Ipertiroidismo e depressione: il legame tra i due disturbi

Chiara Tuccilli | Biologa e Dottore di Ricerca in Scienze Endocrinologiche

Ultimo aggiornamento – 26 Luglio, 2017

ipertiroidismo: il legame con la depressione

Gli ormoni tiroidei controllano numerose funzioni organiche, perciò non sorprende che una disfunzione della ghiandola che li produce, la tiroide, sia responsabile di diversi problemi.

Tra questi ultimi vi sono i disturbi dell’umore, la cui correlazione con ipotiroidismo e ipertiroidismo è nota da lungo tempo. Il primo a descrivere la maggiore incidenza di generici “disturbi nervosi” nei tireostatici fu, infatti, il medico inglese Caleb Parry, nel 1825.

Nel corso degli ultimi quasi duecento anni, qualche passo avanti lo abbiamo fatto e gli studi condotti hanno mostrato che i pazienti affetti da ipotiroidismo manifestano comunemente depressione, mentre quelli affetti da ipertiroidismo presentano uno spettro abbastanza ampio di alterazioni neuropsichiatriche, tra cui depressione e ansia.

In questo post ci concentreremo solo sull’ipertiroidismo, e in particolare sulla sua relazione con la depressione.

Prima però, definiamo cos’è l’ipertiroidismo e individuiamo quali alterazioni neuropsichiatriche causa.

Cosa è l’ipertiroidismo? Facciamo un po’ di chiarezza

L’ipertiroidismo è una condizione in cui il livello di ormoni tiroidei circolanti è elevato, a causa di un’eccessiva funzionalità della tiroide. Esso è più raro dell’ipotiroidismo, più frequente negli adulti e negli anziani e può presentare forme subcliniche. Nelle forme subcliniche, i valori di ormoni tiroidei circolanti sono nella norma, i sintomi assenti, ma i valori di TSH (l’ormone che stimola la tiroide) ne indicano la soppressione.

A volte si può generare confusione per via dell’utilizzo del termine “tireotossicosi” come sinonimo di ipertiroidismo, soprattutto quando compaiono insieme. Non sono sinonimi per definizione, ma gli effetti prodotti sono gli stessi.

Gli effetti dell’ipertiroidismo sul sistema nervoso

Le manifestazioni più comuni del disturbo sul sistema nervoso centrale sono:

  • disforia
  • ansia
  • irritabilità e instabilità emotiva
  • disturbi della concentrazione

Per capire un poco meglio la diffusione di questi disturbi, in particolare depressione e ansia, riportiamo che si stima che tra il 30% e il 60% di pazienti affetti da ipertiroidismo sviluppano depressione e circa il 60% soffre di un disturbo d’ansia.

Inoltre, occorre sapere anche che la tiroide è stimolata dall’ormone chiamato TSH prodotto dall’ipofisi, la quale è stimolata a sua volta dall’ormone TRH rilasciato dall’ipotalamo.

Appare evidente che difficilmente esiste un unico responsabile dello sviluppo della depressione in una condizione come l’ipertiroidismo. Infatti, gli studi condotti sinora hanno identificato più meccanismi che possono causarla.

Si potrebbe pensare che solo l’ipertiroidismo conclamato causi depressione, ma uno studio condotto su un campione di circa 1500 individui affetti da ipertiroidismo subclinico, seguiti nel corso degli anni, ha mostrato che non è affatto così.

Molti studi sono stati condotti anche negli individui depressi, che non necessariamente sono tireopatici, per valutare se la depressione può in qualche modo alterare la funzionalità della tiroide e cercare così di capire quali sono i meccanismi che legano i due fenomeni.

Come funziona la tiroide nei pazienti depressi?

tiroide: come funziona

In uno studio condotto su pazienti depressi, è stato osservato che questi mostravano livelli degli ormoni tiroidei elevati o ai limiti alti dell’intervallo di normalità e che i valori tornavano normali dopo la terapia antidepressiva, mentre i pazienti di controllo avevano livelli normali. Una possibile spiegazione, secondo gli autori dello studio è che il cortisolo, un ormone che aumenta con la depressione, attivi i neuroni ipotalamici che producono TRH, portando così a una maggiore attivazione della tiroide.

Altre relazioni fra depressione e tiroide sono state rintracciate nella deregolazione dei ritmi circadiani del TSH: nei soggetti depressi è stato riscontrato un basso TSH notturno, e in quelli con depressione maggiore anche il TSH basale è risultato basso. Secondo gli autori il motivo è una stimolazione cronica da parte del TRH sull’ipofisi, che la rende meno responsiva (e quindi non secerne il TSH).

Il coinvolgimento del TRH nella modulazione dell’umore è stato confermato da esperimenti su topi mutanti, in cui il recettore per il TRH non funzionava: i topi sviluppavano ansia e depressione. Tuttavia, i meccanismi esatti della sua azione in questo ambito non sono ancora noti.

Ciò che sappiamo in più rispetto al 1825 è che ci sono molti meccanismi potenzialmente responsabili delle manifestazioni neuropsichiatriche nei soggetti affetti da patologie tiroidee, che anche l’ipertiroidismo causa depressione (inizialmente associata solo all’ipotiroidismo) e che anche le sue forme subcliniche sono da tenere d’occhio per i disturbi dell’umore.

Continuando a indagare i meccanismi di base, si potranno fornire le giuste informazioni da traslare nell’ambito clinico per migliorare così la qualità di vita dei pazienti.

Chiara Tuccilli | Biologa e Dottore di Ricerca in Scienze Endocrinologiche
Scritto da Chiara Tuccilli | Biologa e Dottore di Ricerca in Scienze Endocrinologiche

Da sempre interessata alla divulgazione scientifica e con un'implacabile sete di conoscenza che vorrei condividere, sono Biologa, laureata in Biotecnologie Mediche e Dottore di Ricerca in Scienze Endocrinologiche. Svolgo sia attività libero professionale di Biologo Nutrizionista sia attività di ricerca, presso l’Università "La Sapienza" di Roma.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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