L’insonnia può portare all’Alzheimer o alla demenza: vero o falso?

Roberta Nazaro

Ultimo aggiornamento – 23 Febbraio, 2018

insonnia e demenza: ecco svelato il legame

Secondo le stime, sarebbero nove milioni gli italiani e il 45% di tutta la popolazione mondiale a soffrire di insonnia. Il CDC (Centers for Disease Control) statunitense ha definito questa condizione un vero e proprio problema di salute pubblica: il sonno interrotto o disturbato è infatti associato a un rischio molto più elevato di sviluppare diverse condizioni, quali diabete, infarti e malattie cardiovascolari. Attualmente, però, si è scoperto che anche la malattia di Alzheimer e la demenza sono strettamente connesse all’insonnia. Vediamo in che modo.

Insonnia e demenza: c’è qualche correlazione?

Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Neurology ha fatto emergere che le persone con una fase REM piuttosto breve o disturbata potrebbero correre un rischio maggiore di sviluppare la demenza, così come la malattia di Alzheimer. Ricordiamo che la fase REM è la quinta fase del sonno, caratterizzata dal movimento oculare, in cui il corpo si riscalda, il respiro e le pulsazioni aumentano di velocità e la mente inizia ad abbandonarsi ai sogni.

In particolare, la ricerca ha monitorato 321 persone con età media di 61 anni per circa una dozzina di anni. Oltre alla misurazione dei cicli del sonno, sono stati misurati, per ogni singolo individuo, le capacità cognitive. Durante lo studio, 32 persone hanno poi sviluppato la demenza: tra queste, 24 sono state poi colpite da morbo di Alzheimer.

Insomma, lo studio ha evidenziato che le persone che impiegano più di 90 minuti ad entrare nella fase REM sono più inclini a sviluppare la demenza.

«Le nostre scoperte indicano che la fase REM è un elemento di previsione della demenza – ha dichiarato l’autore delle studio Il prossimo passo sarà quello di determinare perché proprio questa fase del sonno indichi un alto rischio di demenza. E chiarificando il suo ruolo come principio di demenza, si spera di identificare nuovi modi per intervenire, ritardare o persino prevenire la demenza».

Le cause della mancanza di sonno: dallo stress al reflusso gastroesofageo

Ma facciamo un passo indietro. Innanzitutto, per insonnia non si intende soltanto la difficoltà di addormentarsi nonostante lo stato di profonda stanchezza, ma anche un sonno particolarmente disturbato. I tipi di insonnia possono essere diversi, e sono classificati in base alla durata del problema oppure in base al periodo di insorgenza.

Le cause dell’insonnia sono davvero numerose. E comprendere cosa provoca l’insonnia è il primo passo verso la guarigione! In linea generale, le principali cause (e tipologie di insonnia) possono essere tre:

  1. Insonnie situazionali, dovute ad eventi interni o esterni all’individuo, come l’assunzione di sostanze che disturbano il sonno, cambio dell’orario, dormire in un letto diverso dal proprio e così via
  2. Insonnie non situazionali primarie, di natura psicofisiologica, scorretta igiene del sonno con stili di vita che ostacolano il ciclo di sonno-veglia e alterazioni del ritmo circadiano, come i turni lavorativi
  3. Insonnie non situazionali secondarie, dovute a malattie psichiatriche, neurologiche, cardiovascolari, scompensi pressori e reflusso gastro-esofageo

I rimedi per l’insonnia: provate con lo yoga e una tisana (e non solo)

Se l’insonnia non è causata da patologie gravi, potrebbe essere semplicemente un sintomo di stress e ansia. Eliminando questi due fattori, potrebbe essere infatti possibile ripristinare il corretto ciclo di sonno-veglia.

I rimedi per l’insonnia, e per scacciare ansia e stress, più efficaci sono:

  • Praticare corsi di rilassamento, come lo yoga
  • Abitudini di vita corrette, senza abuso di alcol, fumo e droghe
  • Andare a dormire sempre alla stessa ora e svegliarsi presto
  • Evitare l’utilizzo di dispositivi elettronici nelle due ore precedenti al sonno
  • Bere una bevanda calda prima di andare a dormire
  • Fare una doccia calda prima di andare a dormire per rilassare tutti i muscoli, limitando così lo stato di ansia
  • Cenare con pasti leggeri
  • Fare attività fisica per scaricare lo stress e stancare il fisico
  • Regolare la temperatura della camera da letto
  • Imparare delle tecniche di respirazione per rilassare il corpo

Se anche ricorrendo a questi metodi il problema dell’insonnia dovesse persistere, è consigliabile farsi visitare dal proprio medico curante per poter intraprendere il giusto trattamento, a base di farmaci e terapia psicologica se necessaria.

Come si è capito, il sonno è fondamentale per la salute dell’intero organismo e per prevenire eventuali patologie come Alzheimer e demenza. Sottovalutare il problema dell’insonnia sarebbe un grave errore!

Roberta Nazaro
Scritto da Roberta Nazaro

Sono insegnante di inglese e traduttrice, con laurea triennale in Scienza e Tecnica della Mediazione Linguistica e specialistica in Dinamiche Interculturali della Mediazione Linguistica presso l'Università del Salento. L'interesse per l'ambito medico mi ha portata al conseguimento del Master in Traduzione Specialistica in Medicina e Farmacologia conseguito presso il CTI di Milano.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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Roberta Nazaro
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