A chi non è capitato, qualche volta, di avere problemi di digestione? Il nostro stile di vita frenetico ci porta a fare pasti frettolosi e anche di bassa qualità: lo stare fuori casa comporta l’assunzione di pasti “fast-food”, che ci appesantiscono notevolmente e creano molte difficoltà nel digerirli.
La cattiva digestione, o digestione difficile (“dispepsia” in termini medici), può essere un disturbo fastidioso e invalidante, che crea non poche difficoltà nella vita di tutti i giorni, e può portare anche a notti insonni.
Certamente, condurre una vita ricca d’impegni non permette sempre di consumare pasti in casa o con la necessaria calma; inoltre, le preoccupazioni e lo stress possono incidere considerevolmente sulle nostre capacità digestive.
Cosa fare, quindi, in caso di digestione difficile?
Ovviamente, una cattiva digestione che continua nel tempo non va sottovalutata e, se persistente o se associata ad altri disturbi, va verificata con il proprio medico, che se necessario consiglierà alcuni esami e controlli; spesso, però, si tratta semplicemente di correggere le proprie abitudini alimentari e di vita.
Il 20% della popolazione soffre di cattiva digestione
Si potrebbe pensare che questo disturbo coinvolga poche persone ma, in realtà, a soffrirne è circa il 20% della popolazione (ovvero un italiano su cinque).
I soggetti maggiormente a rischio sono gli individui sopra i 45-50 anni, chi soffre di obesità o sovrappeso (e, come si sa, il sovrappeso è una condizione comune a moltissime persone nel nostro Paese), ma anche i soggetti ansiosi o particolarmente stressati, che presentano “ipersensibilità” gastrica (fattore che comporta una minore distensione dello stomaco, generando aria, che fa sentire “gonfi” come un pallone).
Cosa mangiare in questi casi?
Uno dei primi pensieri, in questi casi, è quello di alleggerire la propria dieta, eliminando tutti quegli alimenti considerati “pesanti” e pertanto poco idonei al processo digestivo.
Spesso, tra questi, viene eliminata anche la carne, considerata di difficile digeribilità: così facendo, però, si commette un grave errore in termini nutrizionali. La carne, infatti, apporta al nostro organismo proteine animali, indispensabili per una dieta equilibrata e per non incorrere in pericolose carenze nutrizionali. È però difficile riuscirsi a orientare su quali tipi di carni dovremmo assumere per poter comunque beneficiare di un alimento ad alta digeribilità.
Se non si vuole rinunciare alla carne, dunque, occorre optare per quelle più magre. Tra queste, un posto d’onore lo ha sicuramente la Bresaola della Valtellina IGP, di qualità certificata e dalle alte proprietà nutrizionali.
La bresaola è un salume che si presta a un consumo anche veloce (non necessita di cottura, anche se potreste sbizzarrirvi in numerose ricette e, volendo, optare anche per piatti caldi), ed è quindi ideale per chi vuole gustare un piatto leggero e sfizioso, senza dover per forza passare dai fornelli.
Inoltre, è un alimento che si sposa bene con molti altri cibi, ed è ideale per essere consumato fuori casa.
Perché scegliere la Bresaola della Valtellina IGP?
Quando si pensa ai salumi, si ritiene che questi siano alimenti poco salutari, in quanto ricchi di grassi. La bresaola della Valtellina IGP, invece, oltre a essere magra (la quantità di grassi è molto bassa e l’apporto calorico è ridotto), è un alimento ricco di vitamine e minerali; in essa troverete: vitamina B1, B6 e B12, oltre a fosforo, ferro, potassio, sodio, magnesio e zinco.
La bresaola non conferisce apporto di carboidrati, di calcio o vitamina D, ma sarà sufficiente aggiungere alla vostra porzione di bresaola del pane, alcune scaglie di grana e condire il tutto con del succo di limone, meglio se in emulsione con un filo d’olio, per avere un piatto dal valore nutrizionale completo e bilanciato.
Ecco perché alla vostra dieta, se soffrite di difficoltà digestive ma non volete rinunciare al gusto e al giusto apporto proteico, la Bresaola della Valtellina IGP non può proprio mancare!
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