In queste ore, anzi, settimane, i ricercatori sono al lavoro senza sosta. Obiettivo? Trovare una cura, la cura giusta per sconfiggere il Coronavirus, che ha piegato non solo l'Italia, ma tutti i Paesi del mondo, in un braccio di ferro inaspettato e violento.
Ed è così che nel tam-tam delle notizie, si fa strada una in particolare: il plasma dei pazienti guariti potrebbe aiutare a curare chi è ancora malato. Ma in che modo?
Il plasma dei pazienti guariti contro il Covid19
Negli Ospedali di Pavia e di Mantova, dove l'epidemia ha contorni ben calcati, è in corso la sperimentazione sul plasma.
Cosa è il plasma? Giusto, non tutti potrebbero saperlo. Si tratta della parte più liquida del sangue, priva di cellule, ma costituita da acqua, proteine, nutrienti vari e ormoni. E non solo. Questo liquido giallo (è il suo colore caratteristico) è ricco di anticorpi.
Già, gli anticorpi "neutralizzanti" che si formano dopo la lotta contro il virus.
Perché si utilizza il plasma?
La scelta di utilizzare il plasma è legata all'esperienza delle due precedenti epidemie da Coronavirus: la SARS del 2002 e la MERS del 2012. In entrambi i casi, il plasma è stato adoperato con buoni risultati.
Anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità ne ha sottolineato l'impiego per quelle patologie serie che non possono contare su un trattamento specifico. Ad aggiungere consapevolezza e convinzione, i risultati degli studi dei medici cinesi, che si sono dimostrati positivi. Lo stesso dottor Lu Ming, di Wuhan, a capo del team di medici cinesi che sta dando supporto al Policlinico San Matteo di Pavia, ha affermato: "Si vedono dei risultati positivi a distanza di 24-48 ore".
Dunque, al via le indagini - velocissime. Il protocollo è stato elaborato in una sola settimana, anziché tre mesi!
Come utilizzare il plasma contro il Coronavirus: l'esperimento
Entriamo nel dettaglio dell'esperimento.
Ai pazienti ormai sani viene prelevato il plasma, che si inietta nelle persone ancora malate. Secondo gli esperti: "Il momento giusto per immetterlo è a uno stadio preciso della malattia: si hanno già delle manifestazioni gravi, come la scarsa ossigenazione, si è sottoposti a ventilazione assistita con casco C-pap, ma non si è ancora intubati".
La cura, somministrata in quel particolare stadio, sembra portare a una regressione dei sintomi gravi, come se "il paziente uscisse dal baratro".
Ad oggi, sono 20 i pazienti a Mantova su cui si sta valutando il protocollo, prima di allargare il cerchio su più e più casi.
Staremo a vedere e l'attenzione è massima. Questa soluzione sperimentale si aggiunge alle precedenti, come quella che ha previsto l'impiego di un farmaco contro l'artrite reumatoide, o altri.
La strada è lunga, ma siamo certi e fiduciosi: la soluzione sarà trovata.