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Insulina? Nel 79% dei casi non viene conservata correttamente

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

Attenzione. La conservazione dell’insulina in frigorifero non è sempre così sicura come siamo abituati a credere.

Gli sbalzi di temperatura, infatti, possono compromettere la qualità stessa del farmaco, dunque la sua efficacia nel regolare la glicemia. A sostenerlo una ricerca presentata a Berlino in occasione del congresso annuale dell’European Association for the Study of Diabetes (East).

Come conservare l’insulina: qual è la temperatura ottimale

L’insulina – così come altri medicinali iniettabili, primi fra tutti i vaccini, ma anche certi antitumorali, – devono obbligatoriamente essere conservati a determinate temperature. Pena la perdita di efficacia, se sono esposti al troppo caldo o al troppo freddo.

Dunque, le temperature ideali per l’insulina sono fra i 2 e gli 8 gradi centigradi in frigorifero – dove può essere conservata anche a lungo – e fra i 2 e i 30 gradi centigradi quando il paziente la porta con sé nella classica penna o fiala. In quest’ultimo caso, si pensa ovviamente a un utilizzo in tempi molto brevi.

Purtroppo, però, queste indicazioni non sempre vengono rispettate alla lettera, come sostenuto da un team di ricercatori guidato dalla dr.ssa Katarina Braune della Charité-Universitaermedizin di Berlino che ha pensato di andare a verificare il modo in cui l’insulina viene conservata dai pazienti. Come? Tramite un sensore posizionato nei frigoriferi e nelle borse per il trasporto del medicinale, che monitorava le temperature ogni tre minuti, dunque circa 480 volte al giorno.

Conservazione dell’insulina in frigo: c’è qualcosa che non va?

Lo studio è stato condotto dal novembre 2016 al febbraio 2018, ed ha coinvolto 388 diabetici. È emerso che su 400 misurazioni in totale – 230 per i frigoriferi e 170 nel caso di insulina trasportata dai pazienti – nel 79% dei casi l’insulina non era conservata correttamente.

conservazione insulina in frigorifero: le temperature ideali

Insomma, è emerso in molto chiaro che la conservazione dell’insulina era tutto fuorché sicura. Entrando nei dettagli, si può affermare che più a rischio era proprio la conservazione in frigorifero, dove per una media di 2 ore 34 minuti al giorno l’insulina finiva al di fuori dei parametri raccomandati.

Il rischio maggiore? Quello del congelamento: il 17% dei sensori ha registrato infatti registrato temperature pari o inferiori a zero gradi centigradi. Per quanto concerne l’insulina da trasporto, invece, è stato registrato uno sforamento più trascurabile di 8 minuti al giorno in media.

«Molti pazienti – ha commentato la dr.ssa Brauneconservano male il loro farmaco nel frigorifero di casa». Cosa fare, quindi? «Controllare la temperatura con un sensore – ha suggerito la ricercatrice – Perché per i pazienti insilino-dipendenti con diabete che assumono il farmaco più volte al giorno sia per iniezione, sia attraverso le pompe, è fondamentale garantire un dosaggio preciso del farmaco per ottenere i migliori benefici terapeutici. Una perdita di potenza del farmaco, dovuta a una cattiva conservazione, potrebbe interferire con l’efficacia della terapia».


FONTE

Tutti i dettagli dello studio sono stati presentati durante l’European Association for the Study of Diabetes (Congresso dell’Associazione europea per lo studio del diabete) , svoltosi dal 1° al 5 ottobre 2018 a Berlino.

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Revisionato da Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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