Attenzione. La conservazione dell’insulina in frigorifero non è sempre così sicura come siamo abituati a credere.
Gli sbalzi di temperatura, infatti, possono compromettere la qualità stessa del farmaco, dunque la sua efficacia nel regolare la glicemia. A sostenerlo una ricerca presentata a Berlino in occasione del congresso annuale dell’European Association for the Study of Diabetes (East).
Come conservare l’insulina: qual è la temperatura ottimale
L’insulina – così come altri medicinali iniettabili, primi fra tutti i vaccini, ma anche certi antitumorali, – devono obbligatoriamente essere conservati a determinate temperature. Pena la perdita di efficacia, se sono esposti al troppo caldo o al troppo freddo.
Dunque, le temperature ideali per l’insulina sono fra i 2 e gli 8 gradi centigradi in frigorifero – dove può essere conservata anche a lungo – e fra i 2 e i 30 gradi centigradi quando il paziente la porta con sé nella classica penna o fiala. In quest’ultimo caso, si pensa ovviamente a un utilizzo in tempi molto brevi.
Purtroppo, però, queste indicazioni non sempre vengono rispettate alla lettera, come sostenuto da un team di ricercatori guidato dalla dr.ssa Katarina Braune della Charité-Universitaermedizin di Berlino che ha pensato di andare a verificare il modo in cui l’insulina viene conservata dai pazienti. Come? Tramite un sensore posizionato nei frigoriferi e nelle borse per il trasporto del medicinale, che monitorava le temperature ogni tre minuti, dunque circa 480 volte al giorno.
Conservazione dell’insulina in frigo: c’è qualcosa che non va?
Lo studio è stato condotto dal novembre 2016 al febbraio 2018, ed ha coinvolto 388 diabetici. È emerso che su 400 misurazioni in totale – 230 per i frigoriferi e 170 nel caso di insulina trasportata dai pazienti – nel 79% dei casi l’insulina non era conservata correttamente.
Insomma, è emerso in molto chiaro che la conservazione dell’insulina era tutto fuorché sicura. Entrando nei dettagli, si può affermare che più a rischio era proprio la conservazione in frigorifero, dove per una media di 2 ore 34 minuti al giorno l’insulina finiva al di fuori dei parametri raccomandati.
Il rischio maggiore? Quello del congelamento: il 17% dei sensori ha registrato infatti registrato temperature pari o inferiori a zero gradi centigradi. Per quanto concerne l’insulina da trasporto, invece, è stato registrato uno sforamento più trascurabile di 8 minuti al giorno in media.
«Molti pazienti – ha commentato la dr.ssa Braune – conservano male il loro farmaco nel frigorifero di casa». Cosa fare, quindi? «Controllare la temperatura con un sensore – ha suggerito la ricercatrice – Perché per i pazienti insilino-dipendenti con diabete che assumono il farmaco più volte al giorno sia per iniezione, sia attraverso le pompe, è fondamentale garantire un dosaggio preciso del farmaco per ottenere i migliori benefici terapeutici. Una perdita di potenza del farmaco, dovuta a una cattiva conservazione, potrebbe interferire con l’efficacia della terapia».
FONTE
Tutti i dettagli dello studio sono stati presentati durante l’European Association for the Study of Diabetes (Congresso dell’Associazione europea per lo studio del diabete) , svoltosi dal 1° al 5 ottobre 2018 a Berlino.