La dieta mediterranea per sconfiggere la demenza

Roberta Nazaro

Ultimo aggiornamento – 20 Settembre, 2017

demenza

I cibi e gli alimenti appartenenti al soleggiato mar Mediterraneo sono stati strettamente collegati a ossa robuste, cuore più sano e vita più lunga, insieme anche alla riduzione del rischio di diabete e pressione alta. Come se tutte queste motivazioni non fossero sufficienti a farci adottare la dieta mediterranea, di recente, è stato aggiunto anche un altro effetto davvero eccezionale: la riduzione del rischio di demenza.

Ecco gli studi presentati a favore di questa teoria e tutti i perché.

Ricerche e studi schierati a favore della dieta mediterranea

Durante la conferenza tenuta nella città di Londra, dell’Alzheimer’s Association International, è stata presentata una nuova ricerca secondo la quale gli anziani che hanno adottato una dieta mediterranea sarebbero non solo più sani, ma esposti tre volte meno rispetto ad altri soggetti al rischio di demenza.

Secondo il capo autore della ricerca, Claire McEvoy, della University of Carolina e San Francisco’s School of Medicine, una dieta sana a base di verdure è associata a migliori funzioni cognitive e al 30-35% in meno del rischio di deterioramento cognitivo nel corso dell’invecchiamento.

Rudolph Tanzi, direttore dell’Unità di Ricerca su Invecchiamento e Genetica in Massachusetts, non coinvolto nello studio, ha affermato di non essere affatto sorpreso dei risultati così eclatanti, aggiungendo che: “L’attività dei nostri geni è altamente dipendente da quattro fattori principali: alimentazione, esercizio fisico, sonno e gestione dello stress. Tra questi, probabilmente l’alimentazione è il fattore più importante”.

Come si è svolta la ricerca?

Lo studio di McEvoy ha analizzato le abitudini alimentari di quasi seimila americani anziani, con un’età media di 68 anni. I dati sono quindi stati organizzati secondo diversi fattori:

  • età
  • genere
  • etnia
  • basso livello di istruzione
  • stile di vita
  • problemi di salute, come obesità, ipertensione, diabete, depressione, fumo e attività fisica

I ricercatori hanno scoperto che i soggetti che seguono una dieta mediterranea e la dieta MIND, un’alimentazione basata su quella mediterranea e principalmente improntata sulla riduzione di ipertensione, presentano il 30-35% in meno del rischio di deterioramento cognitivo. Inoltre, più si segue la dieta, migliori saranno le funzioni cognitive. Infatti, secondo i dati raccolti, i soggetti che avevano seguito la dieta solo in modo marginale, presentavano comunque il 18% in meno delle probabilità di soffrire di demenza.

In cosa consiste la dieta mediterranea?

dieta mediterranea

Dimenticate pizza, lasagne e frittura varia, perché non saranno mai il piatto del giorno della dieta mediterranea.

La vera dieta è molto semplice e basata principalmente sui piatti vegetali, come:

  • frutta e verdura
  • cereali integrali
  • fagioli e semi
  • noccioline
  • olio d’oliva extravergine

Quindi, potete pure dire addio a zuccheri raffinati, farina e grassi da burro, che vengono consumati solo raramente, se non addirittura completamente rimossi dall’alimentazione.

La carne può fare qualche apparizione sporadica, ma in genere mai come portata principale. La componente animale infatti si presenta più spesso come:

  • uova
  • prodotti caseari

Il pesce, al contrario, è un caposaldo della dieta mediterranea.

Cos’è la dieta MIND?

La dieta MIND prende i migliori alimenti per la mente appartenenti alla dieta mediterranea e li combina con la dieta a basso contenuto di sale DASH. Tale dieta incoraggia il consumo di dieci gruppi di cibi sani e rifiuta cinque gruppi considerati non sani.

I cibi che non vengono consumati da chi segue una dieta MIND sono:

  • burro e margarina
  • carni rosse
  • formaggi
  • fritture
  • cibi da fast food

Tale dieta prevede invece il consumo di almeno sei pietanze a settimana di verdura a foglia verde, come spinaci o cavoli, almeno una pietanza vegetale al giorno e tre pasti di cereali integrali quotidianamente.

Inoltre sono previsti alla settimana:

  • tre pietanze di fagioli
  • due o più di bacche
  • due di pollo o tacchino
  • uno di pesce

Infine, l’olio d’oliva è uno degli ingredienti principali, mentre ci si può persino concedere un bicchiere di vino al giorno.

L’ideatrice della dieta, Martha Clare Morris, ha delle statistiche molto convincenti dalla sua parte. Secondo gli studi condotti nel 2015 su 923 anziani della zona di Chicago, chi seguiva la dieta in modo rigoroso aveva il 53% in meno delle possibilità di avere l’Alzheimer, mentre chi la seguiva moderatamente, presentava un rischio comunque inferiore del 35% rispetto alle persone che no la seguivano affatto.

Secondo il neurologo Tanzi, gli alimenti che mantengono la pressione arteriosa stabile, ricchi di antiossidanti e deputati dell’equilibrio della flora batterica intestinale, prevengono l’insorgenza di infiammazioni croniche, un aspetto davvero importante perché evita lo stress cellulare, deputato dell’invecchiamento del corpo.

La necessità di controlli scientifici

Nonostante le similitudini dei vari risultati, gli esperti affermano che tali ricerche sono puramente osservazionali e che servirebbero degli esperimenti scientificamente controllati per avere la certezza che la dieta sia di così fondamentale importanza per la prevenzione dell’Alzheimer.

Tuttavia, fino a quando la prova inconfutabile non sarà disponibile, gli esperti affermano che non c’è nessun motivo per non utilizzare tali informazioni e apportare delle modifiche nella propria dieta alimentare e nel proprio stile di vita, per proteggere il cervello da eventuali lesioni e deterioramento.

Hai mai seguito la dieta MIND? Ne avevi mai sentito parlare? Stai attento a ciò che mangi? A quali cibi non riesci proprio a rinunciare? Faccelo sapere nei commenti!

Roberta Nazaro
Scritto da Roberta Nazaro

Sono insegnante di inglese e traduttrice, con laurea triennale in Scienza e Tecnica della Mediazione Linguistica e specialistica in Dinamiche Interculturali della Mediazione Linguistica presso l'Università del Salento. L'interesse per l'ambito medico mi ha portata al conseguimento del Master in Traduzione Specialistica in Medicina e Farmacologia conseguito presso il CTI di Milano.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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