrà procedere ad effettuare ulteriori esami di fertilità maschile, fra cui il test di capacitazione oppure altre analisi aggiuntive volte a valutare la funzionalità dello sperma.
Il test di capacitazione viene usato per identificare il potenziale fertile dell'uomo. Si tratta di un'analisi per la fertilità maschile molto diffusa che viene sfruttata anche quando si decide di intraprendere un percorso di Procreazione Medicalmente Assistita e si deve valutare quale tipo di tecnica usare.
In sintesi, il test di capacitazione valuta la capacità degli spermatozoi di sopravvivere una volta che vengono eiaculati nell'organo riproduttivo femminile e il modo in cui si muovono all'interno dello stesso.
In aggiunta a questo test, è poi possibile che l'uomo venga sottoposto ad ulteriori esami per approfondire la qualità del suo sperma, fra cui:
- il MAR-Test, che ha la funzione di rilevare anticorpi dall'azione anti-spermatozoo sulla superficie degli stessi;
- il TUNEL, lo SCSA e lo HALO. Halo permette di rintracciare alterazioni nel DNA degli spermatozoi, tali da rendere difficile o impossibile la fecondazione.
Una volta eseguiti questi test, si passa a prendere in esame il profilo ormonale dell'uomo. Gli esami diagnostici ormonali prevedono l'analisi degli ormoni, fra cui:
- LH;
- testosterone;
- FSH;
- Inibina B;
- Prolattina (PRL);
- Estradiolo;
- TSH e fT4 (funzionalità tiroidea).
Per valutare l'infertilità maschile è infine fondamentale analizzare i testicoli dell'uomo. A tal fine si consiglia di sottoporsi a un esame chiamato ecocolordoppler scrotale (o testicolare), il quale consente di analizzare le caratteristiche dei testicoli e di rintracciare l'eventuale presenza di malattie che potrebbero essere la causa primaria dell'infertilità.
Con questo esame, inoltre, si diagnostica o meno il varicocele, che rappresenta un fattore molto comune che determina l'incapacità di concepire un figlio.
Molto utile è, poi, la biopsia del testicolo, con la quale viene prelevato un frammento del testicolo per poi analizzarlo al microscopio.
Qui si potrà valutare l'aspetto dei tubuli seminiferi e delle cellule di Leydig, in modo da escludere se eventuali azoospermie o l'oligospermia dipendano dalla conformazione del testicolo oppure da infezioni o infiammazioni.
Sebbene i test di fertilità per l'uomo a cui è possibile sottoporsi siano numerosi, è importante tenere presente anche che l'impossibilità di concepire risulta, in quasi il 30% dei casi, idiopatica, ovvero senza una causa precisa.
Tutti gli esami di fertilità nell'uomo aiutano a individuare la presenza di una patologia, di disfunzioni o di malformazioni anatomiche, tuttavia in molti casi a giocare un ruolo fondamentale nella fertilità, è lo stile di vita.
L'inquinamento, l'alimentazione scorretta, lo stress o la predisposizione genetica, possono infatti influire notevolmente e ridurre la possibilità di concepimento delle coppie.
Esami di laboratorio e test per la fertilità maschile
In occasione di un controllo della fertilità maschile, il medico potrà prescrivere una serie di esami di laboratorio, fra cui i più comuni sono:
- le classiche analisi del sangue provviste di fattore Rh;
- la ricerca di mutazioni genetiche ricorrenti, come ad esempio quella che causa la fibrosi cistica;
- l'elettroforesi delle emoglobine patologiche;
- la Ricerca Microdelezione Cromosoma Y;
- il tampone uretrale;
- l'esame G6PDH.
Questi servono per rendere più precisa la diagnosi e per cercare di capire se la causa dell'infertilità deriva dal testicolo oppure da altri fattori (patologie, infezioni batteriche, cause genetiche, etc).
Gli esami per la ricerca di malattie infettive includono invece:
- CMV;
- HBcAb CORE;
- Chlamydia Trachomatis IgM;
- Ac anti HIV;
- Ac anti HCV;
- Antigene HBsAg;
- TPHA;
- VDRL;
- Ac anti Herpes 1-2 IgM.
Per quanto riguarda, invece, altri tipi di esami diagnostici, il medico può decidere di prescrivere un'ecografia prostatica transrettale, un'ecografia dell'apparato urinario oppure una visita endocrinologica finalizzata a verificare la capacità di concepimento dell'uomo.
Analisi della fertilità nell'uomo: i test genetici
Ulteriori test di fecondità maschili sono quelli genetici, che vengono prescritti da un medico specialista.
Le alterazioni genetiche più frequenti che possono determinare l'infertilità sono la mutazione del gene della fibrosi cistica (che a sua volta provoca nell'uomo oligospermia o azoospermia), le modificazioni nel numero dei cromosomi sessuali e, infine, le microdelezioni del cromosoma Y (comuni soprattutto nei soggetti che presentano uno spermiogramma particolarmente alterato).
In prima battuta è quindi possibile sottoporsi all'analisi dei cromosomi, all'esame che valuta la possibile presenza di microdelezioni del cromosoma Y, alla ricerca del gene della fibrosi cistica, mentre, in uno step successivo, sono disponibili ulteriori analisi per approfondire eventuali cause genetiche alla base dell'infertilità della coppia.