Baypress 20 mg compresse 28 compresse

Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 2021
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1. Indicazioni terapeutiche
Ipertensione arteriosa.
2. Posologia
Salvo diversa prescrizione medica la posologia consigliata negli adulti è la seguente: una compressa di nitrendipina una volta al giorno, alla mattina, o ½ compressa di nitrendipina due volte al giorno, alla mattina ed alla sera (20 mg di nitrendipina al giorno). La terapia deve essere adattata in funzione della gravità della malattia e delle esigenze individuali. Nel caso fossero necessari dosaggi più elevati è possibile procedere ad un incremento graduale della dose giornaliera fino ad una compressa di nitrendipina due volte al giorno, alla mattina ed alla sera (40 mg di nitrendipina al giorno). Ove si rendesse opportuna una riduzione posologica, verrà somministrata ½ compressa di nitrendipina (10 mg), alla mattina. La nitrendipina viene metabolizzata nel fegato. E’ pertanto raccomandabile che i pazienti con complicazioni epatiche comincino la terapia con il più basso dosaggio disponibile (10 mg = ½ compressa Baypress 20 mg) e vengano attentamente monitorati nella risposta clinica durante la terapia dato che gli effetti del farmaco possono venire prolungati e potenziati (vedere paragrafo 4.4). Nei casi sopra indicati il trattamento andrà iniziato con 1/4 di compressa di nitrendipina (5 mg) al mattino (vedere paragrafi 4.4 e 5.2). I pazienti con ridotta funzionalità renale non richiedono particolari aggiustamenti della dose (vedere paragrafi 4.4 e 5.2). Informazioni supplementari per popolazioni speciali La sicurezza e l’efficacia della nitrendipina nei bambini di età inferiore a 18 anni non è stata stabilita. Modo di somministrazione: Di norma la compressa va ingerita al mattino, dopo colazione, senza masticarla, con un poco di liquido (NON succo di pompelmo!) (vedere paragrafo 4.4). Durata del trattamento: La durata del trattamento deve essere stabilita dal medico curante. La somministrazione contemporanea di inibitori o induttori del CYP (citocromo) 3A4 può richiedere l’aggiustamento del dosaggio della nitrendipina o può richiedere di escludere totalmente l’uso della nitredipina (vedere paragrafo 4.5). Proteggere le compresse dalla luce (vedere paragrafo 6.4).
3. Controindicazioni
Le compresse di nitrendipina sono controindicate: • in pazienti con nota ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti (vedere paragrafi 4.4, 5.2 e 6.1), • in pazienti con angina pectoris instabile e nelle prime 4 settimane dopo infarto miocardico acuto, • gravidanza e allattamento (vedere paragrafo 4.6). Sulla base dell’esperienza con il calcio–antagonista strutturalmente simile nifedipina, si ipotizza che la rifampicina, attraverso un meccanismo di induzione enzimatica, acceleri il metabolismo della nitrendipina, non consentendo il raggiungimento di adeguati livelli plasmatici di quest’ultima. Di conseguenza è controindicato l’uso concomitante con rifampicina (vedere paragrafo 4.5).
4. Avvertenze
Insufficienza cardiaca scompensata I pazienti con insufficienza cardiaca scompensata devono essere trattati con cautela. Patologie epatiche In pazienti con funzionalità epatica gravemente ridotta gli effetti della nitrendipina possono risultare potenziati e prolungati. In questi casi il trattamento verrà iniziato con la dose più bassa (10 mg di nitrendipina = ½ compressa di nitrendipina al giorno) e proseguito sotto stretta sorveglianza medica controllando frequentemente la pressione sanguigna durante la terapia (vedere paragrafo 4.2 e 5.1). Angina pectoris Molto raramente, specialmente all’inizio del trattamento, con nitrendipina come con altri farmaci vasoattivi, può verificarsi angina pectoris (dati ottenuti da studi spontanei). I dati ottenuti da studi clinici confermano che l’insorgenza di attacchi di angina pectoris non è comune (vedere paragrafo 4.8). Sistema del CYP 3A4La nitrendipina viene metabolizzata tramite il sistema del CYP 3A4. I farmaci che inibiscano o inducano questo sistema enzimatico possono quindi modificare l’effetto di primo passaggio o la clearance della nitrendipina (vedere paragrafo 4.5). Farmaci inibitori del sistema del CYP 3A4, che quindi possono dare luogo ad un incremento nelle concentrazioni plasmatiche di nitrendipina, sono ad esempio: • antibiotici macrolidi (ad es. eritromicina), • inibitori delle proteasi anti–HIV (ad es. ritonavir), • antimicotici azolici (ad es. ketoconazolo), • gli antidepressivi nefazodone e fluoxetina, • quinupristin/dalfopristin, • acido valproico, • cimetidina e ranitidina. In caso di somministrazione contemporanea di questi farmaci, la pressione arteriosa deve essere monitorata e, se necessario, deve essere presa in considerazione una riduzione della dose di nitrendipina (vedere paragrafo 4.5).
5. Interazioni
Effetti di altri farmaci sulla nitrendipina La nitrendipina viene metabolizzata tramite il sistema del CYP 3A4, localizzato sia a ivello della mucosa intestinale che del fegato. Tutti i farmaci che inibiscano o inducano questo sistema enzimatico possono quindi modificare l’effetto di primo passaggio o la clearance della nitrendipina. Si deve tenere conto dell’entità e della durata delle interazioni qualora si somministri nitrendipina in associazione ai seguenti farmaci: Rifampicina In base all’esperienza con il calcio–antagonista nifedipina, strutturalmente simile, è prevedibile che la rifampicina acceleri il metabolismo della nitrendipina, per il suo effetto d’induzione enzimatica. Per tale motivo l’efficacia della nitrendipina può essere ridotta se somministrata in combinazione con rifampicina. L’uso di nitrendipina in combinazione con rifampicina risulta controindicato (vedere paragrafo 4.3). In caso di somministrazione contemporanea dei seguenti inibitori del CYP 3A4, la pressione arteriosa deve essere monitorata e, se necessario, deve essere considerata una riduzione della dose di nitrendipina (vedere paragrafo 4.2). Antibiotici macrolidi (ad es. eritromicina) Non sono stati condotti studi specifici sull’interazione tra nitrendipina ed antibiotici macrolidi. E’ noto come i farmaci di questa classe inibiscano il metabolismo di altri farmaci mediato dal CYP 3A4. Per questo motivo non si può escludere un potenziale incremento delle concentrazioni plasmatiche di nitrendipina a seguito di somministrazione contemporanea di nitrendipina e antibiotici macrolidi (vedere paragrafo 4.4). L’azitromicina, sebbene strutturalmente correlata alla classe degli antibiotici macrolidi, è priva di attività inibente il CYP 3A4. Inibitori delle proteasi anti–HIV (es. ritonavir) Non sono stati condotti studi clinici per indagare la potenziale interazione tra la nitrendipina e certi inibitori delle proteasi anti–HIV. E’ noto come farmaci di questa classe siano forti inibitori del sistema del CYP 3A4. Quindi non può essere escluso un incremento delle concentrazioni plasmatiche di nitrendipina quando siano somministrati insieme a questi inibitori delle proteasi (vedere paragrafo 4.4 e 4.5). Antimicotici azolici (es. ketoconazolo) Uno studio specifico sulla possibile interazione tra nitrendipina e alcuni antimicotici azolici non è stato eseguito. E’ noto come farmaci di questa classe inibiscano il sistema del CYP 3A4 e come siano state riscontrate varie interazioni con altri calcio antagonisti diidropiridinici. Quando tali farmaci vengano somministrati per via orale con la nitrendipina non si può escludere un sostanziale incremento della biodisponibilità della nitrendipina legato ad un ridotto metabolismo di primo passaggio (vedere paragrafo 4.4). Nefazodone Non sono stati condotti studi formali tesi a valutare la potenziale interazione tra nitrendipina e nefazodone. Questo farmaco antidepressivo è stato riportato essere un potente inibitore del CYP 3A4. Pertanto non si può escludere un potenziale incremento delle concentrazioni plasmatiche di nitrendipina a seguito della contemporanea somministrazione di nefazodone (vedere paragrafo 4.4). Fluoxetina Studi con il calcio–antagonista diidropiridinico strutturalmente simile, nimodipina, hanno dimostrato che la somministrazione contemporanea dell’antidepressivo fluoxetina provoca un aumento delle concentrazioni plasmatiche di nimodipina di circa il 50%. La concentrazione di fluoxetina risultava notevolmente ridotta mentre il suo metabolita attivo norfluoxetina, non veniva influenzato. Pertanto, non può essere escluso un potenziale aumento clinicamente rilevante delle concentrazioni plasmatiche di nitrendipina in caso di co–somministrazione con fluoxetina (vedere paragrafo 4.4). Quinupristin/Dalfopristin In base all’esperienza con il calcio–antagonista strutturalmente simile, nifedipina, la simultanea somministrazione di quinupristin/dalfopristin e nitrendipina può aumentare le concentrazioni plasmatiche di nitrendipina (vedere paragrafo 4.4). Acido valproico Non sono stati condotti degli studi formali tesi a valutare la potenziale interazione tra la nitrendipina e l’acido valproico. Dato che l’acido valproico si è dimostrato in grado di aumentare le concentrazioni plasmatiche della nimodipina, un calcio–antagonista strutturalmente simile, attraverso inibizione enzimatica, non si può escludere un aumento delle concentrazioni plasmatiche, e quindi d’efficacia, anche per la nitrendipina (vedere paragrafo 4.4). Cimetidina, Ranitidina La cimetidina e in misura minore, la ranitidina possono portare ad un aumento dei livelli plasmatici di nitrendipina e quindi può potenziarne l’effetto (vedere paragrafo 4.4). Altri studi Farmaci antiepilettici induttori del sistema del CYP 3A4 come fenitoina, fenobarbitale, carbamazepina Non sono mai stati condotti studi formali tesi a valutare la potenziale interazione tra nitrendipina e questi anticonvulsivanti.Tuttavia la fenitoina, il fenobarbitale e la carbamazepina sono noti come potenziali induttori del sistema del CYP 3A4. La concomitante somministrazione di questi anticonvulsivanti può portare a una riduzione clinicamente rilevante della biodisponibilità della nitrendipina e quindi si può prevedere una riduzione della sua efficacia. Se la dose di nitrendipina viene aumentata durante la contemporanea somministrazione di fenitoina, fenobarbitale o carbamazepina, si deve considerare la riduzione del dosaggio di nitrendipina quando sia interrotto il trattamento con anticonvulsivanti. Effetti della nitrendipina su altri farmaci Farmaci anti–ipertensivi La nitrendipina può aumentare l’effetto ipotensivo di altri antiipertensivi somministrati contemporaneamente: • diuretici • beta–bloccanti • ACE–inibitori • antagonisti del recettore dell’angiotensina 1 (AT1)• altri calcio–antagonisti • alfa–bloccanti • inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5 (PDE5) • a–metildopa Digossina Durante la somministrazione di nitrendipina in associazione a digossina può determinarsi un aumento dei livelli ematici di quest’ultima; pertanto, dovrebbe essere sorvegliata attentamente la possibile comparsa di sintomi di sovradosaggio di digossina provvedendo, nel caso, anche alla determinazione della digossinemia ed eventualmente ad effettuare una riduzione della dose del glicoside. Miorilassanti In corso di trattamento con nitrendipina la durata e l’intensità dell’azione dei miorilassanti come il pancuronio possono essere aumentate. Interazioni col cibo Succo di pompelmo Il succo di pompelmo inibisce il sistema del CYP 3A4. La somministrazione di diidropiridine calcioantagoniste insieme con succo di pompelmo determina quindi un incremento dei livelli plasmatici di nitrendipina a causa della riduzione del metabolismo di primo passaggio o della riduzione della clearance. Come conseguenza si produce un’accentuazione dell’effetto ipotensivo. Sulla base dell’esperienza con il calcio–antagonista nisoldipina, in caso di consumo regolare di succo di pompelmo, questo effetto può durare fino a oltre tre giorni dall’ultima assunzione. L’assunzione di pompelmo o di succo di pompelmo è quindi da evitare durante il trattamento con nitrendipina (vedere paragrafo 4.2). Interazioni che sono state escluse Enalapril La concomitante somministrazione di nitrendipina e di enalapril non ha effetto sulla farmacocinetica di nitrendipina. Midazolam La concomitante somministrazione di nitrendipina e midazolam non ha rivelato alcun potenziale per una reciproca interazione.
6. Effetti indesiderati
Riassunto del profilo di sicurezza Le informazioni ottenute dagli studi clinici, dalla sorveglianza post–marketing o da altre fonti sono state analizzate e riportate nella sezione riguardante le reazioni avverse al farmaco (Adverse Drug Reactions âE.“ ADRs). Le frequenze di ADRs sono state calcolate in base all’analisi dei dati degli studi clinici o stimate in base alle informazioni relative alla sorveglianza post–marketing. Le ADRs più comuni (frequenza: ≥1/100 a < 1/10) sono cefalea, palpitazioni, vasodilatazione, edema, flatulenza, sentirsi poco bene e reazioni ansiose. In base all’esperienza complessiva nessuna di queste ADRs viene considerata grave. Le ADRs sono attribuibili alla modalità d’azione della nitrendipina ad eccezione del "sentirsi poco bene" e delle "reazioni ansiose". Le ADRs più gravi sono ipotensione, angina pectoris (dolore al torace) e reazione allergica incluso l’angiodema (tutte con una frequenza non comune: ≥1/1000 a < 1/100). Queste ADRs, a seconda del loro decorso, possono richiedere l’immediato intervento medico. La frequenza delle ADRs è basata sui risultati degli studi clinici condotti con nitrendipina verso placebo e classificate secondo le categorie di frequenza CIOMS III (dati tratti dal data base di studi clinici: nitrendipina n = 824; placebo n = 563; status: 27 settembre 2006). Le reazioni avverse classificate come "comuni" sono state osservate con una frequenza inferiore al 3%, con l’eccezione dell’edema (6,2%), della cefalea (4,7%) e vasodilatazione (3,0%). L’ "iperplasia gengivale" è stata riportata da segnalazioni spontanee. Di conseguenza, una frequenza <1/400 è stata stimata applicando la regola del 3/x. Le frequenze di ADRs riportate con Baypress sono riassunte nella tabella seguente. All’interno di ciascun gruppo di frequenza gli effetti indesiderati sono presentati in ordine di gravità decrescente. Le frequenze vengono definite come: Molto comune (1/10) Comune (≥1/100 a < 1/10) Non comune (≥1/1000 a < 1/100) Raro (≥1/10.000 a < 1/1000) Molto raro (< 1/10.000) Le reazioni avverse da segnalazioni spontanee (stato: 30 settembre 2006) sono riportate in grassetto–italico. Tabella 1:
Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA Comune Non comune Non nota
Disturbi del sistema immunitario   Reazione allergica incluse reazioni della pelle e edema/angioedema allergico  
Disturbi psichiatrici Reazioni ansiose Disturbi del sonno  
Patologie del sistema nervoso Cefalea Vertigine Emicrania Capogiro Sonnolenza Ipoestesia  
 
 
Patologie dell’occhio   Disturbi visivi  
Patologie dell’orecchio e del labirinto   Tinnito  
Patologie cardiache Palpitazioni Angina pectoris Dolore toracico Tachicardia  
Patologie vascolari Edema Vasodilatazione Ipotensione  
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche   Dispnea Epistassi  
Patologie gastrointestinali Flatulenza Dolore addominale e gastrointestinale Diarrea Nausea Vomito Secchezza delle fauci Dispepsia Stipsi Gastroenterite Iperplasia gengivale  
Patologie epatobiliari   Incremento transitorio degli enzimi epatici  
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo   Mialgia  
Patologie renali e urinarie   Poliuria Pollachiuria  
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Sentirsi poco bene Dolore aspecifico  
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella     Ginecomastia
Patologie del sistema emolinfopoietico     Leucopenia Agranulocitosi
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.
7. Gravidanza e allattamento
Gravidanza Non ci sono o sono limitati i dati sull’utilizzo della nitrendipina in gravidanza. Studi sugli animali hanno dimostrato una tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Dosi di nitrendipina chiaramente tossiche per la madre hanno dato luogo, nell’animale, alla comparsa di malformazioni (vedere paragrafo 5.3). La nitrendipina è controindicata in gravidanza (vedi paragrafo 4.3). Allattamento La nitrendipina viene escreta nel latte umano. La nitrendipina è controindicata durante l’allattamento (vedere paragrafo 4.3). L’effetto della nitrendipina sui neonati/lattanti, non è noto. Nel ratto, la nitrendipina passa nel latte materno, raggiungendo concentrazioni che riflettono quelle plasmatiche. Non sono tuttavia disponibili dati che consentano di prevedere gli effetti farmacodinamici della nitrendipina nel lattante. Fertilità In singoli casi di fecondazione in–vitro i calcio–antagonisti sono stati associati ad alterazioni biochimiche reversibili in corrispondenza della parte apicale dello spermatozoo, con possibile alterazione funzionale dello sperma. Nei casi di ripetuti insuccessi della fecondazione in–vitro, non riconducibili ad altri motivi, i calcio–antagonisti dovrebbero essere considerati come possibile causa. Metodi alternativi di trattamento possono essere presi in considerazione nei casi in cui venga pianificata una gravidanza dato che la fertilità potrebbe esserne compromessa.
8. Conservazione
Le compresse devono essere conservate al riparo dalla luce. Conservare i blister nella confezione originale per proteggere le compresse dalla luce.
9. Principio attivo
Una compressa contiene: principio attivo: nitrendipina 20 mg Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
10. Eccipienti
Amido di mais, cellulosa microcristallina, povidone, sodio laurilsolfato, magnesio stearato.
11. Sovradosaggio
Sintomi In caso di sovradosaggio acuto/intossicazione, si possono manifestare con maggior frequenza rossore al volto (flush), cefalea, ipotensione (con collasso circolatorio) e modificazioni della frequenza cardiaca (tachicardia o bradicardia). Trattamento del sovradosaggio nell’uomo Le misure terapeutiche iniziali da considerare in caso di sovradosaggio sono lavanda gastrica seguita da instillazione di carbone attivo. E’ necessario sorvegliare le funzioni vitali. Nel caso si manifesti severa ipotensione arteriosa, è consigliabile infondere ammine pressorie quali la dopamina e la noradrenalina. Si deve prestare attenzione a possibili effetti collaterali delle catecolamine (in particolare disturbi del ritmo cardiaco). Nel caso si manifesti bradicardia, come avviene nel sovradosaggio o nell’intossicazione da altri calcio–antagonisti, si raccomanda la somministrazione di atropina od orciprenalina.L’esperienza con altri calcio–antagonisti indica che la somministrazione endovenosa ripetuta di 10 ml di calcio gluconato o cloruro di calcio al 10%, seguita da una infusione a goccia (prestando attenzione all’ipercalcemia), induce generalmente un rapido miglioramento della sintomatologia. In qualche caso le catecolamine si sono dimostrate efficaci solo a dosi elevate. Il trattamento successivo deve essere determinato in base ai sintomi prevalenti. La disintossicazione extracorporea non è consigliabile (vedere paragrafo 5.2) ed, inoltre, non si dispone di sufficiente esperienza su questo tipo di trattamento.
Le informazioni pubblicate in questa pagina riportano informazioni farmaceutiche (Foglietto Illustrativo e Caratteristiche principali del Farmaco), sono da intendersi a solo scopo illustrativo; non intendono e non devono sostituirsi alle opinioni del medico. Per informazioni complete e sempre aggiornate su questo farmaco si consiglia di consultare il portale dell'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).
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