Si è scoperto come curare i dolori cronici: sì, avete capito bene

Cristina Grassi | Blogger

Ultimo aggiornamento – 19 Aprile, 2018

Metodo Feldenkrais per il mal di schiena

I ricercatori, grazie all’utilizzo di simulazioni computerizzate, sembrano aver trovato il modo di curare i dolori cronici. I test svolti in laboratorio si sono rivelati promettenti, mostrando effetti terapeutici immediati e duraturi.

Ma vediamo insieme come la scienza è riuscita a spiegare cosa sono i dolori cronici e come sia possibile curarli attraverso questa scoperta che sì, possiamo definire rivoluzionaria.

Dolore cronico: che cos’è

Il dolore neuropatico è una condizione cronica per cui le persone presentano una sensibilità maggiore al dolore o provano dolore a seguito di stimoli che, in condizioni normali, non dovrebbero causare questa sensazione. Per certe persone, tale sensazione è intermittente, per altri, invece è continua.

Al momento, la cura più comune per questo tipo di condizione è rappresentata da antidepressivi e antiepilettici, sebbene meno del 50% delle persone che decidono di adottare questa terapia notino un significativo cambiamento del loro stato fisico.

Si è a conoscenza di una varia serie di patologie o situazioni che sono causa del dolore neuropatico, tra cui:

  • Diabete
  • Infortunio alla spina dorsale
  • Infezione da Herpes zoster
  • Sostanze tossiche
  • Trauma
  • Chemioterapia

Si crede che il dolore neuropatico periferico, una variante della patologia che non riguarda né il cervello né la spina dorsale, sia causato da lesioni ai nervi. Queste lesioni interrompono la barriera sangue-nervo, permettendo al sangue e alle cellule immunitarie trasportate da esso di entrare in contatto con i nervi. In ogni caso, gli scienziati non sanno spiegarsi come mai questo evento causi il dolore neuropatico.

Recentemente, un gruppo di ricercatori francesi ha portato avanti una serie di studi sul dolore cronico, concentrandosi sulle sue cause a livello molecolare e su un modo per alleviare e, in ultima analisi, annullare il dolore.

Durante i loro studi, il ruolo di un recettore (FLT3) si è dimostrato di importanza centrale nel risolvere l’enigma. Questo recettore viene prodotto dalle cellule staminali ematopoietiche, cioè le cellule che producono i globuli rossi e i globuli bianchi. I ricercatori hanno continuato dimostrando che le cellule immunitarie, che hanno invaso i nervi danneggiati nel luogo in cui è avvenuta la lesione, producono una citochina chiamata FL che, a sua volta, si lega e attiva il recettore FLT3.

Una volta che le due molecole si uniscono, viene attivata una reazione a catena che influenza il sistema sensoriale, producendo dolore.

Curare il dolore cronico: forse siamo arrivati a una soluzione

Una volta che gli scienziati hanno capito il ruolo del recettore FLT3, hanno cercato un modo per prevenire l’insorgere del dolore. Si è infatti scoperto una particolare combinazione molecolare, denominata dagli scienziati col nome di BDT001, previene la citochina FL di legarsi al recettore FLT3 e, quindi, blocca la reazione che causa del dolore neuropatico.

Questo farmaco, per ora, è stato testato su topi e ha dimostrato di annullare il dolore, dando un sollievo di 48 ore con una sola dose. Sono state scoperte altre combinazioni molecolari con un simile scopo per cercare di curare alcune forme di cancro in cui è coinvolto il recettore FLT3. Purtroppo, questi altri farmaci interagiscono con altri recettori e molecole, producendo tutta una serie di effetti collaterali, lasciando la nuova scoperta del BDT001 l’opzione più promettente nella cura del dolore cronico.

Le cause del dolore cronico sono state un mistero per gli scienziati fino ad oggi. Grazie agli sviluppi della ricerca ci sia avvicina sempre di più a ottenere una cura per questa condizione.

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Scritto da Cristina Grassi | Blogger

Comunicazione, lingue straniere e traduzione sono la mia passione. Traduttrice e scrittrice di professione, durante il tempo libero adoro trascorrere il tempo con la mia famiglia e dedicarmi alla lettura.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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