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Sonnolenza in gravidanza: sarà maschio o femmina?

Anna Nascimben | Editor

Ultimo aggiornamento – 26 Giugno, 2023

Scopriamo se la sonnolenza in gravidanza può predire il sesso del bambino

La sonnolenza in gravidanza può predire se il bambino sarà maschio o femmina? È vero che la gestazione si presenta con sintomi diversi a seconda del sesso del feto oppure è solo una credenza priva di fondamento? Facciamo chiarezza su questo argomento.

La sonnolenza in gravidanza predice se sarà maschio o femmina? 

Sebbene alcuni ritengano che, a seconda dei vari sintomi provati durante la gestazione, si possa conoscere in anticipo il sesso del bambino, la sonnolenza in gravidanza non indica se il bambino sarà maschio o femmina.

La maggior stanchezza provata da diverse future mamme durante i nove mesi, infatti, non è legata al sesso del feto, bensì è direttamente influenzata dai cambiamenti ormonali che interessano il suo organismo e costituisce una manifestazione fisiologica presente sia nelle donne che aspettano un maschio che in quelle che partoriranno una femmina.

È sicuramente vero che, soprattutto durante il primo trimestre, la donna incinta si sente più stanca ed assonnata, tuttavia ciò non ha alcun legame con il fatto che il bambino sarà maschio o femmina, pertanto la sonnolenza non costituisce un indicatore attendibile.

Sonnolenza in gravidanza

La maggior sonnolenza che si verifica in gravidanza è causata dall'aumento nell'organismo di due ormoni, quello steroideo e il progesterone. Si tratta di un sintomo estremamente comune che si verifica in moltissime donne, accompagnandole lungo tutti i nove mesi della gestazione. Se in alcuni casi il desiderio di dormire scompare non appena raggiunto il secondo trimestre, in altri rimane, proprio come accade per la nausea o per le altre manifestazioni tipiche della gestazione.

I sintomi della gravidanza per capire se sarà maschio o femmina

Esistono degli specifici sintomi per capire prima del tempo il sesso del bambino? E se sì, come capire se si aspetta un maschio o una femmina semplicemente facendo attenzione alle varie manifestazioni del proprio corpo?

Secondo la tradizione popolare, i sintomi se si aspetta una femmina includerebbero:

  • forte nausea, già a partire dai primi giorni di gestazione. Tra i sintomi di una possibile gravidanza femminile compare l'iperemesi, ovvero una condizione nella quale la donna soffre di un'intensa sensazione di nausea. L'ipotesi troverebbe fondamento in uno studio dal quale emerge che le donne che soffrono di iperemesi avrebbero una concentrazione di ormone beta HCG più alta, associata a una maggior probabilità di partorire una bambina. Si tratta, tuttavia, solamente di un'ipotesi che per ora non trova una validità scientifica;
  • frequenza cardiaca aumentata;
  • pancia di forma leggermente ovoidale;
  • voglie legate a cibi dolci;
  • pelle del viso impura;
  • aumento rilevante nella dimensione del seno;
  • sbalzi di umore e momenti di frequente tristezza; 
  • nessun cambiamento di colore nei capezzoli, oppure capezzoli solo leggermente più scuri;
  • piedi caldi;

Al contrario, se manifestano queste caratteristiche secondo la tradizione popolare si starebbe aspettando un maschio:

  • nausea contenuta;
  • battito cardiaco regolare;
  • pancia tondeggiante;
  • voglia di cibi salati o aciduli;
  • pelle del volto luminosa e morbida;
  • umore stabile;
  • colore dei capezzoli scuro;
  • aumento della peluria. Secondo la tradizione popolare, il testosterone maggiormente presente nel feto maschile determinerebbe un aumento della peluria nella mamma;
  • piedi tendenzialmente freddi;
  • durante la gravidanza compare una linea più scura sulla pancia, la quale viene definita linea nigra (o linea alba). Secondo la tradizione popolare, quando la linea parte dall'ombelico per andare verso l'alto la mamma sarebbe incinta di una bambina, mentre al contrario, se inizia dall'ombelico per andare verso il basso il feto sarebbe un maschio;

Ovviamente questi sintomi per capire se è maschio o femmina sono del tutto privi di ogni fondamento scientifico e l'unico modo per conoscere con esattezza il sesso del bambino è eseguire un'ecografia o un altro tipo di test genetico.

Da cosa si capisce se è maschio o femmina? I metodi scientifici

Come capire se un bambino è maschio o femmina in gravidanza ed esserne sicuri? Gli unici modi sono:

  • eseguire un'ecografia morfologica. La morfologica è un esame che viene eseguito nel secondo trimestre e che, oltre a dare informazioni essenziali circa l'andamento della gravidanza e lo sviluppo del feto, in molti casi riesce anche a determinarne con esattezza il sesso. Quando l'ecografia viene svolta troppo presto, oppure il feto è posizionato in un determinato modo, tuttavia, può risultare difficile stabilire con certezza il suo sesso. E' solo quando i genitali iniziano a differenziarsi più precisamente che il ginecologo potrà appurare se il bimbo è maschio o femmina con un margine di sicurezza pari all'80-90%;
  • sottoporsi a un test del DNA fetale. Questo esame, che consiste in un prelievo di sangue, offre informazioni abbastanza attendibili sul feto e ne stabilisce con certezza il sesso;
  • sottoporsi all'amniocentesi o alla villocentesi;
  • secondo la Nub Theory, per conoscere il sesso del feto si dovrebbe attendere la 12esima settimana di gestazione. Prima di questa data, infatti, i genitali del bambino non presentano ancora caratteristiche diverse. Secondo la Nub Theory, il feto dovrebbe essere di sesso maschile se il suo angolo lombosacrale è maggiore o uguale a 30° e l'angolo   cutaneo maggiore o uguale a 40°, mentre femminile se le misurazioni sono inferiori.
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Anna Nascimben | Editor
Scritto da Anna Nascimben | Editor

Con una formazione in Storia dell'Arte e un successivo approfondimento nello studio del Digital Marketing, mi occupo da anni di creare contenuti web. In passato ho collaborato con diversi magazine online scrivendo soprattutto di sport, vita outdoor e alimentazione, tuttavia nel corso del tempo ho sviluppato sempre più attenzione nei confronti di temi come il benessere mentale e la crescita interiore.

a cura di Dr. Marcello Sergio
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