Celiachia non diagnosticata? Può causare osteopenia e osteoporosi

Redazione

Ultimo aggiornamento – 31 Gennaio, 2022

osteoporosi e celiachia: ecco il legame

Quando parliamo di celiachia, sono ormai pochi i punti più oscuri che ruotano attorno alla malattia. Sappiamo, infatti, che la celiachia, nota anche come “morbo celiaco”, non è altro che l’intolleranza alla gliadina, ovvero a quella proteina presente nel glutine. Il glutine, poi, si trova in:

  • Frumento
  • Orzo
  • Segale
  • Farro
  • Kamut
  • Altri cereali…

Come si manifesta la celiachia?

Chi manifesta i sintomi di questa intolleranza si ritrova ben presto a fare i conti con un fastidioso stato infiammatorio cronico della parete intestinale, con la progressiva atrofia dei villi dell’intestino, deputati all’assorbimento delle sostanze nutritive.

Inoltre, a subirne le conseguenze anche il sistema immunitario, che attacca i tessuti del proprio organismo e non batteri e virus esterni. In questi casi, il consiglio dello specialista è sempre quello di effettuare anche un test per gli anticorpi anti-transglutaminasi, per valutare nello specifico l’azione di quegli anticorpi “nemici della salute”.

Quali sono, dunque, le conseguenze della celiachia?

Grazie a numerosi studi e indagini, possiamo dire con certezza che la celiachia innesca due reazioni:

  1. Malassorbimento, causata dall’atrofia della mucosa intestinale. La conseguenza è uno scarso assorbimento di preziose vitamine e minerali, come la vitamina D e B, il calcio e il ferro.
  2. Produzione di autoanticorpi contro la osteoprotegerina, proteina necessaria per la salute delle ossa.

Celiachia, osteopenia e osteoporosi: svelata la correlazione  

Già, è proprio così. La celiachia è legata a osteopenia e a osteoporosi. Questi disturbi alle ossa sono, spesso, associati solo alle donne over 50 in menopausa; in realtà, quando la diminuzione della massa ossea è accompagnata anche da una lieve anemia (provocata dal malassorbimento), è il caso di consultare un gastroenterologo, per valutare una possibile diagnosi di celiachia.

C’è da dire che, come per molte altre patologie, l’osteopenia/osteoporosi (ovvero la bassa densità minerale e il conseguente manifestarsi di fratture ossee) ha un’origine multifattoriale.

È giusto pensare, infatti, ai processi autoimmunitari, alla produzione di autoanticorpi e ai fattori pro-infiammatori che si generano, mangiando alimenti con glutine. Il cattivo assorbimento di calcio e vitamina D rendono il quadro più completo, con conseguenze più gravi soprattutto nelle donne nell’età della menopausa.

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Come fare a migliorare la condizione di osteopenia, evitando che si trasformi in osteoporosi?

Se il collegamento con la celiachia è chiaro, allora è bene seguire una dieta senza glutine, per migliorare la densità ossea. In alcuni pazienti, la dieta però non è sufficiente; allora, lo specialista può ritenere opportuna una terapia farmacologica, con l’assunzione di bifosfonati, in grado di aumentare la densità minerale ossea, bloccando o, almeno, rallentando il processo di decalcificazione delle ossa.

Certamente, prima si prende consapevolezza della condizione e delle conseguenze per la salute, meglio è. La diagnosi precoce può, ancora una volta, fare la differenza, diminuendo il rischio che, presto o tardi, il paziente si ritrovi a fare i conti con sospette fratture traumatiche, causate dall’osteoporosi conclamata.

Come si fa, dunque, la diagnosi nel celiaco?

Il progresso in campo medico e diagnostico ci viene in aiuto, rendendo il test da effettuare sempre più semplice. Esistono, infatti, oltre ai comuni esami per lo screening della malattia celiaca, che rilevano solo la presenza di anticorpi anti-transglutaminasi IgA, esami in grado di identificare anticorpi anti-peptidi deamidati della gliadina (anti-DGP), sia di classe A che G.

Questi test sono importanti, perché molti pazienti manifestano un deficit di IgA, che potrebbe condurre a falsi risultati, se il parametro rilevato fosse unicamente l’immunoglobulina A. I test si possono eseguire anche a casa, senza necessità di rimandare gli esami per mancanza di tempo.

Basterà seguire le istruzioni, pungersi con le lancette pungidito sterili, prelevando così il campione di sangue necessario, da riversare nel flaconcino contagocce contenente il diluente per il test. I risultati si avranno in soli 10 minuti, grazie a una reazione immunocromatografica: se gli anticorpi IgA e IgG anti-peptide deamidato della gliadina sono presenti, una banda rossa apparirà nella zona test.

Insomma, non ci sono più scuse per sottovalutare quei fastidiosi sintomi della celiachia, come gonfiore addominale, diarrea, malnutrizione, perdita di peso. Prevenire è meglio, è il miglior modo per scongiurare l’insorgere di disturbi più gravi nel tempo!

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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