A cura di Giulia Milioli, Specialista in Neurologia – Medico Esperto in Medicina del Sonno Certificato AIMS e ESRS.
Dormire bene è sinonimo di buona salute. Già, perché quando il sonno è disturbato e discontinuo avvertiamo numerosi fastidi durante il giorno, che possono essere sintomo di ulteriori complicazioni per l’organismo, da non sottovalutare!
Ad esempio: vi è mai capitato di pensare che esiste un legame tra la Sindrome delle Apnee notturne e il pre-diabete?
È proprio così, a sostenerlo è la scienza. Ma facciamo un passo indietro, cercando in primis di capire quando si parla di apnee notturne e cosa si intende con pre-diabete.
Apnee notturne e pre-diabete: cosa sono
Le apnee nel sonno rappresentano un disturbo molto comune che colpisce circa 1 italiano su 4. Causano frequenti episodi di occlusione delle vie aeree superiori mentre si dorme, con conseguenti micro-risvegli e una riduzione – non salutare! – dei livelli di ossigeno nel sangue.
Parliamo di pre-diabete, poi, facendo riferimento a una fase precedente al diabete mellito di tipo 2. In questi casi, i livelli di glucosio e di insulina circolanti nel sangue sono superiori alla norma, ma ancora non così alti da far sì che si possa diagnosticare il diabete. Molti pazienti soffrono, ahimè, di pre-diabete senza esserne consapevoli.
Glicemia alta e sonno disturbato: ecco qual è il legame
Curare le apnee del sonno nelle persone con alti livelli di glucosio e di glicemia nel sangue può essere davvero un toccasana. Perché?
Secondo uno studio, pubblicato sull’American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine, i pazienti che presentano i sintomi del prediabete spesso soffrono anche di apnee notturne.
La sonnolenza diurna, infatti, provoca un aumento del fabbisogno energetico di giorno; gli zuccheri assunti danno quella sensazione immediata di carica, che apparentemente contrasta la stanchezza e il sonno. Ma il rischio è ovvio: cedere al cibo spazzatura o, in ogni caso, assumere una quantità eccessiva di zuccheri, crea uno squilibrio a livello nutrizionale e metabolico.
Cosa fare, dunque, quando ci si rende conto delle apnee?
La risposta è certa: non perdere tempo! È necessario rivolgersi a uno specialista in pneumologia per sottoporsi all’esame della polisonnografia, assolutamente indolore, e scoprire qual è lo stato del proprio sonno.
Sempre dallo studio americano, infatti, è emerso che facendo indossare ai pazienti la mascherina con ossigeno durante la notte, ovvero la terapia CPAP contro le apnee, il rischio di pre-diabete è diminuito: “L’indagine ha dimostrato che la mascherina in pazienti con pre-diabete può ridurre il rischio di progressione al diabete, quando il dispositivo viene utilizzato per otto ore, o durante l’intera fase di sonno notturno”, ha affermato la ricercatrice Sushmita Pamidi.
Sono stati coinvolti, in particolare, 39 soggetti di mezza età, in sovrappeso o obesi, con entrambi i disturbi. A 2/3 di essi è stata fatta utilizzare la C PAP per 2 settimane. L’altra parte ha ricevuto un placebo da soli 30 minuti, poco prima di andare a letto.
Tutti i partecipanti sono stati monitorati in laboratorio e, prima e dopo il trattamento, sono stati sottoposti a un test di tolleranza al glucosio. Dopo la seconda settimana, il risultato è apparso chiaro: sono stati segnalati dei miglioramenti nei pazienti che avevano dormito con le mascherine.
... Non rimane che curarsi!
Sì, come per ogni patologia, la strada più giusta da intraprendere è quella che porta alla cura. Mai sottovalutare le apnee notturne, il rischio potrebbe essere davvero grave. Parlatene con il vostro medico di fiducia e non abbiate alcun timore di seguire la terapia: i risultati si vedranno sin da subito!
FONTE: https://www.atsjournals.org/doi/abs/10.1164/rccm.201408-1564OC
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