Boom del botulino: una tendenza allarmante

Dr.ssa Elisabetta Ciccolella Farmacista
Redatto scientificamente da Dr.ssa Elisabetta Ciccolella, Farmacista |
A cura di Vincenzo Russo

Data articolo – 10 Giugno, 2015

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Dopo il boom degli ultimi anni, quando un numero probabilmente incalcolabile di donne ha cercato di fermare le rughe utilizzando il botulino, da qualche tempo gli allarmi dei medici si sono intensificati. Va ricordato che il botulino è un batterio che appartiene al genere clostridium e contiene una neurotossina letale.

Il farmaco antirughe viene ricavato purificando e la tossina e agisce se iniettato localmente. Essendo un veleno, l’azione topica paralizza i muscoli che, rilasciati, permettono che la ruga sia “spianata”.

Ma i rischi?

È vero, sostengono i neurofisiologi, che gli effetti collaterali sono molto rari, ma è altrettanto vero che non si sa nulla dei potenziali effetti a lungo termine che potrebbero svilupparsi in seguito a somministrazioni ripetute di questo tipo di farmaco.

Sempre secondo i neurofisiologi, alcuni esperimenti recentemente condotti sugli animali hanno dimostrato che la tossina botulinica può influenzare il modo in cui si comporta il sistema nervoso e inibire il rilascio di alcuni neurotrasmettitori cerebrali.

Inoltre, anche se molte ricerche hanno dimostrato che l’uso del botulino può essere efficace nel rimuovere temporaneamnete le rughe, per un massimo di sei mesi, uno studio pubblicato l’anno scorso ha rilevato che un quarto dei pazienti che richiedono il trattamento, in realtà non ne avrebbe bisogno in quanto non ha veri problemi estetici ma, più che altro, problemi nell’accettarsi; per questi pazienti, la psicoterapia sarebbe stato il trattamento adeguato, sostengono i ricercatori.

Secondo i chirurghi estetici e i dermatologi che effettuano questi trattamenti, non ci sono rischi e non sono documentati effetti collaterali potenzialmente dannosi per il sistema nervoso. Piuttosto, sottolineano soltanto casi di insuccesso e di danni estetici procurati più dall’incompetenza di chi ha effettuato il trattamento che dall’azione della tossina.

 

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