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Coronavirus: in cosa consiste la terapia col plasma dei guariti?

Redazione

Ultimo aggiornamento – 06 Maggio, 2021

Plasma e Coronavirus

In queste ore, anzi, settimane, i ricercatori sono al lavoro senza sosta. Obiettivo? Trovare una cura, la cura giusta per sconfiggere il Coronavirus, che ha piegato non solo l'Italia, ma tutti i Paesi del mondo, in un braccio di ferro inaspettato e violento. 

Ed è così che nel tam-tam delle notizie, si fa strada una in particolare: il plasma dei pazienti guariti potrebbe aiutare a curare chi è ancora malato. Ma in che modo? 

Il plasma dei pazienti guariti contro il Covid19

Negli Ospedali di Pavia e di Mantova, dove l'epidemia ha contorni ben calcati, è in corso la sperimentazione sul plasma. 

Cosa è il plasma? Giusto, non tutti potrebbero saperlo. Si tratta della parte più liquida del sangue, priva di cellule, ma costituita da acqua, proteine, nutrienti vari e ormoni. E non solo. Questo liquido giallo (è il suo colore caratteristico) è ricco di anticorpi. 

Già, gli anticorpi "neutralizzanti" che si formano dopo la lotta contro il virus. 

Perché si utilizza il plasma?

La scelta di utilizzare il plasma è legata all'esperienza delle due precedenti epidemie da Coronavirus: la SARS del 2002 e la MERS del 2012. In entrambi i casi, il plasma è stato adoperato con buoni risultati. 

Anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità ne ha sottolineato l'impiego per quelle patologie serie che non possono contare su un trattamento specifico. Ad aggiungere consapevolezza e convinzione, i risultati degli studi dei medici cinesi, che si sono dimostrati positivi. Lo stesso dottor Lu Ming, di Wuhan, a capo del team di medici cinesi che sta dando supporto al Policlinico San Matteo di Pavia, ha affermato: "Si vedono dei risultati positivi a distanza di 24-48 ore".

Dunque, al via le indagini - velocissime. Il protocollo è stato elaborato in una sola settimana, anziché tre mesi! 

Come utilizzare il plasma contro il Coronavirus: l'esperimento

Entriamo nel dettaglio dell'esperimento

Ai pazienti ormai sani viene prelevato il plasma, che si inietta nelle persone ancora malate. Secondo gli esperti: "Il momento giusto per immetterlo è a uno stadio preciso della malattia: si hanno già delle manifestazioni gravi, come la scarsa ossigenazione, si è sottoposti a ventilazione assistita con casco C-pap, ma non si è ancora intubati".

La cura, somministrata in quel particolare stadio, sembra portare a una regressione dei sintomi gravi, come se "il paziente uscisse dal baratro". 

Ad oggi, sono 20 i pazienti a Mantova su cui si sta valutando il protocollo, prima di allargare il cerchio su più e più casi. 

Staremo a vedere e l'attenzione è massima. Questa soluzione sperimentale si aggiunge alle precedenti, come quella che ha previsto l'impiego di un farmaco contro l'artrite reumatoide, o altri. 

La strada è lunga, ma siamo certi e fiduciosi: la soluzione sarà trovata. 

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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