La vitamina C è una delle vitamine più conosciute e più associate al benessere del sistema immunitario. Per questo, molte persone la assumono nella speranza di prevenire il raffreddore o di ridurne i sintomi, ma cosa dicono realmente gli studi clinici? Le ricerche più recenti permettono oggi di chiarire diversi aspetti.
A cosa serve la vitamina C
La vitamina C è un nutriente essenziale che partecipa a diverse funzioni fondamentali dell’organismo:
- contribuisce alla normale funzione del sistema immunitario;
- svolge un importante ruolo antiossidante;
- favorisce la formazione del collagene;
- aiuta l’assorbimento del ferro.
Si tratta quindi di una vitamina importante per il benessere generale. Tuttavia, questo non implica automaticamente un effetto diretto sulla prevenzione delle infezioni virali, come il raffreddore comune.
Vitamina C e raffreddore: cosa dicono gli studi clinici
Le evidenze più affidabili derivano da revisioni sistematiche e meta-analisi che hanno combinato i risultati di numerosi studi clinici condotti in popolazioni diverse.
Una delle ricerche più complete ha analizzato i dati di oltre 11.000 partecipanti, permettendo di valutare in modo complessivo l’effetto della vitamina C sul raffreddore comune.
Non previene l’insorgenza del raffreddore nella popolazione generale
La supplementazione quotidiana di vitamina C non riduce la probabilità di sviluppare un raffreddore rispetto a chi non la assume. Questo risultato emerge in modo costante nella maggior parte degli studi, indicando che non si osserva un beneficio preventivo nella popolazione generale.
Può ridurre in modo modesto la durata dei sintomi
Quando assunta regolarmente, la vitamina C può contribuire a una lieve riduzione della durata del raffreddore. Le analisi mostrano:
- una riduzione di circa l’8% negli adulti;
- una riduzione fino al 14% nei bambini.
Questi valori indicano un beneficio modesto, utile per contestualizzare correttamente le aspettative sull’efficacia della supplementazione.
Assunta a sintomi iniziati non produce benefici significativi
Gli studi non evidenziano miglioramenti rilevanti quando la vitamina C viene iniziata dopo la comparsa dei sintomi. L’assunzione “al bisogno” non sembra modificare né la durata né la gravità del raffreddore in modo clinicamente significativo.
Il ruolo della vitamina D nella salute immunitaria
Negli ultimi anni l’attenzione si è spostata anche su altri nutrienti coinvolti nella risposta immunitaria, in particolare la vitamina D
Una meta-analisi pubblicata sul BMJ ha osservato che la supplementazione può ridurre il rischio di alcune infezioni respiratorie, in particolare nelle persone con bassi livelli di partenza.
In Italia, durante i mesi invernali, la minore esposizione solare può contribuire a valori insufficienti di vitamina D, motivo per cui talvolta si valuta una supplementazione, sempre su indicazione medica.
Potrebbe interessarti anche:
- Cosa fare quando si avvertono i sintomi di un'influenza in arrivo?
- Cambio di stagione? Ecco come alzare le difese immunitarie
- È davvero possibile non ammalarsi più?
Cosa tenere a mente
Le evidenze disponibili permettono di sintetizzare alcuni aspetti utili per comprendere il ruolo della vitamina C e, più in generale, dei nutrienti coinvolti nella funzione immunitaria:
- la vitamina C è essenziale per numerose funzioni fisiologiche, tra cui la protezione dallo stress ossidativo e la normale funzione del sistema immunitario;
- non mostra un effetto preventivo sull’insorgenza del raffreddore nella popolazione generale;
- può contribuire a una lieve riduzione della durata dei sintomi quando assunta quotidianamente;
- non mostra benefici significativi se iniziata dopo la comparsa dei sintomi;
- la vitamina D presenta evidenze più solide in relazione al supporto del sistema immunitario, soprattutto in presenza di livelli insufficienti.
Fonti