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Acidi biliari e intestino possono agire sul colesterolo?

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

Colesterolo: gli effetti

Quando si soffre di colesterolo alto, si è subito inclini a pensare alle cattive abitudini alimentari, facendo ben presto i conti con i formaggi, gli insaccati e le fritture di troppo che ci si è concessi con gusto (e senza troppe preoccupazioni!).

Giunge, quindi, il tempo di rivedere la propria dieta ma, a volte, non è solo una questione di cibo. Il colesterolo alto, infatti, è dettato anche da una certa predisposizione genetica e da come il microbiota intestinale reagisce alle cattive abitudini.

A sostenerlo, uno studio condotto dal dr. Tao Bo, genetista e ricercatore presso l’ Università di Shandong (Cina), recentemente pubblicato dalla rivista MicrobiologyOpen.

Lo studio

In particolare, pare che dieta – in primis – e DNA siano in grado di modificare l’equilibrio di colesterolo e microbiota intestinale. Una dieta ricca di colesterolo, infatti, riduce il numero delle specie batteriche che compongono normalmente il microbiota.

Alterato il microbiota, viene a mancare l’azione dei batteri – bifidi e lattici – che intervengono nel legame tra i sali biliari e il colesterolo. Da qui, l’idea che per contrastare l’ipercolesterolemia, se lieve, è possibile utilizzare degli specifici ceppi probiotici, come i bifidobatteri, sfruttandone le loro capacità idrolitiche.

Cosa significa? Una flora batterica intestinale equilibrata, che può essere arricchita mediante l’assunzione di fermenti lattici probiotici, svolge effetti benefici sui livelli ematici di colesterolo.

In particolare, secondo recenti studi scientifici, sussiste un legame tra l’equilibrio del microbiota intestinale e una minore incidenza di patologie, quali dislipidemie, diabete e obesità, poiché alcuni particolari tipi di batteri permettono un ridotto riassorbimento intestinale di colesterolo, legato al processo di idrolisi dei sali biliari.

In altre parole, il probiotico dà luogo alla de-coniugazione dei sali biliari, i quali, precipitando, non saranno più in grado di emulsionare il colesterolo alimentare generando, quindi, una minor concentrazione ematica dello stesso. Il mancato riassorbimento del binomio Sali biliari-colesterolo costringerà poi il fegato a produrre nuovi sali biliari, utilizzando proprio il colesterolo come substrato. Questo porterà a un’ulteriore riduzione.

Quali sono, quindi, i batteri utili a contrastare il colesterolo?

Secondo alcune ricerche, tra i batteri in grado di agire positivamente nella lotta al colesterolo troviamo:

  • Lactobacillus bulgaricus
  • Lactobacillus Sporogenes
  • Enterococcus faecium
  • Bifidobacterium Lactis
  • Bifidobacterium longum

Qual è la loro azione?

Quella di:

  • Eliminare i sali biliari.
  • Modulare l’assorbimento intestinale del colesterolo.

Sali e acidi biliari

Ma facciamo un po’ di chiarezza sugli acidi e sali biliari.

Gli acidi biliari sono sostanze digerenti, prodotte dalla demolizione delle molecole di colesterolo, che avviene nel fegato.

Prima che gli acidi biliari vengano secreti nella bile, si assiste alla coniugazione di queste molecole con amminoacidi, quali glicina e taurina, creando così i glicoconiugati e i tauroconiugati. Questi acidi biliari coniugati e i loro sali sono maggiormente idrofilici e, dunque, hanno una maggiore capacità emulsionante.

In una situazione di digiuno, gli acidi biliari si concentrano nella cistifellea mentre, dopo il pasto, questi entrano nell’intestino e danno luogo al circolo entero-epatico. In particolare, gli acidi biliari e i loro sali e coniugati sono i principali costituenti della bile, e giocano un ruolo fondamentale nella digestione e nell’assorbimento dei lipidi, in quanto sono capaci di disperdere in soluzione acquosa i grassi insolubili.

La maggior parte di questi acidi presenti nell’intestino è riassorbita e ricondotta al fegato, dove sono utilizzati nuovamente e secreti nella bile. Soltanto una piccola parte degli acidi biliari è eliminata con le feci.

Dal punto di vista chimico, gli acidi biliari possono essere classificati in primari (a. colico e acido chenodesossicolico), ovvero sintetizzati a livello epatico, e secondari (acido litocolico e desossicolico), ovvero sintetizzati a livello intestinale a partire dai primari.

Dunque, è importante che sia ristabilito l’equilibrio gastro-intestinale, in tutte le sue forme, così da evitare un aumento dei valori di colesterolo, una diminuzione dei batteri buoni e far sì che ci sia un aumento degli acidi biliari.

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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