Le donne che soffrono di apnee ostruttive del sonno (OSA) hanno una probabilità maggiore di ammalarsi di tumore. È una nuova ricerca a dirlo, pubblicata sull’autorevole rivista European Respiratory Journal.
Cerchiamo di capirne di più.
Apnee notturne: perché aumenta il rischio di tumore
La domanda sorge dunque spontanea. Qual è il legame tra tumore e apnee del sonno? Partiamo da principio. Chi soffre di OSA registra una netta riduzione dei livelli di ossigeno nel sangue, a causa della chiusura – parziale o totale – delle vie aeree durante le ore di sonno.
Il nuovo studio suggerisce che le persone che soffrono di apnee notturne hanno maggiori probabilità di ricevere una diagnosi di tumore. Lo studio promosso dall’European Respiratory Society ha anche messo in evidenza che il cancro era più diffuso tra le donne con OSA, rispetto agli uomini. Questo al netto di fattori come abitudine al fumo, consumo di alcool, età e indice di massa corporea.
“Studi recenti – ha spiegato il dr. Athanasia Pataka, docente di medicina respiratoria presso l’Ospedale di Tessalonica in Grecia e principale autore dello studio – hanno dimostrato che bassi livelli di ossigeno nel sangue durante la notte e disturbi del sonno giocano un ruolo fondamentale nella biologia e nello sviluppo di diversi tipi di cancro”.
Forse una combinazione di ormoni sessuali femminili e stress derivante dall’ipossia notturna innesca l’inizio del cancro o riduce le difese immunitarie del corpo?
Per arrivare a questa conclusione, i ricercatori hanno analizzato i dati di quasi 20 mila individui, per andare poi a esplorare il legame tra lo stadio di gravità dell’apnea, i bassi livelli di ossigeno nel sangue e lo sviluppo del cancro. Come? Il team di ricerca ha osservato quante volte i partecipanti abbiano avuto una chiusura parziale o completa delle vie aeree durante il sonno e quante volte nel cuore della notte i loro livelli di ossigeno nel sangue siano scesi al di sotto del 90%.
Effettuate queste analisi, i ricercatori si sono poi rivolti al sesso dei partecipanti. Di qui la scoperta: le probabilità di diagnosi di cancro erano più alte nelle donne con OSA che, al contempo, registravano una diminuzione maggiore dei livelli di ossigeno nel sangue, rispetto alle donne senza OSA. Lo stesso, però, non si poteva dire per gli uomini.
Nessun allarmismo, ma attenzione ai sintomi delle apnee notturne
Nulla di empirico, sono i dati a parlare. Tra i partecipanti, 388 persone (dunque il 2% del campione di studio totale) hanno ricevuto una diagnosi per cancro in stato avanzato. In questo gruppo, c’erano 160 donne e 228 uomini, ovvero il 2,8% di tutte le donne e l’1,7% degli uomini con un’età media superiore ai 50 anni. Nelle donne, il tumore riscontrato più frequentemente è stato il cancro al seno, mentre per gli uomini era la prostata a essere colpita.
Giungere a conclusioni affrettate sarebbe però superficiale. Gli stessi autori, infatti, hanno sottolineato come tali risultati non possano dimostrare in modo controvertibile che vi sia un'associazione diretta tra OSA e aumento del rischio di cancro. Se il dubbio è lecito, c’è però un altro studio a sostegno di questa tesi, condotto nel 2018 da un gruppo della Facoltà di Medicina e Scienze della Salute dell’Università di Barcellona che aveva ipotizzato un legame tra OSA e tumore al polmone, dopo un esperimento effettuato sui topi.
Dunque, i 6 milioni di persone che in Italia soffrono di apnee del sonno dovrebbero allarmarsi? La risposta arriva dalla dr.ssa Anita Simonds, vicepresidente della European Respiratory Society – “La prevalenza complessiva del cancro era solo del 2%, quindi i pazienti con OSA non dovrebbero essere eccessivamente spaventati da questa ricerca”.
Nonostante ciò, i medici dovrebbero continuare a essere vigili quando valutano i pazienti con possibile OSA, specialmente tra le donne, che possono presentare con sintomi meno comuni. Attenzione, dunque, a sonnolenza, russamento e arresto della respirazione durante la notte. Non sottovalutate nemmeno affaticamento, insonnia e mal di testa mattutino: sono tutti sintomi che potrebbero svelare patologie, anche gravi, legate al sonno, che, in ogni caso, non andrebbero mai sottovalutate.