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Giornata Nazionale AIL: farmaci intelligenti contro le leucemie e scenari futuri

Prof.ssa Giorgina Specchia

Ultimo aggiornamento – 01 Giugno, 2021

Leucemia e terapie intelligenti

Intervista alla professoressa Giorgina Specchia - Professoressa di Ematologia e membro del Comitato Scientifico  AIL .


Giugno: si celebra in Italia la Giornata Nazionale AIL, per sottolineare – attraverso tutti i canali possibili – il valore dell'impegno nella lotta contro le Leucemie i Linfomi e il Mieloma.

La ricerca fa passi da gigante e, al centro, ci sono sempre i pazienti e l’impegno di Ricercatori ed Ematologi a trovare terapie adeguate e risolutive, che spazzino via le patologie onco-ematologiche. 

Entriamo quindi nel vivo con un'intervista rivolta alla professoressa Giorgina Specchia, ematologa e membro del Comitato Scientifico AIL. 

Ematologia di precisione, farmaci "intelligenti": come funzionano?

L’identificazione di alcune anomalie citogenetico-molecolari ha portato alla scoperta dei cosiddetti “farmaci intelligenti”, farmaci quindi usati per colpire le cellule leucemiche in modo preciso. 

In particolare, per esempio, l’individuazione di molecole molto attive sui punti chiave delle alterazioni molecolari hanno reso possibile l’eliminazione delle cellule di alcuni tumori ematologici, come ad esempio le leucemie Philadelphia positive, la leucemia linfatica cronica, alcuni  linfomi , ecc. 

Quali sono i risultati ottenuti, in termini di prognosi?  

Sicuramente, molti farmaci approvati e/o in fase avanzata di sperimentazione hanno consentito un aumento della durata della vita ma quello che è più importante è l’efficacia di alcuni farmaci intelligenti nelle forme refrattarie o in recidiva. 

Quindi, si sta assistendo a un miglioramento della risposta in termini di qualità della risposta stessa, consentendo di utilizzare i farmaci efficaci con un buon profilo di tossicità, impiegandoli anche nei soggetti più anziani o fragili. 

Quali sono gli effetti collaterali più comuni di queste terapie?

Uno degli effetti collaterali più importanti è la Sindrome della Differenziazione

Parlo ad esempio dell’attività degli inibitori di DH1 e DH2 che nell’indurre la eliminazione della cellula leucemica passano attraverso un processo di differenziazione, che può portare a degli effetti collaterali come febbre, difficoltà respiratorie. 

Va attentamente monitorato il paziente che inizia le terapie e presenta una maggiore differenziazione cellulare. L’esempio più classico è quello dell’acido retinoico utilizzato nella leucemia acuta promielocitica caratterizzata da una specifica alterazione citogenetico-molecolare (PMLRARA): abbiamo osservato che l’acido che colpisce i promielociti leucemici li porta a differenziare, ottenendo risposte molecolari complete e anche guarigioni. Mi fa piacere ricordare ai giovani che il protocollo  che prevede l’utilizzo dell’acido retinoico associato alla chemioterapia è stato un progetto della fondazione GIMEMA supportata dall’AIL.

In questo processo di esaltata differenziazione, si può riscontrare un aumento della massa cellulare neoplastica, prima di raggiungere la risposta ematologica e/o molecolare. Il monitoraggio clinico e quello laboratoristico sono indispensabili per ridurre/controllare gli effetti collaterali.

Quali sono le differenze tra leucemia cronica e acuta?

La differenza tra la leucemia acuta e cronica è legata alle caratteristiche delle cellule (immature o mature) e, soprattutto, alla cinetica (capacità di crescita) del clone leucemico. 

La leucemia acuta deriva da una proliferazione incontrollata di cellule immature (blasti) che, partendo dal midollo osseo e passando nel sangue periferico, compromettono la funzionalità di molti organi e, quindi, lo stato clinico generale del paziente. 

Le leucemie croniche, come la  linfatica cronica  e la mieloide cronica, sono caratterizzate da una evoluzione lenta e graduale nel tempo. Spesso, in questi casi la diagnosi è occasionale, cioè durante esami di routine, mentre la leucemia acuta è accompagnata da sintomi come febbre, emorragie etc. Importante è rivolgersi subito ai medici che possono inviare i pazienti ai centri di ematologia, dove la diagnosi può essere effettuata precocemente.

La leucemia mieloide cronica (LMC), le cui cellule possiedono una specifica alterazione cromosomica (cromosoma Philadelphia), è una delle malattie oncoematologiche che ha avuto la disponibilità di farmaci intelligenti (Inibitori delle Tirosinchinasi), quale l'Imatinib come primo attore, che colpiscono in modo mirato le cellule Philadelphia positive (Ph+).

Oggi, è possibile effettuare la diagnosi di LMC in tempi brevi, viene instaurata subito la cura adatta; nella maggior parte dei casi, osserviamo risposte complete, anche molecolari, che ci permettono di sospendere anche il trattamento per alcuni pazienti che ottengono la risposta molecolare completa e persistente per anni. 

Il modello della LMC ha spinto gli ematologi a effettuare sempre più attività di ricerca biologico-farmacologica, perché aver scoperto per questa malattia (fin dal 2000) il farmaco intelligente, molto attivo verso il clone leucemico, che fortunatamente ha una sola alterazione citogenetica, ha rappresentato la svolta positiva non solo nella cura della LMC , ma anche di Leucemie acute Ph+. 

Attualmente, grazie al prosieguo della ricerca farmacologica sono disponibili 5 tipi di Inibitori efficaci in queste leucemie. 

In quali casi, la leucemia mieloide cronica evolve in acuta, nonostante le cure?

In rarissimi casi, se ne contano con le dita di u na mano, si manifestano evoluzioni di questo tipo. 

I meccanismi molecolari alla base di questa trasformazione in crisi blastica (acuta) sono oggetto di studi, quali ad esempio quelli sulla valutazione delle caratteristiche molecolari delle cellule staminali Philadelphia positive. 

Qual è l'azione dell'AIL per la ricerca e il sostegno dei pazienti oggi?

Ritengo che l'AIL, fondata dal Prof. F. Mandelli, abbia sempre portato avanti come prioritari due obiettivi: il supporto alla ricerca attraverso borse di studio per giovani, acquisto di strumentazioni avanzate e il miglioramento della qualità dell'assistenza, offrendo ad esempio ai pazienti e ai loro familiari l'ospitalità presso le case AIL, in alcuni centri anche l'assistenza domiciliare e quella psico-oncologica.

Con tali strumenti, l'AIL ha contribuito a migliorare sicuramente la qualità della vita di tantissimi pazienti, anche quelli che effettuano il trapianto di cellule staminali e le nuove terapie cellulari (CAR-T)

Io ricordo sempre ai giovani ematologi che senza l'AIL non avremmo potuto raggiungere una "ematologia di eccellenza" in molti Centri del nostro Paese.

Parliamo di futuro: quali sono gli scenari che si presenteranno per i pazienti?

I pazienti devono sapere che l’AIL sarà sempre al loro fianco, attraverso il supporto dei centri di ricerca con tecnologie strumentali innovative e con il sostegno dei giovani ricercatori sempre molto attivi e carichi di entusiasmo.

Lo scenario futuro dipenderà molto dai progressi della ricerca clinico-biologica dei tumori ematologici; infatti, importanti informazioni scientifiche sul profilo genetico-molecolare delle cellule leucemiche di ogni paziente consentiranno di utilizzare strategie terapeutiche sempre più personalizzate.  

L’alleanza tra volontari, sostenitori AIL ed ematologi contribuirà a progressi importanti nella ricerca e, soprattutto, nella qualità dell’assistenza dei pazienti ematologici.

 L’AIL, mettendo sempre al centro il paziente, continua a portare avanti il progetto "Molte Vite cominciano dalla Ricerca".


Ringraziamo l'AIL e la prof.ssa Specchia per la collaborazione. 

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Prof.ssa Giorgina Specchia
Scritto da Prof.ssa Giorgina Specchia

Giorgina Specchia - Professoressa di Ematologia e membro del Comitato Scientifico AIL.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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