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Covid-19: cosa può fare e cosa no chi si è vaccinato

Redazione

Ultimo aggiornamento – 15 Giugno, 2022

Covid-19 Circonda una Donna Vaccinata in Dubbio su Cosa Fare

Sono state da poco condivise le prime indicazioni sul controllo delle infezioni da Sars-CoV-2 in tema di vaccinazioni. Il 15 marzo 2021, infatti, l’Istituto Superiore di Sanità, il Ministero della Salute, l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e l’Inail hanno redatto un documento che risponde alle domande più frequenti sulle misure per la prevenzione e il controllo di Covid-19, mano a mano che procede la campagna vaccinale, in parallelo però alla diffusione di nuove varianti. Ecco quindi un riassunto dei quesiti più frequenti sui comportamenti da tenere se ci si è già vaccinati.

I lavoratori vaccinati devono continuare a utilizzare mascherine, igienizzare le mani, rispettare il distanziamento e altre norme precauzionali sul luogo di lavori?

La risposta è sì. Tutti i lavoratori, inclusi gli operatori sanitari, sono tenuti a continuare l’utilizzo delle mascherine, igienizzare le mani e rispettare il distanziamento fisico, indipendentemente dalla vaccinazione e a sottoporsi, eventualmente, a tampone in caso di sospetta infezione.

Il vaccino anti-covid riduce sì la possibilità di contrarre la malattia, tuttavia nessun vaccino è in grado di fornire una protezione totale. Dato che la durata della protezione del vaccino non è ancora nota, e varia da persona a persona, non sappiamo se i vaccini impediscano del tutto la trasmissione del virus. Dunque, anche se il rischio è notevolmente ridotto, non è possibile escludere completamente un contagio in chi è stato vaccinato.

Chi si è vaccinato deve continuare rispettare le misure di prevenzione fuori dal luogo di lavoro?

Una persona vaccinata deve comunque continuare a rispettare tutte le misure preventive, come l’utilizzo di mascherine, l'igiene delle mani e il distanziamento sociale. Questo perché, come già detto, non è noto se la vaccinazione possa impedire di ammalarsi nuovamente in maniera asintomatica o a trasmetterlo ad altri. Nell’ottica di circolazione e comparsa di nuove varianti, più virulente e contagiose rispetto alla prima fase, è dunque ragionevole e prudente continuare a rispettare le regole ormai note a chiunque.

Se una persona vaccinata è un contatto stretto di positivo, deve adottare le misure previste per i contatti stretti?

Se una persona vaccinata entra in contatto stretto con un positivo a SARS-CoV-2, deve appunto essere considerata un contatto stretto anche se vaccinata, pertanto deve attuare tutte le disposizioni rese note dal Ministero della Salute. Con contatto stretto si intende per esempio una persona che vive nella stessa casa di un positivo al Covid-19, oppure che ha avuto un contatto diretto con un positivo a distanza minore di 2 metri per almeno un quarto d’ora, oppure chi si è trovato in ambiente chiuso (aula riunioni o sala d’attesa, per esempio) con un caso positivo in assenza di mascherine.

Come si diceva, infatti, la vaccinazione previene la malattia sintomatica, ma non al 100%; non si è infatti ancora certi se i vaccinati possano infettarsi nuovamente con SARS-CoV-2 e trasmettere l’infezione a terzi. Pertanto, una persona anche se vaccinata, dopo una esposizione con un contatto stretto, ritenuta dunque ad alto rischio, deve prendere precauzioni ossia effettuare una quarantena di 10 giorni a seguito di tampone negativo, oppure di 14 giorni dall’ultimo contatto con la persona positiva.

Quando si possono vaccinare i contatti stretti di un positivo a Covid-19?

I contatti stretti di un positivo al Covid devono anzitutto terminare la quarantena bisettimanale prima di poter essere sottoposti a vaccinazione anticovid. Attualmente, non sappiamo se la vaccinazione è efficace nel prevenire l'infezione nel caso in cui venga somministrata in tempi rapidi dopo l'esposizione al virus (cosa che sappiamo accade, per esempio, nei casi di morbillo).

Chi ha avuto il Covid deve comunque vaccinarsi?

La vaccinazione anti-Covid funziona anche in chi si è già precedentemente infettato con SARS-CoV-2. Risulta preferibile sottoporsi al vaccino monodose almeno tre mesi dopo l'avvenuta infezione ma comunque non oltre i sei mesi dalla stessa. Sono da ritenersi casi eccezionali le persone con immunodeficienza, che devono essere vaccinati quanto prima con un ciclo di due dosi.


Per maggiori informazioni sui vaccini anti-Covid, invitiamo a visitare il portale ufficiale del Ministero della Salute, cliccando  qui .

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