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Cure e trattamenti innovativi contro il tumore: facciamo il punto

Dr. Valter Torri

Ultimo aggiornamento – 14 Febbraio, 2022

Tumore: i Trattamenti Innovativi

Intervista al dr. Valter Torri, Capo del Dipartimento di Oncologia, presso l'Istituto Mario Negri.


Quando viene diagnosticato un tumore, il panorama che immediatamente si prospetta nella mente del paziente oncologico è tutt’altro che in discesa. Si susseguono, dunque, una serie di interrogativi: “come curare il cancro?”, “esisteranno cure sperimentali/alternative per il tumore?”, “cosa sapere su tumore e sopravvivenza?”.

Affidarsi a un team di esperti è la soluzione migliore, per poter essere guidati con coraggio e consapevolezza nel percorso di guarigione dal cancro.

In generale, è sempre bene sottolineare come controlli periodici e screening siano assolutamente fondamentali per intervenire tempestivamente. Come riportato anche dal Ministero della Salute, nel 2021 c’è stata una diminuzione dei decessi causati da alcuni tumori con un miglioramento dell’aspettativa di vita ma, purtroppo, è anche vero che il segno della pandemia si è notato, soprattutto sulla possibilità di effettuare diagnosi precoci.

Abbiamo deciso, quindi, di affrontare con il dott. Valter Torri, Capo Dipartimento di Oncologia dell’Istituto Mario Negri, il delicato tema dei farmaci innovativi e delle terapie oncologiche, cercando di capire – in linea di massima - che tipo di evoluzioni hanno subito le cure più recenti.

Ancora, abbiamo parlato di farmaci chemioterapici, di vaccini per prevenire le neoplasie (come il tumore all’utero), di cosa si intende per terapia genica, dei passi in avanti in ambito scientifico e dei fattori di rischio su cui agire.

Guarigione dal cancro grazie ai nuovi farmaci: è possibile? Da cosa dipende, in generale, il successo di una terapia? 

La guarigione dal cancro è possibile, anche se non avviene, purtroppo, sempre.

I principali fattori che possono indurre una guarigione nel tumore sono legati alla precocità della diagnosi; senz’altro, tumori in fase precoce sono più facilmente aggredibili. Inoltre, bisogna considerare il tipo di  tumore  che si va ad indagare.

Ci sono tumori, infatti, che rispondono bene alle terapie, quindi permettono una eradicazione, mentre altri tumori sono più difficili da sconfiggere.

Dunque, diciamo che un discriminante importante per il successo di una terapia è la diagnosi precoce…

Sì, direi che la diagnosi precoce, da un punto di vista molto generale, è il fattore principale.

Se riusciamo a cogliere le neoplasie in fasi iniziali in cui non sono ancora disseminate (parlo dei tumori solidi, in particolare), riusciamo spesso a eradicarle con una certa sicurezza; invece, nelle fasi più avanzate, è molto più complesso.

Parlando di chemioterapia: in che modo è evoluta? 

Con il termine “chemioterapia” si intendono molte cose. 

Di solito, quando si parla di chemioterapia antitumorale, ci si limita a far riferimento a un tipo di farmaci citotossici, quelli, cioè, che vanno a distruggere le cellule del tumore, danneggiando il suo  DNA .

In questo caso, l’evoluzione nel tempo è stata legata alla possibilità di combinarli con terapie di supporto più adeguate,  che hanno migliorato il controllo degli effetti collaterali

Ovviamente, nell’ambito delle  chemioterapie , ci sono anche i nuovi farmaci, le cosiddette terapie mirate. Queste hanno come bersaglio le mutazioni che avvengono nelle cellule tumorali e sono più selettive nel colpire e distruggere le cellule malate. Anche in questo caso, si manifestano degli effetti collaterali, ma differenti e in genere minori. 

Si parla tanto di farmaci “intelligenti”: si fa riferimento a questo tipo di trattamenti particolarmente mirati, che vengono sempre più utilizzati in campo oncologico, corretto?

Sì. Si parla di farmaci intelligenti in particolare perché sono quelli che hanno avuto più sviluppo e hanno caratterizzato l’era della cosiddetta terapia personalizzata.

Però, sono termini un po' enfatici e vanno considerati molteplici fattori ma, comunque, diciamo che i farmaci di cui si parla vanno in quella direzione.

Che cosa si intende con terapia genica e in che modo si applica ai tumori?

La terapia genica è un tipo di terapia che ha avuto varie applicazioni ed è tutt’oggi in fase di studio. Ci sono applicazioni nei casi di melanoma, nel tumore al seno, all’ovaio, anche alla prostata.

I farmaci genici hanno lo scopo di riuscire ad agire e modificare (potenziando) alcune cellule dell’organismo, i  globuli bianchi , che vengono modificati in modo tale che, una volta reintrodotti nell’organismo, possano riconoscere gli antigeni più facilmente, cioè proprio quelle sostanze che sono ritenute estranee e che fanno parte del tumore.

Entrando nel dettaglio: i tumori presentano mutazioni a livello del DNA e queste sono rappresentate a livello somatico, cioè sulla cellula tumorale, da alterazioni dei loro recettori e anche delle loro funzioni; normalmente, l’organismo le elimina, perché molte cellule tumorali vengono contrastate senza ostacoli durante il corso della vita, senza quindi che si sviluppi necessariamente una neoplasia; è un processo di “errore” che capita frequentemente.

Però, nel tempo, può succedere che scappino al controllo dei globuli bianchi, cominciando così a crescere e proliferare, perché non riconosciute come “estranee”, facendo sempre parte dello stesso organismo.

Quindi, tornando alla terapia genica, si cerca di amplificare la suscettibilità delle difese naturali del nostro corpo, facendo riconoscere meglio le eventuali mutazioni che ci sono nell’organismo.

Mi ricollego a un altro interrogativo: i vaccini anticorpali contro i tumori. Sappiamo che qualcosa esiste già, può farci una veloce descrizione? Penso, ad esempio, all’HPV e al vaccino…

In questo campo ci sono due categorie di intervento:

  • i vaccini aventi lo scopo di prevenire il tumore;
  • i vaccini che vengono usati come terapia del tumore.

I vaccini a cui faceva cenno prima, quello ad esempio contro l’HPV, sono della prima categoria. Sono vaccini che vanno a prevenire delle malattie virali che possono indurre - nel lungo periodo - lo sviluppo di tumori localizzati. 

Noto è il vaccino contro l’HPV, ovvero il virus che è una delle cause (o almeno, alcuni ceppi di questo virus) del tumore del collo dell’utero e della cervice uterina; poi, c’è anche la vaccinazione contro l’epatite B, infezione virale che aumenta il rischio di  tumore epatico.

Quindi, col blocco del virus dell’ epatite B , si dovrebbe riuscire ad avere una riduzione del rischio di insorgenza del  tumore epatico .

L’altra grossa categoria di vaccini è quella di tipo terapeutico: questi vaccini permettono di esporre al sistema immunitario dell’organismo degli antigeni del tumore stesso, in modo tale che le difese rispondano più facilmente e con più forza alla presenza della neoplasia e la distruggano.

Cioè, quello che è in gioco è cercare di stimolare le difese dell’organismo stimolando i globuli bianchi, ad aggredire il tumore. Va inoltre detto che i vaccini vengono in genere somministrati in combinazione ad altri farmaci.

Chiudo con un’ultima domanda. Si parla tanto di fattori di rischio. In generale, se dovesse classificare, o comunque, pensare a quelli che sono i fattori di rischio su cui potremmo in qualche modo agire (quindi, non la genetica, la familiarità, ecc..), cosa consiglierebbe ai nostri lettori?

Gran parte dei tumori si manifesta negli over 50 , quando si inizia a invecchiare; dunque, c’è un collegamento con l’età e con l’esposizione a fattori ambientali. Penso a quello che respiriamo, allo stile di vita, alla dieta.

Certamente, oltre al fumo e all’alcol (l’uso cronico di queste due sostanze aumenta il rischio di alcuni tumori), un altro fattore importante è quello dell’alimentazione.

Bisognerebbe sempre seguire un’alimentazione equilibrata che garantisca una riduzione di assunzione di sostanze che, se consumate in modo continuo e per tanto tempo, possono aumentare il pericolo che insorgano alcuni tumori, soprattutto a livello intestinale.

Un’alimentazione, quindi, legata a una riduzione del peso corporeo e che sia bilanciata, favorendo senz’altro la riduzione di tutti quei fattori pro-infiammatori, che poi sono la causa anche di varie malattie degenerative, non solo dei tumori, come l’Alzheimer e altre patologie croniche.

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Scritto da Dr. Valter Torri

Capo del Dipartimento di Oncologia, presso l'Istituto Mario Negri.

a cura di Redazione Pazienti
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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