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Tutto sul diabete: valori da controllare, rischi, cibi consigliati e invalidità civile

Redazione

Ultimo aggiornamento – 11 Novembre, 2021

Diabete: Insuline nel Sangue

Diabete Italia è un’associazione che riunisce tutte le Società scientifiche, Associazioni di pazienti e operatori professionali del mondo del diabete.


Intervista alla dr.ssa Concetta Suraci, Presidente di Diabete Italia e Medico Diabetologo.


Il 14 novembre si celebra una importantissima giornata, quella dedicata al Diabete in tutto il mondo. L’attenzione rivolta al problema, male di questo tempo, è tanta ma non ancora abbastanza. I dati sono allarmanti: in Italia, sono oltre 3,2 milioni le persone con diabete, ma le stime reali parlano di ben 5 milioni, con un costo per il Servizio Sanitario Nazionale di circa 9 miliardi l’anno.

Ma come fare a scongiurare una vera e propria “epidemia” di diabete? Bisognerebbe puntare tutto sulla consapevolezza e sull’educazione alla salute, non solo in occasione della Giornata Mondiale, ma sempre.

Abbiamo così rivolto alcune domande alla dr.ssa Concetta Suraci, presidente di Diabete Italia, cercando di rispondere ad alcuni degli interrogativi più frequenti sul disturbo.

Quando misurare la glicemia (in quale momento)?

Il controllo della glicemia capillare (dal dito con un glucometro) ha lo scopo di verificare l’andamento della glicemia nell’arco della giornata e, quindi, se il trattamento è efficace.  La frequenza è diversa in rapporto al tipo di diabete e tipo di terapia seguita.

Se la persona è in trattamento con l’insulina più volte al giorno (è il caso dei pazienti con diabete tipo 1 e di quelli tipo 2 in una fase avanzata della malattia), dovrà controllare la glicemia prima dei pasti al fine di adeguare la dose dell’insulina pronta al valore della glicemia, oltre che al contenuto in carboidrati del pasto; dovrà anche effettuare un controllo della glicemia 2 ore dopo il pasto (2 ore dall’inizio), per verificare che lo schema di terapia insulinica sia corretto. 

I controlli pre-prandiali ogni giorno, quelli post-prandiali anche solo 2-3 volte a settimana, secondo quando concordato con il diabetologo. Dovrà inoltre controllare la glicemia in occasione di malessere con sintomi riconducibili a ipoglicemia (sudorazione profonda, senso di fame, tremori, visione confusa, stanchezza, sonnolenza, confusione mentale, cefalea), perché se il valore è più basso di 70 mg/dl dovrà assumere 15 g zucchero o una bevanda zuccherata (coca cola, succo di frutta).

Se la persona ha un diabete tipo 2 e segue un trattamento con farmaci orali o con solo una somministrazione di insulina ad azione lenta, il controllo della glicemia dovrà essere effettuato meno frequentemente: in genere, a digiuno e 2 ore dopo i pasti, una volta ogni 7-20 giorni oppure occasionalmente se non assume farmaci per il diabete

Anche in questi casi è importante concordare i tempi con il medico curante.
Sarà poi necessario verificare la glicemia in caso di malattie intercorrenti (ad esempio, influenza), perché la glicemia potrebbe risultare elevata.

Quando è necessaria l’insulina?

L’insulina è ad oggi l’unica terapia per le persone con diabete tipo 1 (bambini e adolescenti soprattutto).
Nelle persone con diabete tipo 2, la terapia con insulina è necessaria quando il compenso non è buono con l’uso degli altri farmaci o sono presenti condizioni che non permettono di usare i farmaci orali (ad esempio, insufficienza renale): più frequentemente, è sufficiente una sola iniezione di insulina ad azione lenta al giorno (in questi casi, insieme ad altri farmaci), ma a volte è necessario praticarsi anche insulina ad azione rapida prima dei pasti, come nel diabete tipo 1.

É da sottolineare che vi sono situazioni particolari in cui la terapia insulinica deve essere fatta solo per brevi periodi, ad esempio se si è ricoverati in ospedale.

Chi ha il diabete può donare il sangue?

Secondo le disposizioni del Ministero della Salute (decreto 2/11/15), i pazienti con diabete compensato che non usano insulina possono donare il sangue. In genere, però, se una persona assume più farmaci, e a volte la terapia dei diabetici ne prevede anche più di 5 al giorno, potrebbe essere sconsigliabile.

Quali esami e valori tenere sotto controllo, se si ha il diabete?

Per prima cosa, i valori della glicemia capillare: in genere, a digiuno fino a 130 mg/dl e dopo i pasti fino a 150 mg/dl, ma per le persone più anziane o con condizioni cliniche complicate si possono accettare anche valori più alti.

Un parametro importante è l’emoglobina glicata (HbA1c) che dà informazioni sull’andamento della glicemia negli ultimi tre mesi. Il valore ottimale è 7% (con le nuove unità di misura 53 mmol/mol); nelle persone anziane, si può accettare un valore anche più elevato 7.5-8.5%.

É importante tenere sotto controllo anche il colesterolo LDL (dovrebbe essere inferiore a 100 mg/dl), la creatinina (inferiore a 1.0 mg/dl), la microalbuminuria (dovrebbe essere assente).

Questi i principali parametri da tenere sotto controllo.

Perché il diabete rappresenta un fattore di rischio cardiovascolare?

Ci sono molte evidenze che le persone con diabete, soprattutto di tipo 2 e se non ben controllato, presentano più frequentemente (fino a 2-4 volte più delle persone non diabetiche) malattie cardiovascolari, quali infarto, ictus e vasculopatia degli arti inferiori. 

Il problema alla base è l’insulino-resistenza (una condizione in cui l’insulina funziona male), oltre al danno che provoca la glicemia alta.

Diabete e stress: esiste un legame?

Una condizione di stress può causare un aumento della glicemia (si attivano gli ormoni dello stress), ma questo non può causare una condizione di diabete.

Quale farina e quale dolcificante scegliere in caso di diabete di tipo 2?

Per le persone con diabete è preferibile utilizzare prodotti con farina integrale; non ci sono farine “particolari” da consigliare. 
Tuttavia, anche pasta e pane “normali” possono essere consumati tranquillamente.

Il motivo di preferire i prodotti integrali sta nel fatto che provocano un picco meno evidente della glicemia, perché contengono più fibre.  Tra i dolcificanti, quelli con fruttosio sarebbero da evitare (possono provocare un aumento della uricemia). 

Quelli a base di stevia sono di origine naturale.

Bonus diabete: chi ne ha diritto?

Penso che facciamo riferimento alla indennità di accompagnamento.
Bene bisogna fare un po’ di chiarezza. È bene chiarire che non esiste una indennità specifica per il diabete; esiste, invece, l’indennità di invalidità civile, disciplinata dalla Legge 104/1992, che riconosce il diritto all’assegno a chiunque abbia un certo tipo di invalidità, con una percentuale che varia in base alla gravità.

Secondo quanto recita la Legge 104/92, l’indennità di accompagnamento (circa 5.500 euro annui) è prevista per le persone con invalidità; in particolare, l’assegno è concesso ai soggetti che soffrono di diabete mellito a cui segue una grave forma di nefropatia (malattia dei reni) e/o retinopatia (pesanti disturbi visivi), e altre patologie che portano la percentuale di invalidità a una forbice tra il 91% e il 100% (Classe IV). 

Recentemente, è stata diffusa la notizia che tutti i diabetici tipo 1 hanno diritto a tale indennità: non è così. 
A favore dei minori con diabete mellito di tipo 1 sono previsti il beneficio dell’indennità di frequenza (intorno a 280 Euro/mese) e il riconoscimento dell’handicap grave, con previsione di revisione al compimento del diciottesimo anno. I genitori di bambini con diabete non chiedono una certificazione di invalidità, ma un riconoscimento del carico assistenziale richiesto per la cura quotidiana del diabete, con possibilità di permessi e assenze dal lavoro necessari per accedere alla scuola e somministrare l’insulina.

L’accertamento è effettuato dalle Commissioni previste dalla Legge 104, le stesse cui è richiesto di valutare l’esistenza di un handicap. Si tratta poi della stessa Commissione che, integrata da un operatore sociale e da un esperto, nei casi da esaminare valuta le domande di pensione d’invalidità civile e d’indennità di accompagnamento.

La richiesta di invalidità civile va fatta dopo che il diabete è stato diagnosticato e, successivamente, certificato dal medico di medicina generale curante (abilitato alla compilazione telematica del certificato). 

Il paziente può appoggiarsi a un patronato per effettuare questa operazione. L’Inps convocherà l’interessato per una visita medica davanti all’apposita Commissione, la quale si pronuncerà accogliendo o rifiutando la domanda. Nel caso in cui l’invalidità non venga riconosciuta, l’interessato può contestare il verbale e fare ricorso entro 6 mesi dalla notifica.

Ricordiamo, infine, che una invalidità del 33% (riconosciuta a tutti i diabetici diagnosticati) non dà diritto ad alcuna indennità economica, ma può servire per ottenere presidi specifici, come ad esempio le ortesi per il piede diabetico (scarpe). 

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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