Che cosa sapere sulla varicella in gravidanza

Ludovica Cesaroni

Ultimo aggiornamento – 28 Novembre, 2022

Varicella in gravidanza: ecco cosa può succedere

La varicella è una malattia infettiva molto comune, che può colpire adulti e bambini. In generale, la varicella non è pericolosa; tuttavia, contrarre la varicella in gravidanza può avere dei seri rischi per il feto; scopriamone di più.

Varicella: una malattia ciclica

Ogni quattro o cinque anni si verifica un considerevole aumento dei casi di varicella; ciò avviene poiché il virus trova una nuova generazione di bambini non protetti, che o non hanno ancora avuto la malattia o non si sono vaccinati contro di essa. L'infezione, di solito, tende a diffondersi in particolar modo durante la primavera

Sebbene la varicella non costituisca un grande pericolo per i bambini, se contratta in età adulta, e soprattutto durante la gravidanza, può comportare dei seri rischi.

Tale malattia, come molte altre malattie esantematiche, si trasmette per via aerea, ovvero attraverso le goccioline di saliva; la diffusione della malattia all’interno dell’organismo, è a quel punto piuttosto rapida, e chi non è protetto da vaccino (o da immunità per aver contratto in precedenza la varicella) ha moltissime probabilità di ammalarsi. Ma quali sono i rischi del contagio della varicella in gravidanza? Vediamo cosa può succedere.

Rischio varicella in gravidanza: come escluderlo

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Nonostante non sia possibile annullare completamente il rischio di contrarre la varicella in gravidanza, si può cercare di prestare attenzione a non contagiarsi, e verificare, al contempo, se si è protette dalla malattia.

Per prima cosa, le donne in gestazione e non vaccinate dovrebbero evitare il più possibile di stare a contatto con i bambini durante questo periodo, per scongiurare il rischio di un possibile contagio da varicella.

In secondo luogo, è consigliabile effettuare un esame del sangue per verificare la presenza di anticorpi contro la varicella nel sangue della futura mamma (gli anticorpi possono derivare dalla vaccinazione contro la malattia o da un passato contagio di varicella).

Nel caso in cui si stia cercando un bambino, è meglio effettuare la vaccinazione prima della ricerca di una gravidanza (qualora non si sia già protette contro la malattia).

Pertanto, affinché vi sia la certezza dell’essere immuni dalla varicella, si rende necessaria almeno una delle seguenti prove:

  • Documentazione che certifichi di aver effettuato le due dosi di vaccino contro la varicella.
  • Esami del sangue che attestino l’immunità alla varicella (tramite dosaggio di IgM e IgG).
  • Diagnosi medica di episodi di varicella o di Herpes Zoster.

Gravidanza e varicella: rischi per il feto

Tra le varie malattie che una donna incinta può contrarre durante la gravidanza vi è, ovviamente, anche la varicella. Come accennato, si tratta di una malattia esantematica tipica dell'infanzia, ma che comunque può verificarsi in qualsiasi momento della vita. Ad ogni modo, non è frequente che una donna in gravidanza si ammali di varicella e, fortunatamente, sono abbastanza rare le possibili conseguenze sul nascituro.

L'incubazione della varicella in gravidanza è la stessa di quella di un qualsiasi paziente, ed è compresa tra i 10 e i 21 giorni. A quel punto, si è contagiosi a partire dal giorno prima della comparsa dell'eruzione cutanea fino al quarantunesimo giorno successivo alla comparsa della lesione.

Il tasso di trasmissione della malattia dalla gestante al feto è del 17%, ma la varicella, se contratta durante il primo trimestre, può determinare un maggiore rischio di malformazioni. Infatti, il 7% degli embrioni (che hanno ricevuto l'infezione della varicella da parte della madre) sviluppa la sindrome da varicella congenita, quale è responsabile di:

  • gravi lesioni cutanee cicatriziali;
  • atrofia muscolare;
  • ipoplasia delle dita;
  • lesioni cerebrali (encefalite o atrofia cerebrale).

Data la scarsa probabilità di contrarre l'infezione da varicella, in genere si evita di ricercare l’infezione con PCR nel liquido amniotico, poiché tale indagine può avere un rischio sul feto pari, in percentuale, a quello della varicella stessa.

Se l'infezione da varicella avviene durante il secondo trimestre, non vi sono particolari conseguenze sul feto.

Invece, nel caso in cui l'infezione sopraggiunga durante il terzo trimestre, le conseguenze dipendono dalla distanza cronologica tra l'infezione stessa, il momento del parto, la viremia materna e la produzione di anticorpi da parte della madre. Ma in questo caso, quali situazioni possono verificarsi? Vediamolo subito.

Varicella e gravidanza nel terzo trimestre: i possibili scenari

  • L'infezione colpisce la madre almeno 21 giorni prima del parto. In questo caso, si ha un passaggio dell'infezione nel feto attraverso la placenta nel 17% dei casi. L'infezione ha un decorso favorevole, dal momento che sono presenti gli anticorpi della madre e il feto guarisce prima del parto.
  • Il parto avviene durante il periodo di incubazione della malattia. In questo caso, il bambino nasce sano, ma si può infettare durante il parto o subito dopo. Se si verifica questa ipotesi, il neonato non gode della protezione degli anticorpi materni; tuttavia il discorso della malattia è benigno dal momento che, in genere, l'infezione avviene per via respiratoria.
  • Il parto avviene tra il giorno prima e i quattro giorni successivi all'eruzione cutanea. Il feto è in grado di infettarsi attraverso il sangue (via ematogena) e in questo caso la malattia è molto grave, a volte è mortale (nel 10% dei casi) anche perché non c'è il tempo per il passaggio degli anticorpi materni per via transplacentare. Viceversa, se il feto si infetta durante il parto, non vi è un’infezione per via ematogena e sono da considerarsi valide le osservazioni del punto precedente.
  • L’infezione avviene in un periodo compreso tra i 5 e i 21 giorni dopo l'inizio dell'eruzione cutanea. Nel caso in cui il feto sia stato infettato, il decorso della malattia è favorevole, nonostante la trasmissione per via ematogena, dal momento che vi è stata una trasmissione transplacentare anche degli anticorpi materni.

La protezione dei bambini che sono nati nei giorni considerati a rischio, viene assicurata attraverso una tempestiva somministrazione di immunoglobuline specifiche. Nel caso in cui la madre si infetti in prossimità della data del parto, è meglio cercare di procrastinare la data (almeno di una settimana) piuttosto che anticiparla.

Varicella negli adulti: le conseguenze

Si è visto fin qui quali possono essere i rischi di una varicella contratta dalle gestanti per il feto, ma è anche importante aggiungere quali possono essere i rischi per la donna stessa, in quanto adulta.

Mentre per i bambini la varicella non comporta particolari rischi o disagi, contrarre la varicella in età adulta può essere anzitutto molto fastidioso: la malattia comporta la comparsa di vescicole e prurito, richiedendo giorni di malattia.

Inoltre, anche dopo la guarigione (ma ciò è vero anche per chi contrae la varicella da bambino) è possibile che il virus rimanga nascosto in alcuni gangli nervosi e può determinare, in futuro, la comparsa di herpes zoster (conosciuta anche come fuoco di Sant'Antonio) una malattia assai più dolorosa e problematica, per la cui guarigione è importante la diagnosi e la terapia precoce.

Anche per questo motivo è sempre consigliabile sottoporsi al vaccino contro la varicella (ultimamente anche contro il fuoco di Sant’Antonio)

Il vaccino contro la varicella funziona?

Come tutti i vaccini, anche quello contro la varicella protegge dalla manifestazione della malattia. Si tratta di un vaccino costituito da virus vivi ma resi inoffensivi, i quali sono in grado di stimolare le difese dell'organismo senza provocare la malattia al paziente. Si tratta di un vaccino sicuro ed efficace, anche se non è adatto a tutti.

Quella contro la varicella è una vaccinazione obbligatoria per i pazienti in età pediatrica (e non rientra, pertanto, tra le vaccinazioni consigliate); essa è in grado di ridurre notevolmente e significativamente i focolai di infezione.

Per quello che riguarda gli adulti, la vaccinazione contro la varicella è raccomandata solo ai soggetti aventi un sistema immunitario competente (fatta eccezione per i malati di AIDS). Per le persone immunocompromesse, infatti, la vaccinazione contro la varicella può essere addirittura inutile e pericolosa; per questi pazienti, in caso di necessità possono essere utilizzate immunoglobuline specifiche o terapie antivirali.

In generale, e ancora di più per le donne in stato interessante e per i pazienti immunodepressi, resta valido il consiglio di non entrare a contatto con bambini malati di varicella.

Ludovica Cesaroni
Scritto da Ludovica Cesaroni

Amo definirmi una creativa dalla forte impronta razionale. Scrivere, disegnare e creare con le mani sono le mie grandi passioni, ma il pungolo della curiosità mi ha sempre portato a interrogarmi sui grandi misteri della vita e a informarmi sui 'piccoli misteri' dell'uomo.

a cura di Dr. Marcello Sergio
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